Innovazione

Lotta al Covid19: il migliore alleato è la tecnologia

26
Ottobre 2020
Di Redazione

Affrontare il Coronavirus senza l’aiuto della tecnologia sarebbe stato più complesso. In Italia il lavoro da remoto ha contato 1,8 milioni di dipendenti del settore privato, di cui 1,6 milioni oggi possono sfruttare lo smart working tutt’ora. I settori che hanno sfruttato il progresso tecnologico spaziano dal business alla sanità, dalla raccolta di donazioni alla vita privata. La tecnologia è entrata in aiuto per la pianificazione di risorse umane e delle scorte, per quanto riguarda la solidarietà le piattaforme online hanno supportato dalle grandi istituzioni ai piccoli ospedali, per il settore sanitario le stesse OMS hanno lanciato un servizio di chatbot per dare informazioni, per il settore sportivo con i workout di personal trainer e influencer, per l’insegnamento con le lezioni a distanza e con corsi di formazione. Queste sono solo alcune delle risorse di cui abbiamo usufruito durante il lockdown e se fosse successo 10 anni fa non avremmo avuto le stesse possibilità.

Rispondere alle nuove necessità emerse con la pandemia e garantire un'educazione continua, accessibile e di qualità. Il mondo dell’education si trova ora di fronte a sfide come queste, alle quali dovrà rispondere sviluppando modelli innovativi che mettano al centro la formazione di nuove competenze, per educare cittadini attivi e responsabili, flessibili di fronte alle perpetue trasformazioni della società. Questo il quadro emerso oggi durante il webinar “Il valore sociale dell’educazione: driver di sviluppo e capitale immateriale” organizzato da Vises, onlus di riferimento di Federmanager, in collaborazione con l’Università Luiss Guido Carli.

Il vasto impatto che la pandemia sta generando negli equilibri macroeconomici e nell’occupazione rende ancora più imprescindibile il ruolo che scuola, università e sistemi formativi ricopriranno nell’offrire una risposta alla crisi, fornendo a giovani ed adulti le competenze richieste dal mondo delle imprese.

“Nella Next Normality interi settori si trasformeranno grazie al digitale, e saranno sempre più necessarie skills non verticali, ma orizzontali, larghe. Per questo le Università hanno il compito di reinterpretare i percorsi formativi, innovando processi e strumenti di apprendimento, per far sì che le competenze rappresentino driver di sviluppo per una nuova economia” ha dichiarato il Direttore Generale della Luiss Giovanni Lo Storto, proseguendo: “Spesso si dice che la formazione sia la chiave per il futuro. Lo è, ma una chiave la si può girare in due direzioni, e solo se la giriamo dalla parte della innovazione, riusciremo a guardare al futuro con maggiore consapevolezza”.

Nei suoi saluti introduttivi, il Presidente Federmanager, Stefano Cuzzilla, ha sottolineato: “Dobbiamo costruire ponti più solidi tra l’impresa e la scuola. Gli studenti oggi rischiano di restare indietro a causa degli ostacoli della diffusione del coronavirus, con effetti discriminatori verso chi è più debole o meno abbiente. Un vaccino possibile è rappresentato proprio dalla formazione alla vita. Riuscire a stringere il collegamento tra il momento dello studio e la scoperta del mondo del lavoro non solo prepara meglio i giovani al futuro, ma può essere uno strumento importante di stimolo all’apprendimento."

Al panel di discussione hanno partecipato esperti del settore dell’education e rappresentanti del mondo del lavoro, per confrontarsi e condividere esperienze concrete e proposte innovative. “Negli ultimi mesi, a causa dell’emergenza Covid-19, la scuola si è ritrovata al centro dell’interesse dell’opinione pubblica e non solo degli addetti ai lavori, ma ancora una volta temo si sia trattato di un’occasione persa.” – ha affermato Antonello Giannelli, presidente ANP – “La didattica e la qualità dell’istruzione interessano poco, non si ragiona in prospettiva. La scuola sconta oggi errori del passato e anche problemi organizzativi non risolti di altri settori della Pubblica Amministrazione. I temi che meritano un approfondimento, anche in ottica di investimenti sul Recovery Fund, sono altri: l’innovazione metodologica e tecnologica, la formazione e qualificazione del personale, un legame più stretto con le esigenze espresse dalle imprese. Questo per garantire ai ragazzi una didattica di qualità, che li metta in grado non solo di crescere come persone, ma anche di orientarsi e inserirsi efficacemente nel mondo del lavoro. Non è un compito semplice, certo, ma abbiamo il dovere di assumere questo impegno perché alla scuola è legato il futuro dei giovani e del Paese.”

“Siamo di fronte ad un'accelerazione tecnologica – ha proseguito Marco Bentivogli, Coordinatore di Base Italia ed esperto di politiche del lavoro – che prevede la necessità di radicare in tutti i contratti di lavoro il diritto soggettivo alla formazione esigibile lungo tutta la vita lavorativa. Bisogna evitare che il progresso lasci indietro le persone costruire un grande piano di reskilling con formazione adattiva e di qualità”.

“Siamo consapevoli che in questo periodo così complesso dobbiamo agire con responsabilità mettendo le nostre competenze al servizio dei più giovani. Come Federmanager Roma abbiamo formato con Vises i Manager che lavoreranno come volontari nelle scuole con metodologie innovative che resteranno patrimonio anche dei ragazzi, favorendo e agevolando la loro voglia di apprendere.” Ha dichiarato Giacomo Gargano, Presidente Federmanager Roma.

“La nuova normalità a cui siamo chiamati ha bisogno dei giovani così come ha bisogno di un approccio manageriale per vincere la sfida in cui tutti siamo impegnati – ha affermato Bruno Villani, Presidente di ALDAI-Federmanager – Solo uniti e coesi potremo farcela. È necessario pianificare cosa si vorrà essere nel futuro e tracciare la strada per arrivarci: education, sostenibilità e concretezza sono e saranno elementi fondamentali per lo sviluppo del sistema Paese”.

 

 

Redazione

 

 

Photo Credits: Business First Family

Articoli Correlati

di Alessandro Caruso | 23 Novembre 2024

Elezioni, nomine e sentenze