Innovazione
Data Center, la proposta di legge di Pastorella per dare una spinta
Di Elisa Tortorolo
I data center sono uno dei cuori pulsanti dell’era digitale. Progettati per ospitare sistemi informatici e di archiviazione, garantiscono la continuità e la sicurezza delle informazioni online. Ma quale ruolo giocano nell’economia italiana e come li tutela il legislatore? Queste alcune delle domande al centro della conferenza stampa che si è tenuta ieri alla Camera dei Deputati per presentare la prima legge delega in materia, a prima firma Giulia Pastorella, dal titolo “Il Data Center e le infrastrutture critiche per il digitale in Italia”.
Cos’è esattamente un Data Center
Un data center è una struttura fisica che ospita computer, server e componenti di rete necessari per raccogliere e archiviare quantità di dati. Cloud pubblici, insomma, dotati di avanzati sistemi di raffreddamento, connessioni di rete ad alta velocità e rigorosi sistemi di sicurezza per garantire affidabilità e protezione delle informazioni.
Le possibilità
Date tali premesse, va da sé che, negli ultimi anni, la necessità di questi spazi sia cresciuta esponenzialmente. Senza di loro, infatti, la nostra costante interconnessione sarebbe insostenibile. Anche per questo il mercato è in forte espansione e il numero delle infrastrutture è in continuo aumento. Secondo le stime dell’Osservatorio Data Center del Politecnico di Milano, i potenziali investimenti in nuovi centri possono raggiungere i 15 miliardi di euro entro il 2025.
Un’opportunità definita «senza precedenti» dai direttori dell’Osservatorio Alessandro Piva e Marina Natalucci, intervenuti nel corso dei lavori, «che tuttavia rischiamo di perdere se non semplifichiamo gli iter burocratici che oggi rendono la vita complicata a Comuni e amministrazioni locali». Infatti, come spesso accade in Italia, un comparto così vantaggioso non è sostenuto da una normativa in grado di organizzare, potenziare e sviluppare a pieno i centri. Da qui, l’esigenza di una riforma di legge.
La posizione di Pastorella
«Oggi gli enti locali sono costretti a improvvisare procedure e modalità spesso lente e farraginose», ha dichiarato Pastorella, la quale, con la legge delega presentata, chiede al Governo di «intervenire per creare percorsi autorizzativi dedicati. È un mondo che va inquadrato, partendo dall’attribuzione di un codice Ateco e arrivando a definire procedure approvative semplificate per la costruzione di nuove infrastrutture. La proposta, prosegue, è frutto di un prezioso lavoro con esperti e stakeholder di settore e mira a riempire un vuoto normativo. Non possiamo lasciare che i Data Center rimangano la ‘Cenerentola’ delle infrastrutture strategiche: se vogliamo dare visione alla transizione digitale dobbiamo lavorare trasversalmente. Non vogliamo creare scorciatoie ma fornire una risposta concreta ed equilibrata, che se da un lato aiuta l’impresa, dall’altro rispetta l’ambiente e le comunità locali».
Il parlamento si mostra ricettivo
A riconoscere l’unità di intenti, presenti molti portatori di interessi ed esponenti politici. In rappresentanza dell’Intergruppo parlamentare per l’innovazione è intervenuto l’onorevole Giulio Centemero, secondo il quale «in questo preciso momento storico la sicurezza dei dati è strategica. La crescita del Paese non può avvenire se lasciamo indietro l’innovazione. Sui centri l’Italia può diventare un hub: in questo senso la pdl è fondamentale». Presente anche il Presidente della Commissione Trasporti della Camera Salvatore Deidda, il quale ha affermato che la pdl «va nella giusta direzione sia nel contenuto che nello spirito di collaborazione e sinergia auspicato dalla maggioranza e dallo stesso Governo, con il Sottosegretario Butti». Deidda auspica che la pdl venga calendarizzata presto: «è proprio in questi settori che si devono intensificare gli sforzi. Sono sicuro che potremmo fare un costruttivo lavoro in Parlamento».