Innovazione

Intelligenza Artificiale: l’ambizione dell’Italia

23
Aprile 2024
Di Paolo Bozzacchi

L’asticella è molto alta. Fare dell’Italia il primo Paese in Europa con una norma in vigore dedicata alla regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale. Oggi in Consiglio dei Ministri è stato approvato il disegno di legge del governo Meloni sull’Intelligenza artificiale, che prevede anzitutto di adeguare entro un anno la normativa italiana al Regolamento “Ai Act” dell’UE. Deus ex machina del provvedimento il Sottosegretario con delega all’Innovazione Tecnologica, Alessio Butti. “Oggi è una giornata molto importante perché il governo italiano è il primo governo a livello europeo che vota un disegno di legge sull’Intelligenza Artificiale dopo la votazione finale del Parlamento europeo sull’AI Act. Ritengo che l’IA non andrà a falcidiare l’occupazione”, ha rassicurato Butti intervenuto all’evento Innovation by Ania, “anche con Internet qualcuno pensava che potessero esserci problemi sull’occupazione e così non è stato. Sarà così anche con l’Intelligenza Artificiale”.

I fondi disponibili e gli investimenti previsti
Il Disegno di legge prevede un fondo da 148 milioni di euro che per i prossimi due anni consentirà allo Stato, attraverso l’Agenzia per la cybersicurezza e il Dipartimento per la trasformazione digitale, di sottoscrivere azioni dei fondi Cdp Venture Capital per il “sostegno a start up attive nell’IA oppure in altri settori di frontiera come il 5G, la cybersecurity e il quantum computing”. La stessa Cdp Venture ha già reso noto di voler investire nell’IA un miliardo che include la messa a punto di un modello italiano di IA generativa.

Compromesso su tutela del copyright
L’inserimento di opere protette dal diritto d’autore da utilizzarsi per l’addestramento di modelli di intelligenze artificiali o l’utilizzo di dati e testi con modelli generativi sarà possibile per gli organismi di ricerca che estraggono e riproducono per scopi scientifici. Ma l’estrazione (articolo 70 quater) è prevista col meccanismo dell’opt-out, cioè quando “l’utilizzo non è stato espressamente riservato ai titolari dei diritti d’autore”. Questa impostazione, secondo i tempi di approvazione delle Camere immaginata prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, anticiperebbe l’entrata in vigore delle tutele previste dal Regolamento europeo “Ai Act”.

Prime norme per PA, sanità e formazione per i lavoratori
I dipendenti pubblici potranno avvalersi dell’IA, ma secondo il Dl rimarranno gli “unici responsabili dei provvedimenti e dei procedimenti”. Stessa impostazione prevista per medici e addetti sanitari, cui correrà l’obbligo di informare i cittadini nel caso di utilizzo di sistemi di IA, “lasciando impregiudicata la decisione, sempre rimessa al professionista sanitario”. Riguardo alla formazione dei lavoratori, il Ministero del Lavoro istituirà un Osservatorio ad hoc, col compito di promuovere la formazione di datori di lavoro e lavoratori per quel che riguarda l’utilizzo dell’IA.

Prossimi passi e gestione
Al di là dei necessari passaggi parlamentari che seguiranno l’approvazione da parte del CdM, la Strategia nazionale sarà aggiornata ogni due anni dalla Presidenza del Consiglio col Dipartimento per il Digitale. Le Autorità competenti per l’IA saranno l’Agenzia per il Digitale e l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale.

Ci azzardiamo predittivi. Ci sarà da lavorare.

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