Lavoro
Brunetta in audizione: “Il 70% dell’effetto riforme da Pnrr viene dalla riforma della PA”
Di Alessandro Cozza
I concorsi pubblici in presenza ma sfruttando la tecnologia digitale e in luoghi pubblici, istituzionali o classificati come tali. Questa una delle novità rese note dal Ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, audito in Commissione Affari costituzionali del Senato sull’articolo 10 del Dl 44/2021 sulla crisi pandemica.
Brunetta dichiara: “I concorsi da svolgere solo in modalità digitale ci portano dall”800 alla modernità. Senza carta e penna però il concorso “non sarà da remoto, perché una prova ha una necessità di controllo e ufficialità: sarà in presenza in luoghi deputati, ma sfruttando il digitale”. Per fare ciò è necessario superare la prassi dei concorsi con durata di quattro, cinque o sei ore, ma bisognerà restringere la tempistica con domande a risposta multipla affiancate da una prova scritta ed un’eventuale prova orale. Una decisione proiettata al futuro, anche quando finirà lo stato di emergenza e si manterranno innovazione e semplificazione. Col nuovo ddl sulle misure di contenimento Covid non è più possibile continuare con concorsi che durano anche 4-5 anni.
Brunetta specifica: “Circa il 70% dell’effetto totale stimato nel Pnrr dalle riforme strutturali è attribuibile alla riforma della PA, per trasformarla in un acceleratore della crescita economica e sociale, in un catalizzatore della ripresa”. Il Piano segna un taglio con il passato a livello di metodo, strumenti e visione.
Con la riforma della PA si interviene a livello normativo, organizzativo e di investimenti: in tecnologie, persone e assistenza tecnica. Il disegno riformatore, dichiara Brunetta, segue quattro direttrici: “A come Accesso, B come Buona amministrazione, C come Capitale umano e Competenze, D come Digitalizzazione”. Dotando la PA delle migliori competenze e favorendo un rapido ricambio generazionale si portano le amministrazioni al livello delle esperienze più avanzate realizzate nei Paesi concorrenti. Affinché i giovani, colpiti nelle opportunità di lavoro il triplo delle altre classi di età, considerino la P.A. come possibile sbocco professionale.
L’articolo 10 in particolare ha quattro finalità principali: sbloccare i concorsi rimasti fermi, digitalizzare e semplificare le procedure (anche a regime), velocizzare i tempi di realizzazione delle selezioni, valorizzare le competenze e non le semplici conoscenze.
Per quanto concerne i concorsi già banditi l’Art 10 comma 3, spiega Brunetta: “Previsto l’obbligo di utilizzare gli strumenti informatici e digitali, la facoltà di introdurre una fase di valutazione dei titoli legalmente riconosciuti ai fini dell’ammissione alle fasi successive, la previsione del fatto che titoli ed esperienza professionale possano concorrere alla formazione del punteggio finale, una sola prova scritta (ed eventualmente una prova orale, anche in videoconferenza), con l’utilizzo di sedi decentrate. La valutazione dei titoli, contenuta nel bando, avviene coerentemente con il livello di specializzazione del profilo professionale da reclutare”.
Infine, per i concorsi a regime post-emergenza Covid, l’Art 10 commi 1 e 2 prevede: “L’obbligo di effettuare una sola prova scritta e una prova orale, anche in videoconferenza; una fase di valutazione dei titoli legalmente riconosciuti ai fini dell’ammissione alle fasi successive; la valutazione dei titoli, contenuta nel bando che avviene coerentemente con il livello di specializzazione del profilo professionale da reclutare; l’utilizzo di strumenti informatici e digitali; la facoltà di avvalersi di sedi decentrate e di prevedere che titoli ed esperienza professionale possano concorrere alla formazione del punteggio finale”.
A disciplinare il concorso dell’Agenzia della coesione territoriale è l’articolo 10, comma 4, per il reclutamento di 2.800 tecnici a tempo determinato per le amministrazioni del Mezzogiorno, con una procedura speciale.
Una riforma avviata per restituire la giusta importanza ai percorsi formativi. Un’inversione di marcia necessaria, soprattutto ora che riprenderanno le selezioni pubbliche dopo anni di blocco del turnover. Brunetta dichiara: “Puntiamo a bandire concorsi mirati per tipologia di profilo, da quelli meno specialistici a quelli più qualificati, veloci ed efficaci perché effettuati attraverso la piattaforma digitale per il reclutamento che stiamo predisponendo. Ora vogliamo concorsi finalizzati a dotare la PA di personale all’altezza della domanda di buoni servizi pubblici cui tutti i cittadini devono poter accedere, qualsiasi sia la loro condizione economica e sociale. Questa la vera sfida per l’innovazione e la valorizzazione delle competenze. Questa la vera uguaglianza cui mira la nostra Costituzione”.