Innovazione
Più valore alle infrastrutture digitali, l’indagine dell’Istituto Piepoli per il Sustainability di INWIT
Di Francesco Tedeschi
Come poter conciliare sostenibilità ambientale e sociale con lo sviluppo del nostro Paese? Come garantire il giusto grado di digitalizzazione senza sacrificare ad esso la compatibilità ambientale? Queste alcune delle domande sorte oggi al primo Sustainability Day di INWIT – la prima tower company italiana – svoltosi presso l’associazione Civita di Piazza Venezia a Roma. L’evento è stato anche l’occasione per presentare la consueta indagine che l’azienda svolge in collaborazione con l’Istituto Piepoli circa la percezione degli italiani sulle infrastrutture digitali.
Il 94 per cento degli italiani è consapevole del valore che le infrastrutture digitali creano per il territorio e la collettività. L’84 per cento degli intervistati è favorevole alla costruzione di un’infrastruttura digitale e oltre la metà (il 53 per cento) ritiene che il loro sviluppo e potenziamento dovrebbe avvenire in tempi rapidi. Queste alcune delle evidenze raccolte, che hanno mostrato anche come il tema dell’ammodernamento interessi particolarmente i giorni laureati e le località isolate/rurali. Gli italiani, inoltre, hanno indicato la rete digitale al terzo posto tra le infrastrutture in termini di priorità di investimenti perl’italiano, guadagnando una posizione rispetto al 2023. Continuano, invece, a persistere una gap di conoscenza sulle preoccupazioni derivanti dall’uso del 5G, anche se è molto diffusa la convinzione che la tecnologia 5G rappresenti un’opportunità di crescita e non un rischio. A tal proposito il direttore generale di INWIT, Diego Galli, ha dichiarato: “Si conferma l’interesse degli italiani per il valore delle infrastrutture digitali e per gli investimenti che servono ad abilitare servizi digitali che faranno da volano allo sviluppo economico e sociale del Paese”.
“Lo scorso anno abbiamo realizzato più di 900 nuove torri e continueremo a investire su questo. Una componente importante del nostro piano sono gli investimenti del Pnrr, il piano entro il 2026 porterà alla copertura di 1400 aree che attualmente sono in digital divide – dice Galli – il piano è iniziato nel 2023, è in linea con gli obiettivi e contano di continuare a essere in linea. È un piano di sviluppo comunque sfidante perché soprattutto a certi livelli locali a volte si impiega ancora tanto tempo per la localizzazione dei nuovi siti e l’ottenimento dei permessi”. Generalmente ci vogliono 10 mesi per costruire una nuova infrastruttura, spiega, dei quali solo 2 mesi per la struttura tecnica e 8 mesi per la localizzazione e l’ottenimento dei permessi. “C’è stata un’ottima semplificazione a livello centrale – conclude Galli – è importante che venga sempre più recepita in modo integrato a livello locale”.
All’evento, moderato da Michelangelo Suigo, Direttore Relazioni esterne, comunicazione e sostenibilità di Inwit, è stato un modo per parlare di sostenibilità in senso molto largo anche grazie alla varietà degli ospiti presenti. Il presidente dell’associazione Civita, Gianni Letta, ad esempio, ha avuto modo di ricordare come digitale e sostenibilità siano diventati sinonimi perché: “il digitale è il principale alleato della sostenibilità e solo con il digitale si possono realizzare programmi per servire realmente la sostenibilità”. All’evento sono intervenuti anche il ministro Adolfo Urso, che con un video messaggio ha ribadito come la “collaborazione nell’uso di infrastrutture è indispensabile per arrivare al massimo sviluppo digitale”. Il ministro ha sottolineato l’impegno del proprio ministero “nella promozione di una copertura più ampia delle rete ad altissima capacità” che raggiunga tutte le aree del Paese e “l’importante ruolo innovativo dei neutral host” che realizzano servizi multi-operatore. “Le recenti modifiche al codice della comunicazione elettronica hanno migliorato la copertura delle reti”, dichiara Urso, semplificato le procedure e innalzato i limiti elettromagnetici. “Ci siamo avvicinati alle indicazioni europee in vigore negli altri paesi europei” da anni e “abbiamo fatto – osserva – un passo in avanti, da tempo assolutamente necessario”.