Innovazione

L’Unione europea in prima linea nella regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale

14
Maggio 2022
Di Diana Adly Zaki

La necessità di un quadro che regolamenti l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale (IA) è oggi una delle priorità dei legislatori dell’Unione europea. Lo sviluppo di nuove possibili capacità e applicazioni in numerosi settori – quali sanità, trasporti, energia, agricoltura, turismo o cybersicurezza – presenta non solo nuove opportunità per le imprese europee, ma anche una serie di rischi.

Proprio la scorsa settimana, la Plenaria del Parlamento europeo ha approvato le raccomandazioni finali della Commissione speciale sull’intelligenza artificiale nell’era digitale (AIDA), istituita nel 2020 con lo scopo di stabilire una tabella di marcia a lungo termine dell’Ue in materia di IA. Tali raccomandazioni costituiscono una base di partenza per l’esame della proposta per un quadro normativo dell’Unione europea – il cosiddetto “Artificial Intelligence Act, presentato dalla Commissione von der Leyen nell’aprile 2021 e attualmente al vaglio dei co-legislatori.


La proposta dell’Esecutivo europeo è il primo tentativo di creare un quadro giuridico sull’Intelligenza Artificiale e si pone l’ambizioso obiettivo di consentire all’Ue di guidare lo sviluppo di nuove norme globali per rafforzare la fiducia degli utenti e dei consumatori, e al contempo di rafforzare la posizione dell’Europa quale polo globale di eccellenza nell’IA.

Mentre il Gruppo di lavoro sulle telecomunicazioni del Consiglio dell’Unione europea sta lavorando alla redazione del testo di compromesso, i due correlatori del Parlamento europeo – gli Eurodeputati Brando Benifei, capo della delegazione italiana dei Socialisti e Democratici, e Dragos Tudorache, del partito liberale rumeno – hanno finalizzato la stesura del progetto di relazione.

Le discussioni sono incentrate sulla necessità di creare un’Europa ambiziosa, che sfrutti tutte le opportunità dell’era digitale e che contempo garantisca la sicurezza e rispetti l’etica. Come spiegato dal correlatore On. Brando Benifei, «l’attenzione deve essere rivolta alla tutela dei diritti fondamentali. La legge sull’Intelligenza Artificiale è un insieme unico di norme che consentiranno alle imprese di crescere e ai cittadini di avere gli stessi diritti ovunque, ma non dobbiamo dimenticare che la tecnologia e l’innovazione sono al servizio dell’uomo e non viceversa».

In particolare, tra i principali emendamenti proposti nel progetto di relazione figurano il divieto della polizia predittiva, una serie di aggiunte all’elenco delle pratiche di IA ad alto rischio e ruoli più incisivi sia per il nuovo Comitato europeo per l’IA che per la Commissione europea, in modo da garantire l’inclusività e l’effettiva applicazione del regolamento. L’On. Benifei ci ha spiegato che gli Eurodeputati hanno in programma di «ampliare la gamma dei casi di sfruttamento delle vulnerabilità di una persona, andando oltre l’età e la disabilità, e toccando ulteriori dati sensibili come il genere, l’orientamento sessuale, l’etnia, la razza, la religione. Questi casi d’uso dovrebbero essere vietati. Vogliamo vietare il social scoring sia nel settore pubblico che in quello privato».

Per quanto riguarda le imprese, invece, «c’è ancora molto da fare per sostenerle»: soprattutto per quanto riguarda le PMI, il Parlamento europeo ha intenzione di «domandare alla Commissione di pubblicare linee guida dettagliate per aiutarle a navigare nel mare delle nuove regole e di rendere il più semplice possibile l’utilizzo delle sandbox per una sperimentazione sicura».

Si avvicina ora la fase più intensa dell’esame legislativo: gli occhi sono puntati sulla scadenza per la presentazione degli emendamenti, prevista l’1 giugno. Secondo l’Onorevole Benifei, «idealmente il primo trilogo sarà a dicembre con la presidenza ceca», anche se, considerando la complessità delle questioni in discussione, il voto in plenaria potrebbe slittare al 2023.

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