Innovazione
Datwave, l’AI di BIP e Google Cloud per elaborare i dati aziendali
Di Francesco Tedeschi
Datwave è lo spin off dedicato all’IA di BIP – la multinazionale della consulenza informatica con la maggiore Data & AI Factory in Italia e la terza in Europa, e Google Cloud.
Una collaborazione di lunga data avviata nel 2016 e che ha trovato solo nel giugno scorso l’espressione più adatta. Secondo Emanuele Ratti, Chief Revenue Officer di Datwave, si è trattato di una “evoluzione naturale della visione strategica di BIP”.
L’intelligenza artificiale sta rapidamente trasformando il modo in cui operano le aziende e la disponibilità di dati nel cloud amplifica questa trasformazione. Le aziende stanno migrando verso il cloud non solo per modernizzare le applicazioni, ma anche per integrare in modo efficiente i servizi di IA, consolidare i dati su piattaforme sicure e collaborative, ottimizzare le performance in termini di data gravity e ridurre la latenza.
A quali applicazioni state lavorando al momento?
Ci concentriamo su diversi ambiti, ma attualmente il marketing e la user experience rappresentano le aree di maggior interesse per i nostri clienti. L’intelligenza artificiale generativa sta rivoluzionando il modo in cui le campagne pubblicitarie vengono create e gestite, attività storicamente delegate alle agenzie. Inoltre, il monitoraggio del ROI delle campagne, tradizionalmente affidato a team specializzati in data analysis, sta diventando più agile e automatizzato grazie alle nuove tecnologie.
In questo contesto, Datwave ha sviluppato competenze specifiche e partnership strategiche nel campo delle digital agency, creazione di contenuti, UX e creatività. Offriamo un supporto completo ai marketer, che va dalla progettazione e implementazione di CDP (Customer Data Platform) integrate con strumenti di Salesforce Automation, alla definizione di strategie pubblicitarie con Google Ads, Meta e altre piattaforme, fino alla creazione e misurazione delle campagne in termini di ROI.
Più in generale le nostre applicazioni coprono un ampio spettro di necessità aziendali, dalle analisi delle performance dei canali e modelli predittivi per churn e propensity, a modelli di clustering dinamico avanzato, calcolo del rischio e job matching. Alcuni modelli sono disponibili come soluzioni pronte a catalogo (AI Solutions) per semplificare l’adozione, mentre altri vengono personalizzati con proprietà intellettuali esclusive in aree di elevato vantaggio competitivo per i nostri clienti.
C’è un grande dibattito circa la regolamentazione sull’IA – quale la vostra posizione?
Abbiamo piena fiducia nel lavoro del Regolatore. Con l’avvento della Generative AI (GenAI), l’adozione dell’intelligenza artificiale ha seguito una crescita esponenziale, ma è fondamentale che questa evoluzione avvenga nel rispetto dei diritti fondamentali e della privacy delle persone. Le linee guida normative rappresentano un passo necessario e corretto per garantire che l’AI continui a migliorare la vita delle persone, piuttosto che alimentare preoccupazioni o incertezze.
BIP ha riconosciuto il potenziale strategico dell’intelligenza artificiale come leva di trasformazione del business ben prima dell’avvento della Generative AI, investendo nella creazione di una “fabbrica di competenze AI” già quasi un decennio fa. Questa visione ha portato BIP a collaborare strettamente con Google Cloud, che da oltre vent’anni integra l’intelligenza artificiale nel cuore della propria strategia di prodotto, sempre con l’obiettivo di generare un impatto positivo sulla vita delle persone. È da questa visione condivisa che è nata Datwave.
Uno dei nostri punti di forza è l’attenzione al design e all’implementazione del set di dati utilizzato per addestrare gli algoritmi. In Datwave, ci impegniamo a ridurre al minimo il rischio di “allucinazioni” dell’AI e a prevenire comportamenti non etici o non sicuri, garantendo che le soluzioni AI siano trasparenti e responsabili.
Datwave si è affidata a Google Cloud per la costruzione della propria impalcatura IA – ma dopo i disagi causati in tutto il mondo dall’azienda Crowdstrike pensate possa risultare un problema affidarsi ad un unico fornitore per la tecnologia?
Ciò che è accaduto con fornitori come Crowdstrike rappresenta senza dubbio una lezione preziosa per l’intero settore. La diversificazione può sicuramente ridurre il rischio legato a una vulnerabilità specifica, ma introduce anche complessità maggiori in termini di integrazione e governance della sicurezza.
Nel caso di Datwave, abbiamo scelto Google Cloud perché rappresenta un’eccellenza sotto molteplici aspetti, soprattutto in termini di sicurezza. Google, infatti, non progetta soluzioni cloud solo per la rivendita, ma le utilizza internamente per il proprio core business, garantendo standard altissimi nella protezione dei dati, sia per le persone che per i business serviti.
Essendo una delle principali data company a livello globale, la sicurezza per Google Cloud è un pilastro fondamentale e questo la rende un partner di grande affidabilità. Inoltre, la nostra collaborazione con Google Cloud si distingue per la capacità di quest’ultima di adattare le proprie soluzioni a esigenze specifiche, soprattutto in settori altamente regolamentati o con requisiti di sicurezza particolarmente stringenti, ad esempio nell’ambito della data sovereignty e dei piani di continuità operativa.
Inoltre, il nostro approccio alla sicurezza è ulteriormente rafforzato dal fatto che BIP, attraverso la divisione Cybersec, valuta costantemente i rischi legati a queste implementazioni, assicurando che le architetture adottate per i nostri clienti siano sempre sicure e affidabili. Per noi, Google rappresenta non solo un partner tecnologico di eccellenza, ma anche una scelta strategica basata su un’esperienza diretta di affidabilità e sicurezza.