Innovazione
Sostenibilità digitale, i numeri. L’Italia c’è, La Cina regina dell’e-commerce
Di Giampiero Cinelli
Presentato oggi a Roma il Digital Sustainability Atlas, la nuova pubblicazione realizzata da Assocamerestero – l’Associazione delle Camere di Commercio italiane all’estero e Unioncamere, in collaborazione con le Camere di Commercio italiane all’estero, con il coordinamento scientifico della Fondazione per la Sostenibilità Digitale. Una vera e propria guida pensata per mettere a disposizione delle aziende italiane che vogliano fare business all’estero tutte le informazioni sugli ambiti della sostenibilità e delle politiche di digitalizzazione in 51 Paesi nel mondo. Alla conferenza è intervenuto il Viceministro delle Imprese e del Made in Italy Valentino Valentini.
Il lavoro, condotto da 71 Camere in America, Asia, Europa, Medio Oriente, Africa e Oceania ha visto l’analisi dei principali indicatori relativi a sostenibilità ambientale, digitale, economica, sociale e del livello di innovazione tecnologica nei diversi Paesi, con l’obiettivo di fornire alle imprese conoscenze utili per orientare al meglio le proprie strategie di posizionamento sui mercati esteri.
LA SITUAZIONE GLOBALE
Il Digital Sustainability Atlas (qui il link al volume), fornisce un quadro approfondito delle peculiarità di ciascun mercato: in Europa si evincono alti livelli di interazione digitale tra imprese, cittadini e istituzioni, con una forte sensibilità al tema della trasparenza e dell’accessibilità delle informazioni, in particolare nei Paesi del Nord Europa. Qui emerge anche una grande attenzione alla circolarità e al riciclo dei materiali. Una fortissima propensione all’e-commerce spicca in Asia, dove solo la Cina, ad esempio, genera il 50% delle transazioni mondiali per l’acquisto di beni e servizi.
Le conseguenze del conflitto in Ucraina hanno dato una forte spinta alla ricerca di fonti di energia alternative. Sta crescendo, quindi, un po’ ovunque e in maniera consistente, l’attenzione dei governi nei confronti degli investimenti su questo tema, che risulta particolarmente sentita nelle aree del Nord America e dell’Oceania: qui si registra, infatti, un’ampia diffusione degli impianti dedicati alle energie rinnovabili; ma se da un lato in Australia il 65% dei consumatori può essere considerato eco-active e cerca di dare il proprio contributo per ridurre l’impatto ambientale dei propri comportamenti con semplici abitudini, dall’altro, in Nord America persiste una scarsa attenzione verso la salvaguardia delle risorse a causa di un sistema basato su un consumo smisurato e poco sostenibile, molto evidente soprattutto nel settore alimentare.
In tutti i mercati si riscontra grande sensibilità e attenzione per il perseguimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, ma naturalmente le diverse dinamiche politiche ed economiche condizionano la velocità di adeguamento di alcuni Paesi. Economia circolare e riduzione dei rifiuti pro-capite, ad esempio, sono dimensioni con ampi margini di crescita in Centro e Sud America, dove l’approccio alla sostenibilità ambientale risulta in una fase iniziale e richiede ancora un grande lavoro di sensibilizzazione della popolazione. Il tema della sostenibilità sociale, invece, sta suscitando un crescente interesse nei Paesi di Medio Oriente e Africa.
«La sostenibilità è diventata un fattore cruciale nelle strategie di internazionalizzazione delle aziende. La recente pandemia ha accelerato la trasformazione digitale, che diventerà un fattore importante per la continuità dei flussi economico-commerciali e per il passaggio verso un’economia circolare e sostenibile che sta evolvendo – ha dichiarato Valentino Valentini –. In questi nuovi scenari le Camere di Commercio Italiane all’Estero sono in grado di fornire un utile supporto e possono essere un canale preferenziale per l’attrazione di interessi imprenditoriali e di investimenti esteri».
Secondo Andrea Prete, Presidente di Unioncamere «l’export è una leva essenziale dell’economia italiana. Avere consapevolezza delle caratteristiche e delle sensibilità dei mercati in cui si vuole approdare è essenziale per le imprese. Questo lavoro fornisce un quadro dettagliato di come 51 paesi stanno interpretando la sostenibilità e la digitalizzazione e quindi rappresenta uno strumento molto utile per le nostre imprese, affinché giungano preparate a misurarsi con i diversi mercati esteri».
RENDERE LA RIFORMA CAMERALE PIU’ PERFORMANTE
Visto che i nuovi modelli di business sono sempre più caratterizzati da un’attenzione alla sostenibilità e alla digitalizzazione, al punto che per ogni imprenditore questi due elementi sono un volano anche per la crescita internazionale, il Presidente di Assocamerestero Mario Pozza ha esortato a fare relazione in modo ancora più incisivo. La recente riforma del sistema camerale va nella giusta direzione a detta di Pozza, ma sarebbe errato il punto che non permette alle camere di affiancare le imprese all’estero. Ciò in realtà più o meno avviene, ma attraverso società collegate alle camere, con enti come Ice e Sace o grazie ad ambasciate e consolati. C’è bisogno di un filo diretto. Proprio questo, a modifica del testo di riforma, chiederà Mario Pozza nella cabina di regia del 16 febbraio alla Farnesina. Passaggio necessario se pensiamo che le Camere di Commercio in Germania sono deputate proprio all’internazionalizzazione e allo sviluppo dell’export.
DIGITALE AMICO DELL’AMBIENTE
E poi la chiave della digitalizzazione. Il Presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale Stefano Epifani ha avvertito che sugli investimenti digitali non bisogna temere il problema delle emissioni inquinanti. «Le emissioni certo vanno abbattute ma è ingenuo pensare che possano essere eliminate dai nostri processi produttivi. In realtà proprio con il digitale possiamo ridurre in modo efficace le emissioni. Del resto anche l’economia circolare ha bisogno del digitale».