Innovazione

Italia, nuovo anno: sul fronte innovazione ritrovare la bussola

13
Gennaio 2025
Di Virginia Caimmi

Il 2025 si è aperto con eventi geopolitici di grande rilevanza. Lo scorso 5 gennaio, la visita lampo della Premier Giorgia Meloni a Donald Trump, che presterà giuramento per il suo secondo mandato come Presidente degli Stati Uniti il 20 gennaio, ha rafforzato i legami tra i due Paesi. Nell’arco delle ultime settimane Trump ha espresso particolare interesse strategico per la Groenlandia, considerata cruciale per la sicurezza nazionale e l’abbondanza di materie prime critiche. Le sue dichiarazioni, sommate a quelle di Elon Musk, anche sul Canada (Justin Trudeau ha annunciato le dimissioni segnando la fine di un’era politica), hanno suscitato reazioni soprattutto dall’Europa, preoccupata per le implicazioni geopolitiche, che da gennaio ha accolto Bulgaria e Romania nell’area Schengen. Il Continente continua ad affrontare la crisi del settore automotive, apparentemente penalizzato dalla transizione verso l’elettrico.

Parallelamente, a causa della scadenza dell’accordo tra Russia e Ucraina sul transito del gasdotto verso l’Europa, le autorità europee stanno monitorando la situazione per garantire la sicurezza energetica e la stabilità dei prezzi. Francia e Germania, pur rimanendo centrali nell’Unione europea, sono alle prese con tensioni interne e sfide economiche. In Germania, il 23 febbraio sono previste elezioni anticipate, conseguenti alla dissoluzione della coalizione “semaforo” guidata dal cancelliere Olaf Scholz.

Il candidato conservatore Friedrich Merz è attualmente favorito ma dovrà negoziare alleanze per formare un governo stabile. Intanto lo scorso 9 gennaio Elon Musk ha intervistato Alice Elisabeth Weidel, leader di AfD: «Solo tu puoi salvare la Germania» destando l’elevata attenzione dell’Europa. La Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, ha sottolineato la necessità di rafforzare la difesa comune europea, evidenziando l’importanza di un’azione proattiva nelle relazioni con l’amministrazione Trump. Nel Regno Unito, Keir Starmer deve affrontare una crescita economica stagnante.

L’11 gennaio Giorgia Meloni ha avuto un colloquio telefonico con il Presidente uscente Joe Biden, costretto ad annullare la sua visita programmata in Italia a causa dell’emergenza nazionale decretata a seguito degli incendi che stanno devastando la California. Biden ha espresso profondo ringraziamento e apprezzamento per la straordinaria collaborazione intrattenuta nel quadro delle eccezionali relazioni bilaterali e su tutti i temi di politica internazionale, come confermato anche nell’ambito della Presidenza italiana del G7 e ha voluto ricordare, in particolare, l’importanza del risultato raggiunto con l’accordo per l’erogazione a favore dell’Ucraina di prestiti per 50 miliardi di dollari, a valere sui profitti derivanti dai beni sovrani russi immobilizzati.

Lo stesso giorno nel quale avrebbe dovuto ricevere Biden, Meloni ha ricevuto a Palazzo Chigi il Presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky ribadendo il sostegno a 360 gradi dell’Italia ad assicurare la «Legittima difesa dell’Ucraina e al popolo ucraino, per mettere Kiev nelle migliori condizioni possibili per costruire una pace giusta e duratura». Stessi temi affrontati dal Presidente Meloni anche con la Vice Presidente della Commissione e Alto Rappresentante dell’Unione europea per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, Kaja Kallas, in visita a Roma lo scorso 10 gennaio. Al centro del bilaterale, i principali temi di politica internazionale concentrandosi anche sul processo di transizione in Siria, alla luce degli esiti della ministeriale in formato Quint ospitata a Roma dal Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani.

Sul fronte diplomatico, la liberazione dalla detenzione di Cecilia Sala, arrestata a Teheran lo scorso 19 dicembre mentre svolgeva attività giornalistica con un visto regolare e liberata il 7 gennaio a seguito di intense trattative di intelligence, segna un delicato equilibrio tra pressioni internazionali e negoziati bilaterali. Di ieri la notizia dell’annuncio da parte del ministro della Giustizia Carlo Nordio, della liberazione dell’ingegnere iraniano Mohammad Abedini, arrestato a Milano su richiesta degli Stati Uniti per presunta esportazione di componenti elettronici destinati alla produzione di droni in Iran e in attesa di estradizione negli Stati Uniti. 

Sul piano internazionale, il 1 gennaio 2025 ha segnato un passo storico per la governance tecnologica globale con l’istituzione del nuovo Ufficio delle Nazioni Unite per le Tecnologie Digitali ed Emergenti. L’ODET, con un mandato rafforzato, avrà il compito di affrontare le opportunità e le sfide poste dalle tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale, garantendo un approccio inclusivo e multilaterale. Cinque sono le sue aree strategiche: advocacy sulla cooperazione digitale, dialogo politico multistakeholder, consulenza strategica, coordinamento tra agenzie ONU e supporto nell’attuazione del Global Digital Compact. Il 2025 segna anche la prima volta per una nazione africana alla presidenza di un G20: sarà infatti il Sudafrica ad ospitare il grande evento. Il tema scelto dalla Presidenza sudafricana che mira a rispondere alle sfide globali più urgenti, con una particolare attenzione allo sviluppo del continente africano, sarà “Fostering solidarity, equality, and sustainable development”.

L’innovazione tecnologica potrebbe rappresentare la chiave di volta per rilanciare molti comparti economici. Secondo l’Istat, le imprese digitalizzate sono più competitive, mentre il mercato ICT in Italia ha registrato una crescita del 4,8% nel 2023. Dati simili si osservano a livello globale, con settori come la manifattura avanzata e l’intelligenza artificiale in rapida espansione. Nonostante queste potenzialità, il mondo sembra sempre più polarizzato in tre blocchi economici. Stati Uniti e Cina trainano l’innovazione e dominano i mercati globali. La Cina continua a investire in ricerca e sviluppo, mentre gli Stati Uniti mantengono la leadership tecnologica grazie al dinamismo imprenditoriale. L’Europa, invece, appare ancora lenta e frammentata, incapace di competere efficacemente con i giganti globali. Le grandi piattaforme digitali stanno modificando le loro policy. Starlink, sfida il controllo governativo offrendo una connessione Internet diretta via satellite, spesso senza l’intermediazione delle infrastrutture locali, suscitando interesse e preoccupazioni da parte dei governi.

Per ritrovare la bussola, è fondamentale che l’Europa si muova verso una maggiore coesione. Solo unendo le forze, attraverso una politica comune e investimenti coordinati, il continente potrà realizzare il sogno di veri “Stati Uniti d’Europa”, capaci di affrontare le sfide globali e garantire competitività economica. L’alternativa è rimanere spettatori in un mondo sempre più diviso e competitivo.

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