Innovazione
Intelligenza artificiale, l’intesa al primo storico vertice internazionale
Di Giampiero Cinelli
L’Intelligenza artificiale mette tutti d’accordo. Unione europea, Stati Uniti, Cina, Regno Unito e più di venti altri Stati hanno firmato a Londra la “dichiarazione di Bletchley“, una carta intergovernativa che mira a imbastire una struttura concettuale, utile a sviluppare in maniera sicura e non deleteria le tecnologie di intelligenza artificiale. Ora come ora, i politici hanno concordato sull’urgenza di agire coralmente e rapidamente, ma il lavoro diplomatico di fronte a loro è appena all’inizio e non sarà una passeggiata. Per l’Italia, al primo vertice internazionale su questa tecnologia generativa, era presente dall’inizio il ministro del Made in Italy e delle imprese Adolfo Urso.
Oggi invece è arrivata anche Giorgia Meloni, che ha dichiarato: «Sono lieta di annunciare oggi che durante il G7 terremo a Roma una Conferenza internazionale su Intelligenza Artificiale e Lavoro, alla quale vorremmo partecipassero studiosi, manager ed esperti di tutto il mondo che avranno l’opportunità di discutere metodi, iniziative e linee guida per garantire che l’IA aiuti e non sostituisca chi lavora, migliorandone invece le condizioni e le prospettive. Altrimenti – ha avvertito – rischiamo che con lo sviluppo di un’intelligenza artificiale senza regole, sempre più persone non siano necessarie nel mercato del lavoro, con conseguenze pesantissime sulla equa distribuzione della ricchezza. Il nostro obiettivo, insomma, è garantire un’IA che promuova lo sviluppo e l’inclusione invece che la disoccupazione e l’emarginazione. Non è una sfida facile ma siamo pronti come sempre a fare la nostra parte senza esitazioni».
«La dichiarazione segna l’inizio di un nuovo sforzo globale per rafforzare la fiducia del pubblico nell’IA, garantendone la sicurezza», ha commentato il primo ministro britannico Rishi Sunak su X (ex Twitter). I Paesi riuniti a Nord di Londra hanno concordato «l’urgente necessità di comprendere e gestire collettivamente i rischi potenziali» dell’Intelligenza artificiale attraverso «un nuovo sforzo globale per garantire che l’IA sia sviluppata e utilizzata in modo sicuro e responsabile». A questo primo summit seguiranno due vertici internazionali, in Corea del Sud tra sei mesi e in Francia tra un anno.
Al vertice ha partecipato un gruppo selezionato di nazioni, organismi internazionali. aziende leader nel settore, esperti accademici e della società civile. Fra gli ospiti anche alcuni magnati della Silicon Valley come Sam Altman, considerato il padre di ChatGpt, Elon Musk, il quale ha detto che serve un «arbitro» indipendente in grado di controllare quanto avviene nel campo dell’IA, «una delle più grandi minacce potenziali che gravano sull’umanità», secondo lui. Musk con Sam Altman ha fondato OpenAI, la start-up creatrice di ChatGPT, e al termine dell’evento si confronterà con premier britannico Rishi Sunak, organizzatore del vertice, per discutere dei rischi e delle potenzialità dell’IA.
Sunak punta esplicitamente a rendere il Regno Unito protagonista nel settore dell’IA, perciò ha invitato i leader mondiali a stabilire principi per governare l’evoluzione di questa tecnologia prima che sistemi di intelligenza artificiale di nuova generazione diventino impossibili da controllare. Una preoccupazione inizialmente focalizzata sulla sicurezza nazionale (per i timori di attacchi informatici) o sulla progettazione di armi biochimiche, passando per i deepfake e i risvolti sul settore sanitario.
Re Carlo d’Inghilterra è intervenuto osservando che nonostante i possibili effetti collaterali è giusto dare la massima attenzione all’intelligenza artificiale, la cui importanza in questo periodo storico non è molto diversa rispetto alla scoperta dell’elettricità.