Fino al 17 giugno fari puntati sulla pubblica amministrazione. Si svolge il Forum PA 2022 a Roma all’Auditorium della Tecnica (possibile seguirlo anche in streaming). Evento ricchissimo tra confronti dal vivo, interviste, stand, tavoli di lavoro e academy. Tra gli ospiti, oltre ai tanti esperti, saliranno ministri e rappresentanti delle istituzioni. Ha parlato Renato Brunetta, ministro della pubblica amministrazione, il quale non ha esitato a dichiarare l’obiettivo di 1,6 milioni di dipendenti in più in 6 anni. Al di là dei luoghi comuni, infatti, va sottolineato che i dipendenti pubblici italiani sono 3,2 milioni (a fronte di oltre 3 milioni di pensionati), lontani dai 5,7 milioni della Francia, 5,3 milioni del Regno Unito e 5 milioni della Germania. Hanno un’età media di 50 anni e competenze spesso non sufficienti per le esigenze. Questa la fotografia della ricerca sul Lavoro pubblico 2022 presentata in apertura del Forum dal titolo “Il Paese che riparte”. Entro il 2028 bisogna raggiungere 4 milioni di dipendenti con un’età media di 44 anni e competenze adeguate, considerando anche i previsti 500mila pensionamenti, entro 6 anni bisognerebbe assumerne quasi 1,3 milioni di persone, circa 200.000 ogni anno, con un’età media di 28 anni.
Bilanciamento tra pensionati e attivi
Le pensioni del lavoro pubblico sono 3.082.954, in aumento dell’1,8% rispetto all’anno precedente, con una spesa da 79.203 milioni di euro. I dipendenti pubblici andati in pensione nel 2021 sono 146.110, con un’età media di 65,6 anni, per effetto del mancato turnover. A fine 2022 ci saranno circa 94,4 pensioni erogate ogni 100 contribuenti attivi. Appare molto chiaro che una sostituzione adeguata è indispensabile per l’equilibrio del sistema. I concorsi però sono una procedura da perfezionare: Su 55 delle procedure concorsuali più significative indette tra il 2019 e il 2021, emerge che 30 di queste si sono concluse e dei 103.000 posti complessivi messi a concorso appena 14,5 mila sono stati assegnati. Il concorsone della scuola della scuola farà salire a oltre 88.000 i posti ancora vacanti.
Il Pnrr
Figure ora indispensabili sono i professionisti per il Pnrr. Solo 15.000 sono state già implementate, entro il 2023 devono arrivare a 29.000. Le assunzioni sono triennali e il 2026 è il limite di chiusura dei progetti. 14.103 contratti a tempo determinato, a cui si aggiungono 50 a tempo indeterminato. Nel solo 2021, sono state 160mila le candidature ricevute ai bandi di concorso indetti per il Pnrr, con un 6% di assunzioni rispetto alla platea dei partecipanti. Il 75% del personale assunto o in corso di assunzione è laureato.
Renato Brunetta ha dichiarato al Forum: «Nel mese di maggio e nei primi giorni di giugno abbiamo approvato le prime grandi riforme: semplificazioni e reclutamento, per snellire le regole della nostra burocrazia barocca e riscrivere le regole del reclutamento del capitale umano pubblico. Il 70% dell’impatto positivo delle riforme stimato nel Piano nazionale di ripresa e resilienza è dovuto a semplificazione e riforma della Pubblica amministrazione. Già questo è un vento di cambiamento. E poi rimarca: «Non si può digitalizzare senza semplificare e senza il capitale umano in grado di interpretare questo cambiamento. A fine mese approveremo la nuova legge delega sull’anticorruzione, poi la giustizia, la concorrenza».
Domani, alle ore 10, il capo Dipartimento della funzione pubblica, Marcello Fiori interverrà all’evento dedicato alle novità previste dal Pnrr per una Pa verde e sostenibile e, in particolare, all’efficientamento energetico degli edifici pubblici, all’energy management nella PA e al green public procurement.