Innovazione

L’IA made in Italy che sfida la Silicon Valley, il caso iGenius

20
Marzo 2025
Di Ilaria Donatio

(Articolo pubblicato su L’Economista, inserto economico de Il Riformista)
Umanizzare i dati e rendere democratica la conoscenza. Questa la missione di iGenius, la società di IA che ha ideato e sviluppato – tra gli altri – Crystal, strumento di Decision Intelligence per analizzare i dati in linguaggio naturale: un processo che consente di prendere decisioni in tempi ristretti e con maggiore precisione.  Uljan Sharka, classe ’92, ne è il fondatore e CEO: ha fatto carriera in Apple, nella Silicon Valley, e ha lanciato la sua startup nel 2016, con sede principale a Milano.

L’imprinting della sua visione permea tutta l’azienda: quella di un’intelligenza artificiale decentralizzata e condivisa, democratica, dove tutti beneficiano di questa tecnologia, intesa come strumento e non come fine. Perché “decentralizzata”? Perché un’IA “centralizzata” significa che una manciata di aziende controlla tutto: innovazione, economia e, di conseguenza, la democrazia stessa. In cui, dunque, il rischio non consiste in cosa c’è dentro la scatola, ma in chi la controlla. «Ciò significa – dice Uljan Sharka – che chiunque può essere un creatore o un utente e scegliere da che parte stare. Questa è la vera uguaglianza digitale». Ma per rendere questa visione una realtà, l’Europa deve sviluppare il proprio modello di IA: fondato sulla competitività, con un approccio internazionale che al tempo stesso valorizzi i principi europei, e con una regolamentazione che non sia un freno ma un acceleratore di innovazione. «Sa cosa diciamo ai nostri clienti americani? – spiega Sharka – se stai cercando l’intelligenza artificiale più performante vai nella Silicon Valley. Ma se vuoi un’intelligenza artificiale di cui ti puoi fidare, vieni in Europa».

Uno dei punti fondanti della visione di iGenius risiede nel riconoscere il valore dell’European AI Act: «La legge europea sull’intelligenza artificiale – chiarisce Sharka – ha svolto il miglior lavoro possibile nel preservare la libertà individuale e il fondamento della proprietà intellettuale su cui si fonda la società moderna». Dunque, in contraddizione con l’idea che le regole possano soffocare l’innovazione in Europa, la società di IA reputa “essenziale” la costruzione di quadri normativi che tutelino i diritti umani e stabiliscano una base di principi fondamentali. «Ciò che è necessario, tuttavia, è separare la regolamentazione dell’IA – che oggi non rappresenta un ostacolo all’innovazione – dall’utilizzo dei dati», dice Sharka. Questo approccio – fondato sulla diversità e sulla collaborazione anziché sullo scontro – non solo garantisce la sovranità tecnologica europea, ma la posiziona come leader globale nella creazione di un modello alternativo all’AI centralizzata americana o cinese. Un mercato digitale unico. Ecco l’orizzonte verso cui, con queste regole, ci muoviamo, secondo la visione di iGenius: questo approccio alle regole – come elemento unificante dell’Unione, nel rispetto delle diversità culturali e linguistiche degli Stati membri – dice molto della stessa visione di iGenius – aperta e inclusiva – dell’IA. Gli strumenti dell’AI company sono open source e sempre disponibili, ma vengono forniti con una licenza aziendale: questo garantisce continuità operativa e conformità ai requisiti delle imprese, in particolare in settori altamente regolamentati come finanza, pubblica amministrazione, healthcare e industria.

L’IA di iGenius non è solo un prodotto di ricerca e sviluppo, ma prende forma in “AI agent specializzati”, venduti per settori specifici come la consulenza finanziaria, l’ingegneria di impianti di produzione avanzata, la difesa e l’amministrazione pubblica. Spiega Uljan Sharka: «Offriamo, liberamente e apertamente, in linea con i nostri principi e la nostra visione, ciò che chiamiamo intelligenza fondamentale. I nostri LLM e alcuni altri strumenti sono gratuiti, ma con una specializzazione europea: vengono forniti con una licenza aziendale, garantendo continuità operativa e garantendo che questi strumenti siano pensati per le imprese».