Innovazione

Assistant Economy: come gli Assistenti Personali basati su IA trasformeranno le nostre vite

23
Gennaio 2024
Di Axel Donzelli

“I endeavour to give satisfaction, sir.” Citazione pop nota a tanti ma non a tutti. Si tratta di Reginald Jeeves, detto Reggie, il maggiordomo di Bertie Wooster, personaggio sofisticato di una serie di racconti dello scrittore inglese P. G. Wodehouse, da cui hanno tratto anche una serie tv. Letteratura e cinema, nelle loro varie forme, sono ricchi di maggiordomi intelligenti, riservati, colti, ma anche acuti, caustici, a volte razionalmente cinici, ma pronti a dare la giusta risposta al momento giusto, a venire in aiuto quando necessario. Chi non ricorda Alfred, il maggiordomo di Bruce Wayne/Batman; oppure Geoffrey de Il Principe di Bel-Air, o l’insuperabile Jonathan Higgins di Magnum PI. E mille altri.

Provando a fare un parallelismo, nel contesto attuale, quello reale, c’è una rivoluzione in corso nel mondo dell’intelligenza artificiale, con una crescente integrazione di assistenti personali basati su IA nella vita quotidiana. Mustafa Suleyman, co-fondatore e responsabile dell’intelligenza artificiale applicata di DeepMind, prevede che entro i prossimi cinque anni, tutti avranno accesso a propri assistenti personali alimentati da IA. Questi avanzati modelli di IA dovrebbero conoscere intimamente l’utente, andando oltre i compiti di base.

Gli assistenti personali del futuro non si limiteranno a eseguire comandi vocali, ma saranno in grado di ragionare, prioritizzare e persino aiutare nella creatività. Saranno una sorta di assistenti esecutivi personali, capaci di elaborare informazioni e migliorare le decisioni quotidiane. Da un lato, ciò che rende entusiasmante questa prospettiva è la democratizzazione di un servizio che è prevalentemente riservato a persone particolarmente benestanti o a CEO e dirigenti di alto livello. Domani tutti avremo accesso a un livello di assistenza altamente personalizzato.

Il cuore di questi assistenti risiede in avanzati algoritmi, Elaborazione del Linguaggio Naturale (NLP) e machine learning. Queste tecnologie consentiranno agli assistenti di comprendere il linguaggio umano e apprendere dalle interazioni, rendendoli sempre più efficaci nel tempo. Può essere azzardato, può darsi che mi sbagli, ma nella mia testa si è configurata una definizione molto semplice che ho chiamato “Assistant Economy”. Ci sarà uno sviluppo talmente impattante che le nostre vite personali, tralasciando l’impatto che avrà l’IA a livello globale, subiranno una trasformazione radicale. Tutte quelle piccole task – personali e professionali – che ci vedono impegnati quotidianamente saranno assolte al 100% dai nostri Alfred.

Se da un lato le promesse sono entusiasmanti, dall’altro emergono preoccupazioni etiche e sulla privacy. L’importanza della sicurezza dei dati e di un’IA etica resta un aspetto fondamentale.

Già oggi, nel panorama attuale gli assistenti basati su IA, in particolare i “chatbot evoluti”, hanno dominato i titoli dei media nel 2023. Un esperto del settore tecnologico prevede che la prossima ondata di intelligenza artificiale sarà più interattiva e simile all’essere umano.

Il fondatore di Tesla, Elon Musk, ha cercato di affrontare le critiche lanciando Grok, un chatbot beta addestrato per essere sarcastico. La competizione nel settore dell’IA è in continua crescita, con decine di miliardi di dollari investiti globalmente.

Mustafa Suleyman anticipa che la prossima fase dell’IA sarà quella interattiva. “La conversazione è l’interfaccia del futuro“, afferma, sottolineando che l’IA interattiva consentirà una comunicazione più profonda e autonoma.

A questi si aggiungono due hardware che hanno riscosso molta attenzione mediatica in questi mesi, che ha visto i loro nomi rimbalzare un po’ ovunque. Parlo di AI Pin di Humane, il dispositivo indossabile con funzionalità AI pensato per sostituire lo smartphone, che si aggancia magneticamente ai vestiti o ad altre superfici. L’interfaccia è prevalentemente vocale, con un proiettore laser verde che può proiettare informazioni sul palmo della mano dell’utente.

Più recentemente, in salsa tamagotchi, è stato lanciato al CES di Las Vegas Rabbit R1. Un aggeggino arancione con un piccolo schermo, che mira a semplificare l’uso degli smartphone introducendo un dispositivo compatto con un sistema operativo basato su linguaggio naturale. Il dispositivo gestisce una vasta gamma di attività attraverso comandi vocali, ponendosi l’obiettivo di contrastare l’attuale tendenza degli smartphone focalizzati sull’intrattenimento e a favore di un’esperienza più pratica.

Il futuro degli A(I)ssistant sembra brillante, ma naturalmente emergono preoccupazioni. Se da un lato l’IA sta aprendo a nuove opportunità impensabili prima, alcune previsioni negative suggeriscono rischi come la sostituzione di lavori e la proliferazione di deepfake videos. Tuttavia, il progresso tecnologico continua, e l’era degli assistenti personali basati su IA sembra imminente, promettendo un futuro più efficiente?

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