Innovazione

Onlyfans, dati da capogiro. Luci e ombre del nuovo intrattenimento

25
Settembre 2023
Di Giuliana Mastri

Ultimamente ci si interroga spesso sul modello di business dell’economia digitale. Quali prospettive ha, quali insidie deve affrontare. Ma pochi dubbi si hanno sulla potenza dei contenuti digitali di per sé, che se rispondono a precise domande di mercato e vengono costruiti bene, generano introiti esponenziali. Il caso ad esempio di Onlyfans, la piattaforma per creatori di contenuti in cui si generano, a pagamento e in abbonamento, immagini e video, la gran parte delle quali sono “per adulti”. Si potrebbe trattare con pregiudizio e sufficienza una realtà che basa la sua forza su questo tipo di prodotto, fatto sta che tutto è dettagliatamente normato e fatto in sicurezza, ma soprattutto Onlyfans ha rivoluzionato il settore dell’intrattenimento sessuale, favorendo nuovi modi di concepire e accedere alla professione. La dimostrazione del successo sta nei numeri.

Nel 2022 il bilancio è stato chiuso con un utile netto di 404 milioni di dollari, in forte crescita dai 325 del 2021. 3,2 milioni sono i creator che caricano contenuti, un milione in più rispetto ai 2,2 del 2021. In forte crescita anche gli utenti totali, aumentati dal 27% da 189 a 239 milioni.

Una proliferazione, quella dei video, che nel mese di luglio 2023 sono stati 34,86 milioni. Un incremento del 70,7% rispetto allo scorso anno. I dati sono contenuti nel Transparency Reports della piattaforma e pubblicati da OnlyAccounts. Nei primi sette mesi del 2023 si sono raggiunti i quasi 200 milioni di contenuti, contro i 125,8 milioni postati nello stesso periodo del 2022.

Tra gennaio e luglio di quest’anno ci sono state oltre 2,6 milioni di richieste di persone che vogliono iniziare a pubblicare i propri contenuti su OnlyFans. Per adesso solo un terzo delle domande è stato approvato e appunto già il numero di pubblicazioni sta salendo.

Sex workers affermate sostengono che addirittura lavorare su Onlyfans aiuti le donne a superare le insicurezze sul loro corpo, spesso molto turbanti, consentendo a chi vorrebbe inserirsi nell’industria erotica di non essere condizionato da stereotipi estetici che la fanno da padrone, se si passa attraverso le produzioni ufficiali. Libertà e accettazione, quindi, da ambienti con regole stringenti e grazie a un pubblico che diventa comunità, trasmettendo al creatore il suo sincero apprezzamento, anche se non si ha un’immagine come quella delle riviste.

Eppure, non è tutto oro quello che luccica, visto che i guadagni dei creatori sono distribuiti in modo assai disomogeneo. Si va dai creator milionari a quelli che portano a casa 20.000€ al mese, arrivando alla nutrita fascia, la più ampia, che raccoglie mediamente 1.750$ l’anno, o tra i 150€ e 180€ l’anno come dichiarato da addetti ai lavori connazionali. Oltretutto, lavorare su Onlyfans offrendo pornografia non è poi totalmente esente da rischi. I propri contenuti potrebbero essere piratati e diffusi senza il consenso dell’autore, come spesso succede con le catene di whatsapp. I creator sono esposti all’ipotetico stalking di clienti che non riescono a mantenere un equilibrio nella relazione virtuale che si instaura (siccome è consentito chattare e ricevere contenuti personalizzati con un costo maggiorato) e poi tante ragazze, specie quelle più giovani, a lungo andare hanno probabilità di soffrire psicologicamente dell’essere sessualizzate e desiderate prevalentemente solo in un certo senso, avendo però difficoltà a cambiare di stile di vita, anche perché non è raro iniziare in tenera età, attratti da profitti facili, che poi in realtà, come un po’ tutto, facili non sono.

Insomma, la società che ha creato Onlyfans ha aperto un altro segmento di mercato, florido per chi può beneficiarne, ma forse non rendendosi conto di aver dato vita alla proletarizzazione dell’attore porno.

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