Innovazione

L’IA è una minaccia per l’industria musicale?

18
Agosto 2023
Di Francesco Tedeschi

La prima volta che ho sentito cantare Cono Gelato della Dark Polo Gang da un’artista che imitando la voce di Fabrizio De Andrè ha riarrangiato la nota canzone trap, ripresomi dallo spaesamento ho apprezzato l’operazione e la sua originalità. Ma quando invece mi sono imbattuto nella famosissima hit rap Gangsta Paradise di Coolio cantata e arrangiata dalla versione digitale di Frank Sinatra ho avuto un tentennamento. 

Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (IA) ha rivoluzionato molti settori, e una delle applicazioni più stranianti dell’IA è la possibilità di far cantare, ad un cantante ormai scomparso, una canzone uscita recentemente. Il risultato è straordinario: attraverso questa tecnologia, è possibile far cantare all’artista virtuale nuove canzoni, esattamente come se fosse ancora vivo. Questo può avvenire tramite l’elaborazione di vecchi brani inediti o la creazione di nuove tracce basate su campionamenti delle performance passate. 

L’utilizzo dell’IA per “resuscitare” artisti scomparsi si basa sulla tecnologia di sintesi vocale e di apprendimento automatico. Le voci degli artisti vengono analizzate e scomposte in numerosi elementi, come tonalità, timbro, intonazione e pronuncia. Questi dati vengono quindi utilizzati per addestrare un modello di IA che è in grado di imitare fedelmente la voce dell’artista originale. 

I professionisti della musica e i dirigenti dei gruppi commerciali che monitorano i progressi dell’IA pensano che l’industria sia molto più preparata ad affrontare le potenziali sfide della tecnologia di quando si trovò a combattere l’ondata di condivisione peer-to-peer di file musicali a seguito del lancio di Napster nel 1999. Secondo i più ottimisti gli artisti faranno ciò che hanno sempre fatto e alla fine abbracceranno la tecnologia per creare cose che non abbiamo mai visto prima. Ma in generale la minaccia più grande è quella economica. Nel momento in cui infatti viene realizzata una canzone con l’AI a cui vanno i diritti di riproduzione? A chi detiene i diritti del defunto cantante? A chi realizza l’opera o alle aziende che si occupano di AI? 

Probabilmente si troverà un modo, come è già successo con macchine fotocopiatrici, musica registrata, Napster e YouTube. Quello che resta è la sensazione sempre più straniante di passato e futuro che si confondono, in ogni caso è necessario considerare attentamente le implicazioni etiche, artistiche e legali di queste produzioni. Con un bilanciamento accurato tra innovazione e rispetto per l’eredità degli artisti, l’IA potrebbe continuare a plasmare il futuro della musica in modi sempre più sorprendenti.

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