Innovazione
Aerospazio, Leonardo chiede una legge italiana per la governance
Di Giampiero Cinelli
Colmare il vuoto normativo nel settore dell’aerospazio e fare di questo segmento economico uno dei traini. Due imperativi che sono apparsi molto chiari nel convegno di stamane intitolato “Una legge italiana per lo spazio”, organizzato da Leonardo tramite la sua Fondazione, in occasione della giornata nazionale dello Spazio. Come sottolineato anche dal presidente di Leonardo Luciano Carta, «operare con la certezza del diritto in un contesto di governance di riferimento aiuterebbe a sviluppare una migliore partnership pubblico-privato», ritenendo egli necessario seguire l’esempio di altri Paesi che si sono già portati avanti come Francia, Germania e Giappone.
Il quadro generale nelle relazioni internazionali è dato dal Trattato sullo spazio extra atmosferico del 1967, ancora valido in molti suoi elementi. Quaranta Paesi hanno anche una legge nazionale, che all’Italia manca. I quattro principali obbiettivi di una legge sarebbero sostenere la ricerca e l’innovazione, aiutare la crescita delle attività spaziali, determinare i diritti, i doveri e le responsabilità di tutti gli attori, adeguare il quadro normativo nazionale a quello della Ue e dei principali Stati con cui l’Italia intrattiene relazioni nel settore spaziale.
C’era il ministro della Difesa Guido Crosetto, un esperto della materia, il quale ha messo in chiaro gli intenti del governo, ovvero raggiungere i 7 miliardi di investimenti nei prossimi 5 anni. Secondo il ministro l’aerospazio è anche una componente di autonomia strategica nazionale ed europea e va costantemente coltivato e rilanciato, per mantenere il Paese credibile nelle relazioni istituzionali e commerciali, in un contesto globale. Siccome è difficile competere, vanno incentivate le partnership a livello europeo e internazionale, mantenendo una continuità di programmi.
«Lo spazio è diventato uno dei comparti più strategici per il nostro Paese. Anche per questo è necessaria e urgente una riflessione sull’assetto giuridico del settore spaziale, un assetto nazionale che dovrà rientrare in un complessivo riordino della governance globale alla luce di quello che sta avvenendo nello spazio», ha detto invece il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, aprendo i lavori della giornata. Urso ha prospettato una riforma nazionale che è nelle intenzioni, funzionale a salvaguardare gli asset nazionali e fornire all’industria gli strumenti per essere competitiva. Chiaro ad ogni modo quanto sia necessario favorire un dibattito sulle regole globali, ha sostenuto il ministro.
Il ruolo chiave di Leonardo
Leonardo cerca di far crescere le piccole e medie imprese del settore. Un caso di successo è quello delle partecipate Thales Alenia Space Italia e Telespazio, entrambe joint venture con il gruppo francese Thales. Inoltre la guerra in Ucraina ha reso evidente l’importanza della capacità spaziale per il supporto delle infrastrutture satellitari occidentali a favore delle forze militari. Questo in sostanza il messaggio che ha voluto far passare l’Ad di Leonardo Alessandro Profumo.
Il presidente della Fondazione Leonardo Luciano Violante ha fatto notare in un intervento su La Repubblica: «Il nostro è il Paese che negli ultimi tre anni è cresciuto di più in Europa tanto in termini di investimenti assoluti quanto per la percentuale dei propri investimenti nel bilancio europeo dello Spazio. Si pone ora l’esigenza di una regolazione. Man mano che crescono le valorizzazioni economiche, gli avanzamenti tecnologici, le scoperte scientifiche, cresce il numero degli attori, delle opportunità e dei rischi. Cresce, parallelamente, l’esigenza di definire principi validi per tutti e dare certezze a coloro che operano nelle attività spaziali».