Innovazione
ChatGPT, il Garante della Privacy pone cinque condizioni per sbloccarla
Di Giuliana Mastri
Su ChatGPT non è ancora scritta la parola fine in Italia. Ma il Garante della Privacy ha reso note alcune condizioni, a cui la società programmatrice OpenAI dovrà adeguarsi entro il 30 aprile per poter sospendere il provvedimento di limitazione all’uso del suo strumento di intelligenza generativa.
Informativa sulla privacy
Il Garante nel suo comunicato spiega ad OpenAI in che modo i fruitori dovranno essere informati sul trattamento dei dati personali. Si legge: “OpenAI dovrà predisporre e rendere disponibile sul proprio sito un’informativa trasparente, in cui siano illustrate modalità e logica alla base del trattamento dei dati necessari al funzionamento di ChatGPT nonché i diritti attribuiti agli utenti e agli interessati non utenti. L’informativa dovrà essere facilmente accessibile e collocata in una posizione che ne consenta la lettura prima di procedere all’eventuale registrazione al servizio”.
Inoltre, “per gli utenti che si collegano dall’Italia, l’informativa dovrà essere presentata prima del completamento della registrazione e, sempre prima del completamento della registrazione, dovrà essere loro richiesto di dichiarare di essere maggiorenni. Agli utenti già registrati, l’informativa dovrà essere presentata al momento del primo accesso successivo alla riattivazione del servizio e, nella stessa occasione, dovrà essere loro richiesto di superare un age gate che escluda, sulla base dell’età dichiarata, gli utenti minorenni”.
La base giuridica
Il trattamento dei dati personali per lo sviluppo ulteriore di ChatGPT è anche un tema. In merito OpenAI non dovrà stipulare un contratto ad hoc, ma assicurare un consenso informato o un legittimo interesse quale presupposto per utilizzare i dati.
Esercizio dei diritti
«Ulteriori prescrizioni riguardano la messa a disposizione di strumenti utili per permettere agli interessati, anche non utenti, di chiedere la rettifica dei dati personali che li riguardano, generati in modo inesatto dal servizio, o la cancellazione degli stessi, nel caso la rettifica non fosse tecnicamente possibile». L’azienda dovrà far sì che gli utenti e i non utenti possano esercitare il diritto di opporsi al trattamento dei dati qualora vi sia un legittimo interesse.
Dunque la verifica dell’età al momento della registrazione del servizio e un sistema di asseveramento di questa che vieti l’utilizzo ai tredicenni e ai minori qualora non vi sia il consenso dei genitori. Questo meccanismo di verifica dovrà essere pronto al massimo entro il 30 settembre 2023.
Infine, assieme al Garante, OpenAI dovrà promuovere una campagna d’informazione su stampa, radio, tv e web rispetto al fatto che i dati personali degli utenti vengono utilizzati nell’addestramento degli algoritmi.
Gli altri timori
L’intelligenza artificiale è stata quindi problematizzata da un punto di vista della gestione dei dati in Italia. Ma altrove fa più paura rispetto alla capacità di distorcere il lavoro dei media e creare profonda confusione nell’opinione pubblica. I filmati di personaggi politici che dicono cose in realtà mai pronunciate, orientando per un certo periodo di tempo le reazioni via social, spaventano i governi. “Allarme ChatGPT negli Usa”, è il titolo ad esempio di un’inchiesta di Le Monde sugli effetti nel dibattito politico. Le nazioni nemiche di certo sono pronte ad usare queste tecnologie per influenzare i processi elettorali democratici e già si ravvisa una certa attività dalla sponda russa. Ma le risorse per rispondere non mancano e si moltiplicheranno.