Innovazione

Coopetizione: la strategia ibrida nel Rapporto Ced 2024

20
Novembre 2024
Di Beatrice Telesio di Toritto

Martedì mattina, nella Sala Aldo Moro del Ministero degli Affari Esteri a Roma, è stato presentato il Rapporto Strategico 2024 del Centro Economia Digitale (CED) dal titolo “Coopetizione”. Il neologismo che fonde i concetti di cooperazione e competizione indicando una strategia innovativa per affrontare le sfide della trasformazione digitale e dell’innovazione tecnologica in un mondo sempre più interconnesso e complesso.

La “Coopetizione” emerge come una risposta pragmatica a un contesto globale caratterizzato da rapidi progressi tecnologici e da relazioni geostrategiche in evoluzione. Questo modello si dimostra particolarmente efficace tanto per le imprese quanto per gli Stati, entrambi chiamati a collaborare su tecnologie critiche pur mantenendo un livello di competizione che stimola l’innovazione. Il rapporto, presentato dal fondatore e presidente del CED Rosario Cerra, si propone come una guida strategica per affrontare le sfide dei prossimi 20-30 anni, con un focus su sovranità tecnologica, intelligenza artificiale, transizione energetica e sicurezza informatica. Cerra ha sottolineato come i colossi del mercato tecnologico abbiano trovato un equilibrio strategico tra cooperazione sulle infrastrutture tecnologiche, come il cloud computing, e competizione nei servizi finali.

Una recente analisi ha rivelato come le collaborazioni brevettuali siano cresciute del 159% negli ultimi due decenni, con il settore ICT e quello sanitario in prima linea. Parallelamente, anche a livello statale si è osservata una crescente necessità di approcci coopetitivi, soprattutto in aree come l’intelligenza artificiale e la sostenibilità ambientale. In un mondo segnato da tensioni geopolitiche, la ricerca scientifica internazionale continua a rappresentare un terreno fertile per la cooperazione, con l’Unione Europea che punta a rafforzare i suoi legami con Stati Uniti e Cina pur mantenendo la propria autonomia strategica.

Tra gli interventi istituzionali, quello del Sottosegretario agli Esteri Maria Tripodi ha evidenziato il ruolo centrale della sovranità tecnologica e delle tecnologie di frontiera. Tripodi ha definito la coopetizione come una chiave interpretativa indispensabile per comprendere le complesse dinamiche globali, dove la cooperazione non è più solo un’opzione, ma una necessità per Stati e aziende. Il confronto è proseguito con una tavola rotonda che ha visto protagonisti esponenti di spicco del settore pubblico e privato, ognuno portatore di esperienze e modelli applicativi concreti.

Claudia Squeglia, Direttore Public Affairs di Eni, ha illustrato come l’azienda stia sfruttando la coopetizione per condividere i rischi connessi all’esplorazione delle risorse minerarie e per accelerare la transizione energetica. Diego Ciulli di Google Italy ha rimarcato il ruolo fondamentale della collaborazione tra aziende concorrenti per sviluppare soluzioni innovative nell’intelligenza artificiale e nella trasformazione digitale, ribadendo che l’interazione tra risorse e competenze diverse è essenziale per garantire sostenibilità e successo.

Francesca Bitondo, rappresentante di Microsoft Italy, ha sottolineato l’importanza del dialogo tra pubblico e privato per favorire la coopetizione nel settore dell’intelligenza artificiale generativa, citando il Polo Strategico Nazionale come esempio emblematico. La strategia adottata da Microsoft e OpenAI, o le collaborazioni con aziende come Lumen, dimostrano come la sinergia tra attori apparentemente concorrenti possa creare valore condiviso. Anche Fabio Florio di Cisco ha evidenziato come la cybersecurity rappresenti un campo ideale per la coopetizione, con piattaforme integrate che consentono alle aziende di collaborare per fronteggiare minacce sempre più sofisticate.

Andrea Falessi, Direttore Relazioni Esterne di Open Fiber, ha invece posto l’accento sull’importanza cruciale della connettività come fondamento per la cooperazione e la competizione. «Non può esserci innovazione senza infrastrutture solide e inclusive», ha dichiarato. Falessi ha evidenziato come il modello coopetitivo sia al centro delle strategie di Open Fiber, che collabora con operatori concorrenti per accelerare la digitalizzazione del Paese. «La costruzione di reti a banda ultralarga non è solo un’opportunità tecnologica, ma anche un motore per lo sviluppo economico e sociale. La condivisione di infrastrutture tra aziende è un esempio lampante di come la coopetizione possa generare benefici per tutti, riducendo i costi e migliorando l’efficienza complessiva».

Il rapporto CED offre inoltre raccomandazioni di policy per promuovere un ecosistema di innovazione digitale basato sulla coopetizione. Tra queste, la creazione di consorzi tra università, aziende e istituzioni pubbliche, incentivi economici per progetti collaborativi e lo sviluppo di un sistema di diplomazia tecnologica europea e nazionale.

In un’epoca in cui la velocità del cambiamento richiede soluzioni non convenzionali, la coopetizione si presenta come una strategia in grado di garantire non solo competitività ma anche resilienza e inclusività.

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