Migliora solo a prima vista la libertà di stampa in Italia. Lo certifica l’ascesa in classifica del nostro Paese nel World Press Freedom Index 2023 ed è utile ricordarlo proprio oggi che è la Giornata mondiale della libertà di stampa. Rispetto al 2022 l’Italia guadagna 17 posizioni, passando dalla posizione globale numero 58 alla 41. E questo è il bicchiere mezzo pieno
A leggere tra le righe, però, si nota subito che tra i principali partner europei (Francia, Germania, Spagna e Regno Unito), il livello italiano della libertà di stampa è buon ultimo, quasi per distacco. Se Madrid occupa la posizione 36, Parigi, Berlino e Londra viaggiano stabili tra 21 e 26.
Se poi si volesse essere più cattivi e critici bisognerebbe guardare alla Top10 mondiale, che accoglie ben 9 Paesi europei nel seguente ordine: Norvegia, Irlanda, Danimarca, Svezia, Finlandia, Paesi Bassi, Lituania, Estonia e Portogallo. Fa eccezione alla regola dell’eccellenza europea la sola Timor Est, al decimo posto.
Curiosità nella curiosità: il balzo in avanti in classifica dell’Italia riporta le lancette della nostra libertà di stampa esattamente al 2021, quando Roma occupava appunto la 41esima posizione. Come se nell’ultimo anno avessimo messo qualcosa a posto rispetto alla pluralità e libertà dell’informazione made in Italy. Ma cosa?
Esattamente un anno fa dalle pagine di The Watcher Post l’allora deputato oggi senatore (giornalista) Walter Verini (PD) in questa intervista auspicava come “necessaria e urgente” una nuova legge sul fenomeno delle querele temerarie e sulla regolamentazione della detenzione per i giornalisti. Ancora oggi non vi è traccia di provvedimenti in materia.
Sembra la prova provata che il bicchiere della libertà di stampa è ancora mezzo vuoto e c’è tanto da lavorare.