Innovazione
La rivoluzione del lavoro e delle competenze tra smart working e phygital
Di Valentina Ricci
Giunta alla sua quarta edizione, la Milano Digital Week, iniziativa promossa dal Comune di Milano, ritorna come lo scorso anno in formato digitale per riflettere sul modello di città equa e sostenibile, tracciando le direttrici per il prossimo futuro. Proprio all’interno di questa settimana di appuntamenti, si è svolto l’evento organizzato da Asstel-Assotelecomunicazioni dal titolo “La rivoluzione del lavoro e delle competenze, tra smart working e phygital”, che si è tenuto ieri presso gli UTOPIA Studios e sui canali social dell’Associazione.
La stagione che stiamo vivendo è caratterizzata da un protagonismo straordinario dell’innovazione, del digitale e delle nuove tecnologie. Il 2021 è l’anno decisivo per consolidare questo processo di trasformazione, riconoscendo un ruolo primario alla formazione: solo attraverso la conoscenza e le nuove competenze potremo vincere le sfide che ci attendono, per un ‘Umanesimo tecnologico’ che ponga al centro le persone.
È stato questo il presupposto da cui è partito il dibattito moderato dal giornalista di Avvenire Arturo Celletti e introdotto da Laura Di Raimondo, Direttore Asstel-Assotelecomunicazioni che commenta: “In Italia, prima della pandemia, avevano accesso allo smart working tra le 800mila e le 900mila persone. Gli ultimi dati ci dicono che il lavoro da casa ha interessato 4 milioni di persone nel secondo trimestre del 2020, con percentuali che sono schizzate fino al 50% del totale, nei mesi più duri di pandemia. L’esperienza dello smart working, nonostante la drammaticità del momento e le condizioni di emergenza e di incertezza, sta dimostrando le straordinarie possibilità intrinseche all’infrastruttura digitale – ha aggiunto – offrendo l’opportunità di ripensare l’attuale assetto aziendale per prepararsi a quando la situazione di emergenza sarà superata. Lo confermano i numerosi accordi e protocolli stipulati in questi mesi tra le grandi aziende, incluse quelle della filiera delle telecomunicazioni, dove è centrale il tema della contrattazione collettiva, sempre più in chiave gestionale”. Secondo Asstel, la prerogativa del lavoro agile, che resterà anche dopo l’emergenza sanitaria, pone in evidenza la necessità, per le nuove generazioni, di guadagnare maggiori competenze digitali. “Ai ragazzi oggi suggerisco di investire in formazione e sviluppo di competenze digitali: in Asstel, infatti, crediamo che i progetti di alfabetizzazione digital debbano partire sin dai primi anni e proseguire lungo tutto il percorso scolastico, per rendere i giovani studenti, cittadini digitali responsabili di domani, lavoratori in grado di cogliere con successo le nuove opportunità di inserimento e crescita professionale. Il lavoro del futuro avrà bisogno di un mix di idee, studio e formazione, per realizzare una collaborazione efficiente tra uomo e macchina, beneficiare della tecnologia insomma ma dominandola”.
Sono intervenuti poi nell’ordine Cristina Tajani, Assessora Politiche del lavoro, Attività produttive, Commercio e Risorse; Francesca Bria, Presidente del Fondo Nazionale per l’Innovazione; il Professor Federico Faggin direttamente da San Francisco e che ha evidenziato quanto la tecnologia vada capita attraverso l’uso che ne viene fatto. A seguito della pandemia l’Italia ha visto come i mezzi informatici possano aiutare e dare lavoro anche se non possiamo andare a lavoro e secondo Faggin “L’innovazione è un tema su cui indagare a fondo. Bisogna parlarne di meno e agire di più. Chi ci governa deve avere la volontà di cambiare, di introdurre soluzioni avanzate ma, per farlo, è evidente che debba prima comprenderne i benefici, utilizzandole. Senza questa concretezza, l’innovazione resta solo un termine”. Dall’osservatorio della Silicon Valley riporta che “C’è chi è convinto che tra trenta o quarant’anni i computer saranno in grado di replicare l’uomo. Questo non è possibile perchè una macchina non potrà mai avere la creatività di una mente umana, essendo sviluppata per emulare qualcosa che c’è già. Un concetto centrale nell’operato di Faggin è l’applicazione del cosiddetto “system thinking”. Il modo migliore per avere una linea precisa su come agire”.
Infine, è intervenuta presso gli Studios Laura Castelli, Viceministro dell’Economia e delle Finanze che in tema di digitalizzazione complessiva del Paese ha commentato: “I fondi ci sono e sono anche in fase di definizione le direttrici che l’Europa ha chiesto di sviluppare e prima tra tutte c’è la digitalizzazione. Dove la cosa più interessante non sarà la prima fila che riceverà le risorse, ma la seconda, chi tra quelli che riceveranno, le risorse metterà in piedi l’infrastruttura, la formazione e il servizio. È un mondo grandissimo che deve essere il più possibile italiano, europeo e di filiera”. Il Viceministro aggiunge altresì in materia di cashback che si è trattata di “Una vera rivoluzione per un Paese che era troppo abituato a pagare qualsiasi cosa con i contanti. È da portare avanti perche’ ha aperto a un mondo di possibilità per le imprese, con numeri che difficilmente potevamo immaginare prima. Ci sono grandi sfide, siamo indietro su molti processi digitali ma abbiamo già dimostrato di poter raggiungere risultati importanti. La sfida è la connettività – ha aggiunto – e per questo bisogna lavorare per ridurre il gap tecnologico ancora presente in varie parti del territorio. I livelli di intervento sono duplici: bisogna accelerare sia sul piano degli interventi localizzati che nella diffusione degli strumenti esistenti sicuramente migliorabili. Ad esempio, l’adozione estesa di PagoPA sta aiutando i piccoli comuni a digitalizzarsi e a migliore i servizi al cittadino”. Per Castelli, poi, il diritto alla connessione, la riduzione del digital divide, l’adozione dei servizi pubblici accessibili sono gli elementi principali che caratterizzano il percorso di trasformazione digitale del nostro Paese”.