Innovazione

Mondo virtuale: rischio di “unico” nutrimento emotivo dei giovani

12
Febbraio 2019
Di Redazione

 

Nelle ultime settimane l’AESVI (Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani) registra un grande successo dell’industria del videogioco, soprattutto nella vendita digitale, che risulta essere l’unico settore che non risente della crisi, registrando grandi profitti. Luciano Squillaci, Presidente della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche, osserva che la valorizzazione del videogioco “ci pone davanti ad una serie di riflessioni sul ruolo educativo che il gioco rappresenta per i minorenni in un momento delicato della nostra evoluzione sociale. Sono riflessioni che tengono conto della necessità per il minore di esprimere le sue potenzialità anche attraverso l’attività ludica, come momento di crescita e socializzazione. Con riferimento ai videogiochi occorre ricordare come alcuni studi abbiano mostrato che l’esposizione agli stessi possa sviluppare effetti positivi sui giovani, sia sul piano cognitivo che di quelli motivazionale e sociale. Al contrario esistono correnti di pensiero che hanno evidenziato la relazione esistente tra videogiochi ed aggressività: studi recenti infatti evidenziano come alcuni videogiochi competitivi ed aggressivi, proprio per la loro virtualità, rischino di annullare regole e valori stimolando agiti ritenuti privi di conseguenze reali”.

La Federazione ha moltissimi giovani in carico nei propri servizi con problemi di dipendenza anche da videogiochi e, mentre l’industria del Game chiede maggiori investimenti alla politica per creare un business community, gli educatori chiediono alla politica una maggiore attenzione e maggiori investimenti per creare un sistema di “Welfare community”, per educare e attenzionare i nostri adolescenti che facilmente cadono nel tunnel del virtuale. “Il timore – conclude Squillaci – è che passi il messaggio o l’idea che la vita sia un gioco dove tutto è lecito e quando il gioco si fa “pericoloso o troppo difficile”, basti resettare per ricominciarne un altro. Pertanto, auspichiamo che ci sia da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri la medesima attenzione sui temi dell’educazione e delle dipendenze e attendiamo di poterci confrontare su questi temi”.

 

 

P.P.

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