“The right to internet access” emerge quale nuovo diritto fondamentale che però ancora non gode di uno specifico riferimento normativo. L’esigenza di introdurre l'accesso a internet tra i diritti si fa più urgente, soprattutto alla luce dell’emergenza sanitaria.
IlPresidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, ha ribadito l’importanza di rispondere alle sfide della pandemia riconoscendo il diritto alla Rete come uno degli elementari diritti di cittadinanza. E’ necessario individuare degli standard di accesso uguali per tutti, in modo da non limitare la visione ad un quadro numerico degli accessi, ma per far sì che “il diritto al web sia una battaglia europea”.
Per questo la Ministra Pisano, intervenuta durante l’audizione in Senato presso la Commissione straordinaria dei diritti umani, ha esposto alcune iniziative messe in campo dallo Stato come “il progetto della banda ultralarga, il piano voucher di 500 milioni per le famiglie e altrettanti per le imprese, i 400 milioni messi in campo per fornire la fibra a 35mila edifici scolastici”, delle risorse disposte per riconoscere al meglio il diritto a connettersi. Un dato ulteriore, a beneficio di questa volontà, è la richiesta dei Ministri Patuanelli, Azzolina, Bonetti e della stessa Pisano alle compagnie telefoniche di esonerare il traffico dati prodotto dalle lezioni scolastiche a distanza dai Giga messi a disposizione mensilmente a pagamento, visto che dovrebbe essere considerato prioritario il diritto fondamentale all’istruzione.
Un aspetto da correggere con tempestività per evitare che le disuguaglianze, derivanti dalla difficoltà di accesso, non diventino un divario insormontabile. Cosa che già accade soprattutto nelle aree bianche che hanno esigenza di disporre di una linea Internet veloce e questo disagio colpisce in maniera trasversale la quotidianità dei cittadini, da lavoro alla scuola fino alla sanità. E’ auspicabile che, secondo la Ministra Binetti, questa difficoltà venga eliminata in tutti gli ambienti scolastici, compresi quelli paritari che per ora risultano discriminati. Per la Senatrice Naturale (M5S) importante è intervenire anche per le aziende, che si trovano nelle suddette aree, e che hanno necessità di mettersi alla pari con le altre.
Un problema che si sta riscontrando è il potenziamento delle aziende internazionali che “corrono” dal punto di vista tecnologico e portano ad una società che cerca di stare al passo. E questa conseguenza è una minaccia, perché gli Stati democratici arrancano e non è un bene dover rincorrere lo sviluppo tecnologico dei grandi gruppi internazionali.
“Disporre della capacità di porsi all’avanguardia” è una delle garanzie per salvaguardare i sistemi democratici, con l’affiancamento di un importante crescita digitale. Chiaramente questo vuol dire mettere in conto il rispetto, e la dignità, sul Web e le insidie della rete con degli strumenti di prevenzione. Per dirlo con le parole della Ministra Pisano “il diritto alla connessione non può prescindere dalla protezione dei minori e delle loro vulnerabilità psicologiche, deve includere ogni essere umano, deve avere a cuore il bene dell’umanità e deve avere consapevolezza della complessità dell’ecosistema, come il cittadino deve averne nell’interazione con la macchina.”
Microsoft e Ibm hanno sottoscritto al Vaticano una “carta etica” dell’intelligenza artificiale che racchiudendo quanto detto dalla Ministra per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, deve seguire i principi di trasparenza, inclusività, responsabilità, sicurezza e privacy. Sperando che “The right to internet access” sia estendibile a tutto il mondo.
Ma dopo quanto esposto dalla Pisano rimangono dei dubbi ai senatori in Commissione su come risolvere il problema della semplificazione della registrazione digitale e la necessità di corsi di formazione, secondo la Binetti.
La Costituzione è fatta da diritti e doveri inderogabili e bisogna prendere atto che Internet è uno strumento non un obiettivo, ma porta con sé oneri e onori. “Il mondo di Internet è controllato da grandi gruppi industriali, quindi puntando ad una connessione pubblica, come si sta agendo in questa direzione?” Un quesito posto dalla senatrice Fattori (Misto) che calcolando i rischi del Web come il bullismo mediatico, le manovre politiche poco pulite, le fake news, il black web, chiede la possibilità di introdurre un’identità ufficiale di accesso ad internet.
Il connubio tra tutela dell’accesso ad internet, come diritto umano, che non può essere scisso dal diritto di una vita democratica, che potrebbe essere compromessa, è il quesito della Senatrice Montevecchi (M5S) che si collega a quello della Senatrice Messina (PD) ossia l’atto di responsabilità, sull’adeguato uso delle tecnologie, “è indispensabile il processo di acquisizione delle competenze ed il mantenimento della conoscenza critica. Quindi alla velocità deve essere aggiunta una consapevolezza e una formazione a cui bisogna provvedere.”
Per affrontare il Diritto all’accesso ad Internet bisogna dare uno sguardo al futuro con particolare attenzione ai nuovi progetti, come dice il Senatore Fede (M5S), ma valutando tutte le sue sfaccettature prima di introdurlo in Costituzione.
Nicolò Marcon