Lavoro
Decreto riaperture, prorogato lavoro agile. Per l’Italia è un punto strategico
Di Giampiero Cinelli
Prorogata fino al 31 agosto 2022 la possibilità per i datori di lavoro privati di ricorrere al lavoro agile in forma semplificata senza bisogno di stipula degli accordi individuali. Quanto previsto da una modifica introdotta al disegno di legge per la conversione del decreto Riaperture. Viene inoltre, prorogato, dal 31 marzo al 30 giugno 2022, il diritto dei dipendenti, pubblici e privati, “fragili”, di svolgere la prestazione lavorativa in smart working quando ciò sia compatibile con le caratteristiche della prestazione medesima.
Lo smart working dunque come elemento che potrebbe rivelarsi strutturale e su cui l’Italia crede realmente. Non solo a parole. Notiamo infatti che secondo l’indice dell’equilibrio tra vita e lavoro, un coefficiente che comprende vari parametri, e che è calcolato dall’Oecd (Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo), di cui sono membri 38 nazioni, l’Italia figura al primo posto. Con un punteggio di 9.4.
Il valore si ottiene mettendo in rapporto aspetti come le ore lavorative con altre attività come quelle della cura personale, dell’attivismo sociale, dello svago, del riposo. Ebbene, nonostante in Italia si lavori in media di più che in altri paesi europei principali concorrenti, solo il 3,3% lavora per un numero di ore molto lungo (“very long” è il termine usato nel report, ma forse potremmo tradurlo come “esagerato”), rispetto al 10% della media dei 38 paesi.
Si considera eccessivo un numero di ore settimanali pari a 50. I lavoratori full time dedicano il 69% del loro tempo ad attività extra-lavorative di vario tipo dedicate alla propria persona, 16.5 ore contro le 15 della media generale. Per gli occupati full time non si riscontrano notevoli differenze di equilibrio vita-lavoro tra uomini e donne.