Innovazione
Sostenibilità e transizione digitale: intervista a Riccardo Trubiani (Microsoft)
Di Redazione
Per ritrovare una crescita sostenibile per l'Italia non si può non digitalizzare il Paese. Una mission portata avanti da Microsoft anche grazie all’Alleanza per la Sostenibilità insieme a growITup. Un progetto incluso nel piano quinquennale Ambizione Italia #DigitalRestart di cui The Watcher Post ha già trattato qui. Per approfondire gli obiettivi relativi alla sostenibilità e alle misure da mettere in campo abbiamo intervistato Riccardo Trubiani, Strategy & Planning Lead Microsoft Italia.
Sostenibilità è un termine abusato. Cos'è per Microsoft la sostenibilità?
Credo la sostenibilità sia ormai un aspetto imprescindibile che deve guidare il nostro operato, sia come azienda sia come cittadini. La crescita e la ripresa dell’Italia devono passare dal digitale e dalla sostenibilità. Come Microsoft vogliamo dare un aiuto attraverso l’Alleanza per la Sostenibilità, un progetto di ecosistema per individuare una nuova via green e innovativa per il nostro futuro.
L’Alleanza per la Sostenibilità è un ottimo esempio di coalition building in cui Microsoft riveste un ruolo da leader. Quali sono i vostri obiettivi? Vi siete dati delle scadenze?
Quello che ci siamo prefissati, con il nostro progetto Ambizione Italia #DigitalRestart, di cui l’Alleanza per la Sostenibilità è uno dei pilastri, è dare un contributo concreto attraverso un piano di investimenti per il Paese di 1,5 mld di dollari in cinque anni, alla crescita e alla ripartenza dell’Italia attraverso il digitale, vera leva di sviluppo in un momento così complesso. La sostenibilità ambientale deve necessariamente essere parte integrante di questo piano. Attraverso iniziative di open innovation, puntiamo a realizzare progettualità che siano in grado di rispondere alle sfide climatiche e ambientali più urgenti e di diffondere una nuova cultura green, facendo leva sui trend tecnologici e contribuendo allo sviluppo sostenibile del Paese. Siamo i promotori di questa iniziativa ma l’Alleanza per la Sostenibilità parte con uno spirito collaborativo tra diversi attori coinvolti e tra quelli che ci raggiungeranno nei prossimi mesi, perché questa è una sfida da affrontare tutti insieme per il bene comune. Il progetto si svilupperà in diverse fasi: nel corso dei prossimi mesi tutti gli attori coinvolti saranno chiamati a partecipare ad un percorso guidato da growITup che permetterà loro di definire obiettivi e necessità legate al tema della sostenibilità, identificare sinergie e soprattutto fare in modo che le idee raccolte si trasformino in soluzioni concrete, attraverso la collaborazione con le startup e il coinvolgimento in hackathon. Contiamo di avere i primi progetti già nella prima metà del 2021.
A livello globale Microsoft punta a diventare carbon negative entro il 2030. Un obiettivo molto ambizioso. Su quali misure puntate?
Un obiettivo così ambizioso come il nostro richiede una pianificazione dettagliata di iniziative e misure volte a raggiungerlo. Stiamo agendo su più fronti. Da un lato stiamo promuovendo la riduzione delle emissioni internamente, all’interno dei nostri processi di business e tra le diverse divisioni e business unit; entro il 2025, inoltre tutte le nostre sedi, i nostri datacenter ed edifici saranno alimentati da energia rinnovabile ed entro il 2030 la flotta di veicoli che opera all’interno dei nostri campus sarà sostituita da veicoli elettrici. Dall’altro stiamo promuovendo l’uso delle tecnologie Microsoft presso i nostri fornitori e partner affinché possano ridurre le loro emissioni e abbiamo istituito un fondo da 1 miliardo di dollari per accelerare lo sviluppo globale delle tecnologie di riduzione, cattura e rimozione del carbonio. Infine a partire dal prossimo anno, la riduzione delle emissioni sarà anche un parametro chiave nella scelta dei nostri fornitori e partner. Tutto questo è accompagnato dal nostro supporto costante a tutte quelle politiche pubbliche nel mondo a favore della tutela dell’ambiente.
Avete scelto Milano come sede per il primo Regione Data Center italiano. Perché e in cosa consiste?
Come dicevo, lo scorso maggio, Microsoft ha annunciato un importante piano di investimenti per l’Italia che prevede, tra le diverse iniziative, anche l’apertura della nostra prima Data Center Region in Italia. La nuova Regione Data Center di Milano permetterà alle aziende di ogni dimensione e settore di accedere a servizi cloud locali di livello enterprise con le massime garanzie di sicurezza, tra queste Microsoft Azure, che offre strumenti di calcolo, networking, database, analisi, AI e Internet of Things e Microsoft 365, l’ecosistema Cloud per la produttività. Centinaia di clienti e partner in Italia stanno già utilizzando i servizi Cloud di Microsoft a supporto della propria trasformazione digitale. Secondo una ricerca condotta da Politecnico di Milano School of Management in collaborazione con Microsoft Italia, la creazione di una Regione Data Center di queste dimensioni nel nostro Paese può generare più di 10.000 opportunità di lavoro e circa 9 miliardi di dollari di indotto diretto e indiretto entro la fine del 2024, considerando la costruzione del data center, nonché i vantaggi per le imprese e l'ecosistema tecnologico ulteriormente abilitati dalla Regione Data Center.
Che ruolo gioca la sostenibilità in questo preciso momento storico, con la più violenta pandemia dal Dopoguerra? Inquadrerebbe lo Smart working come una misura di sostegno alla sostenibilità?
In Microsoft, crediamo che da ogni crisi possano nascere opportunità. Stiamo vivendo un momento cruciale in cui il nostro Paese deve mettere in campo misure e investimenti importanti per superare la crisi e sostenere la crescita economica. Ritengo quindi fondamentale, in una situazione come questa in cui dobbiamo ridefinire le priorità del Paese, dare il giusto peso alla sostenibilità ambientale, attraverso investimenti che aiutino le organizzazioni a crescere ma anche ad essere più attente all’ambiente, incentivandole a ridurre le emissioni. Il digitale – penso al Cloud e all’Intelligenza Artificiale – può fare molto in questo senso. È stato calcolato per esempio che le soluzioni Cloud di Microsoft sono il 98% più efficienti dal punto di vista delle emissioni delle soluzioni on-premise.
Anche lo Smart Working, per esempio, che durante questa crisi sanitaria ha visto una diffusione esponenziale – siamo infatti passati da 500.000 lavoratori a 8 milioni di persone che lavorano da remoto – è senza ombra di dubbio un fattore rilevante nella riduzione delle emissioni di carbonio. Una ricerca che Microsoft ha condotto insieme a BCG e KRC Research ha evidenziato come in Europa, 2 giorni di smart working alla settimana portino a una diminuzione delle emissioni di 700kg all’anno, il 5% delle emissioni totali generate da una persona. Se anche un solo 1 cittadino europeo su 20 seguisse questo modello, si avrebbe una riduzione delle emissioni pari a quella di 5,8 milioni di auto. Una integrazione sempre più diffusa di questa modalità di lavoro porterebbe senz’altro a dei benefici ulteriori per l’ambiente. Il top management delle aziende italiane ne è consapevole: oltre il 50% di loro reputa la sostenibilità un motivo determinante per implementare una qualche forma di smart working all’interno della propria organizzazione.
Alla luce del vostro interesse per Milano, come pensa che la città vivrà il post Covid? Riuscirà a ripartire da dov’era arrivata?
Tutte le grandi città europee e mondiali sono state fortemente impattate dalla pandemia. È inevitabile visto l’alto tasso di mobilità e di interazioni sociali di questo tipo di contesti: molte nostre abitudini sono state completamente rivoluzionate e le città devono per necessariamente adattarsi a questa nuova normalità che ci guiderà nei prossimi anni. Milano saprà sicuramente rinascere, occorre lavorare in modo sinergico per un futuro più digitale, sostenibile, più sicura e inclusivo.
Paolo Bozzacchi