Innovazione

Regolamento Ecodesign: ecco perché è utile il passaporto digitale

13
Maggio 2024
Di Ilaria Donatio

Il via libera definitivo del Parlamento Europeo al Regolamento Ecodesign – la nuova normativa che impone che i prodotti di abbigliamento immessi sul mercato UE siano progettati per essere ecocompatibili – è una delle risposte principali alla gigantesca questione dell’inquinamento di cui è responsabile l’industria tessile. E con l’ok al regolamento, vi sarà anche un passaporto digitale per ciascun indumento.

Si stima infatti che sia responsabile del 10% delle emissioni globali di carbonio, più del totale di tutti i voli internazionali e del trasporto marittimo messi insieme, e del 20% dell’inquinamento globale dell’acqua potabile. Un dato positivo però c’è: secondo il rapporto “How Brands Can Embrace he Sustainable Fashion Opportunity” di Bain & Company e WWF Italia, il 65% dei consumatori dichiara di avere a cuore l’ambiente e, per questo motivo, le tendenze di acquisto nel settore moda dei consumatori in tutto il mondo saranno sempre più dettate da scelte che favoriscono pratiche più sostenibili.

Un genere di abbigliamento più sostenibile, in termini di qualità, longevità e riciclabilità, è teso alla tutela sia dell’ambiente che degli interessi dei consumatori stessi. E per facilitare e sostenere la circolazione dei prodotti sul mercato unico subentrerà il Passaporto Digitale dei Prodotti, anche chiamato DPP o Digital Product Passport, una soluzione per permettere a tutti gli stakeholder, compresi i consumatori, di comprendere meglio i prodotti che vengono acquistati e il loro impatto. E che ha come obiettivo la raccolta e la condivisione dei dati di un indumento durante tutto il suo il ciclo di vita: questi dati ne illustrano le caratteristiche sulla relativa sostenibilità, rispetto dell’ambiente e riciclabilità. Come? Attraverso un QRCode, di accedere anonimamente ad una pagina web in cui sono presenti tutte le informazioni del prodotto.

Un primo passo è stato compiuto da Remira, gruppo internazionale specializzato in soluzioni intelligenti per la supply chain e il commercio omnicanale nel settore della moda e del lusso, che ha ideato WebLabel, applicazione software che risolve, in modo semplice, i principali problemi legati all’attività di realizzazione delle etichette: per esempio, mette al riparo dal rischio di ricevere sanzioni o blocchi alla dogana dovuti a un’errata applicazione delle norme degli specifici mercati di destinazione.

WebLabel, utilizzato già da importanti brand nel mondo della moda come, tra gli altri, Ermanno Scervino, Guess, Luisa Spagnoli, Peuterey, permetterebbe non solo di generare – in modo digitale e in pochissimo tempo – un’etichetta corretta rispetto alle norme dei mercati di destinazione, ma anche una gestione conforme dell’etichettatura per elementi particolari quali pelli, pellicce, decorazioni in piuma nonché, infine, una traduzione automatica di tutte le descrizioni, disponibile in 42 lingue.

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