Innovazione

Inwit, Suigo: le tecnologie satellitari complementari per la riduzione del Digital Divide

20
Marzo 2025
Di Paolo Bozzacchi

(Intervista a Michelangelo Suigo, Direttore Relazioni Esterne, Comunicazione e Sostenibilità di Inwit, pubblicata su L’Economista, inserto economico de Il Riformista)

Nelle ultime settimane, il settore delle telecomunicazioni è stato al centro di grandi trasformazioni che avranno impatti rilevanti su un comparto che sta cercando di innovarsi. Possiamo aspettarci misure legislative finalizzate ad accompagnare questa trasformazione, in linea con quanto auspicato da Mario Draghi nel suo rapporto sul futuro della competitività europea?

«Nel corso degli ultimi anni, Governo e Parlamento hanno accelerato nella semplificazione normativa, sburocratizzando e velocizzando molte procedure e riducendo gli adempimenti richiesti agli operatori per la realizzazione delle infrastrutture digitali per le telecomunicazioni fisse e mobili. È ora urgente che queste semplificazioni vengano recepite pienamente dalle amministrazioni locali. A livello territoriale, ad esempio, ancora troppi regolamenti comunali non sono allineati al codice delle comunicazioni elettroniche e, di fatto, ostacolano la realizzazione delle infrastrutture, limitandone la localizzazione in aree non idonee ai bisogni di copertura come, paradosso, cimiteri o discariche».

Tra le possibili innovazioni del settore c’è anche l’utilizzo delle tecnologie satellitari nelle aree remote del paese non ancora raggiunte dalla banda ultralarga e dal 5G. Ritiene che possano essere un valore aggiunto?

«Le tecnologie satellitari possono rappresentare un’opportunità per portare copertura di rete in modo complementare, specie alla fibra ottica, e contribuire alla riduzione del digital divide, in particolare nelle zone più remote del paese in cui le reti terrestri non possono arrivare. Al tempo stesso è utile garantire uniformità di regole ai vari soggetti e considerare che le performance non si possano ancora equiparare a quelle offerte dalla fibra ottica o dal 5G».

In che modo l’IA sta rivoluzionando il mondo delle telecomunicazioni?

«Le infrastrutture digitali e condivise di Inwit (oltre 25mila torri e 600 Distributed antenna system per coperture dedicate indoor) sono in grado di servire contemporaneamente più operatori e più tecnologie. Grazie all’integrazione con sensori IoT, videocamere smart dotate di AI e gateway, le torri sono ora un centro tecnologicamente avanzato che, oltre ad abilitare i servizi degli operatori telco in logica neutral host, abilita altri use case,come il monitoraggio della qualità dell’aria o la prevenzione dagli incendi. Lo stesso avviene nel processo di trasformazione delle città in Smart City: le infrastrutture e le innovazioni digitali ne migliorano la vivibilità, rendendole più sicure, più veloci e più green, quindi più sostenibili».

Per vincere la sfida dell’IA è prioritario puntare sulla diffusione delle competenze digitali, ambito su cui il nostro Paese è ancora molto indietro. In che modo è possibile colmare questo?

«Il tema delle competenze digitali è molto importante. Inwit abilita la digitalizzazione a supporto di tutti gli operatori mobili per ridurre le barriere territoriali, in un’ottica di sviluppo del 5G e anche di inclusione sociale. Tutto ciò contribuisce a creare la “cultura digitale”, che è una leva per colmare il gap. Ma è necessario fare molto di più con la formazione continua, anche grazie all’AI, per migliorare o riqualificare le competenze, in una logica di upskilling e reskilling».

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