Innovazione
Sandbox, Centemero: «Necessarie. Il diritto non viene prima della realtà»
Di Giampiero Cinelli
Ci sono alcuni fenomeni socioeconomici che vanno troppo più veloce del diritto. I decisori politici hanno quindi pensato alle cosiddette sandbox, ovvero degli spazi regolatori e di azione temporanei e sperimentali – in deroga alle norme ordinarie – utili a capire se le pratiche messe a terra all’interno della sandbox poi creeranno prassi nei diversi settori coinvolti.
Anche l’Italia negli ultimi anni ha dovuto aprire il sentiero delle sandbox. Il deputato della Lega Giulio Centemero ne ha parlato nel suo libro, scritto assieme all’Avvocato Paolo Longo, intitolato “Regulatory Sandbox: analisi e prospettive parlamentari della sperimentazione normativa nel nuovo millennio”. Il libro è stato presentato da Centemero e Longo in una conferenza nella Sala Stampa della Camera.
Il caso italiano si caratterizza per delle sandbox normative, cioè delle finestre dentro le quali si è sperimentato un quadro giuridico nuovo, rivolto soprattutto alle realtà del digitale e del tech, con importante impatto sul settore fintech, ovvero sulla tecnologia legata alla finanza. Il primo passo verso la sandbox nel nostro Paese può essere ravvisato il 21 giugno 2019 con la conversione in legge del Decreto Crescita, contenente un emendamento di cui Centemero è stato relatore e a firma Alberto Gusmeroli, che introduceva tale “spazio libero”. Il provvedimento ebbe successo divenendo norma di rango ordinario, accompagnata dai regolamenti ministeriali. Un passaggio non scontato come hanno sottolineato Centemero e Longo. Il risultato permise di approvare 16 progetti presentati da startup, grandi banche, centri di ricerca universitari e anche Cassa Depositi e Prestiti.
Giulio Centemero ha spiegato: «Qui da noi la sandbox nasce in tempo di Brexit. Infatti non capivamo perché molte imprese andassero in Uk. Poi abbiamo capito che lo facevano non tanto per la maggiore disponibilità degli investitori, ma perché lì trovavano la sandbox. Alcune attività di innovazione non sono riconosciute normativamente, figuriamoci nel nostro Civil Law. Allora scrivemmo la norma con la collaborazione delle istituzioni».
Esiste una definizione europea di sandbox? Centemero ha risposto che il concetto è individuabile «in una mozione europarlamentare e di conseguenza nel Pilot Regime per la blockchain.
Possibili ulteriori sandbox
Quali sono allora i piani in cantiere per altre sandbox? Il deputato ha avvisato sul suo lavoro agli emendamenti del Ddl IA (Intelligenza Artificiale) che verranno discussi, stesso discorso per il Ddl Spazio, poi l’idea di una sandbox tecnica per i software della Pubblica Amministrazione. Centemero ha detto che si sta ragionando in merito con l’unione Nazionale Commercialisti. La sperimentazione dovrà valutare la user experience dei dipendenti, l’efficacia e l’efficienza dei prodotti.
«Le Sandbox sono necessarie su tutti i fenomeni di innovazione, l’impalcatura della norme restano la Costituzione e Codice Civile ma poi ci vogliono le sandbox altrimenti rimaniamo al palo. Io farei sandbox in tutte le materie coordinate dai nostri ministeri, perché le norme in civil law vanno troppo lente. Pensate che 30-40 fa il diritto dell’informatica neanche esisteva, con la sandbox capiamo che il diritto non viene prima della realtà.», ha rimarcato l’Onorevole.
Così Paolo Longo: «La legislazione sandbox si adatta a fattispecie come come fintech e IA, sia in Common Law che Civil Law. Le sandbox possono esser diverse per categoria e livello di operatività: regolatorie, tecnologiche o anche geografiche come ad esempio la sperimentazione di progetti di mobilità urbana. Esistono sandbox sanitarie, nel caso, tra molti, della telemedicina e infine sandbox finanziarie. La nostra sandbox nasce dopo quella inglese, mentre quella spagnola viene dopo. L’Italia è stata dunque in primo piano. Abbiamo osservato inoltre l’esempio della sandbox urbana di Valencia, a tema transizione climatica ed energetica, ci sono peraltro molti progetti europei di IA. Il caso invece della sandbox di Amburgo sulla mobilità elettrica ricalca l’organizzazione tedesca in lander. Come vedete lo strumento è vincente perché flessibile e conferisce qualità alle aziende».