Lavoro
Green pass sul luogo di lavoro, ecco le differenze tra i Paesi europei
Di Alessio Ambrosino
Si avvicina a grandi falcate la data del 15 febbraio, giorno in cui per gli ultracinquantenni italiani sarà obbligatorio il green pass rafforzato per accedere ai luoghi di lavoro. Che, ricordiamolo, si ottiene soltanto con il completamento del ciclo vaccinale o la guarigione dal Covid-19. E nei paesi dell’Unione Europea, quali sono state le decisioni anticontagio dedicate ai lavoratori?
I PAESI CON OBBLIGO DI CERTIFICAZIONE VERDE SUL LAVORO
Alcuni stati europei, più di altri, hanno deciso di adottare misure restrittive nei confronti dei lavoratori sprovvisti di green pass: ad esempio in Francia dal 24 gennaio è stata introdotta l’obbligatorietà di green pass con completamento dell’iter vaccinale per chi lavora in esercizi aperti al pubblico. In Austria il passaporto sanitario è invece in vigore in tutti i luoghi di lavoro: ciò significa che per lavorare si dovrà dimostrare di essere vaccinati con almeno due dosi, di essere guariti o di avere un test negativo. Test che viene messo a disposizione gratuitamente dalle autorità.
In Germania è stata applicata la regola delle 3G sui luoghi di lavoro: solamente le persone vaccinate contro il Covid, quelle guarite o negative potranno lavorare. Molto pesanti le sanzioni per dipendenti e datori di lavoro che non rispetteranno le regole, con multe fino a 25mila euro. Tra i Paesi europei, resta il Belgio quello più “chiusurista”: se possibile infatti, resta l’obbligo di lavorare da casa. Al massimo è stato consentito un sistema a rotazione che permette ai lavoratori di recarsi nei luoghi di lavoro una volta a settimana in accordo con i propri colleghi.
NIENTE OBBLIGO DI GREEN PASS A LAVORO: ECCO DOVE
Vi sono poi alcuni Stati europei che piano piano stanno rimuovendo le restrizioni, anche sui luoghi di lavoro. A cominciare dalla Danimarca, dove non è strettamente necessario lavorare da casa in luoghi di lavoro pubblici o privati. Ai datori di lavoro è chiesto di valutare internamente la situazione ed organizzarsi in base al numero di contagi a livello locale. Semplici raccomandazioni sul lavoro da remoto anche in Finlandia, dove però l’insegnamento e l’apprendimento a distanza restano fortemente consigliati. Rimanendo nei paesi nordici, in Norvegia non è più un requisito lavorare da casa, ma viene comunque promosso lo smart working.
Nessun pass vaccinale è stato invece introdotto per lavorare in Portogallo, dove però è raccomandato dalle autorità il testare regolarmente i dipendenti, attuando il telelavoro ove possibile.