In Parlamento

Re Carlo III parla a Montecitorio, chiede cooperazione sull’ambiente e sulla politica estera

09
Aprile 2025
Di Giuliana Mastri

Può definirsi storico il discorso di Re Carlo III davanti alle Camere riunite del Parlamento italiano, un evento senza precedenti per un sovrano britannico. Accolto a Montecitorio dai presidenti Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, il re ha aperto il suo intervento in italiano, con un tono ironico e umile: «Spero di non rovinare la lingua di Dante al punto da non essere più invitato in Italia». Questo esordio ha subito scaldato l’aula, preparando il terreno a un discorso che ha intrecciato memoria storica, legami bilaterali e urgenze dell’attualità.

Uno dei punti focali è stato il richiamo alla «profonda amicizia» tra Regno Unito e Italia, un rapporto che, secondo il sovrano, affonda le radici «a più di duemila anni fa». Re Carlo ha sottolineato l’importanza di rafforzare questa collaborazione in un mondo segnato da «sfide e incertezze», citando Dante per chiudere il suo intervento: «E poi uscimmo a riveder le stelle». La scelta di questa immagine poetica non è casuale: evoca speranza e resilienza, valori cruciali in un contesto globale turbato da conflitti e crisi ambientali.

Tra i temi di attualità più rilevanti, il re ha affrontato la guerra in Ucraina, un passaggio che ha riscosso particolare attenzione. Pur senza entrare in dettagli politici, ha ribadito l’impegno comune di Italia e Regno Unito nel sostenere Kiev, un segnale di continuità con la politica estera britannica post-Brexit. Questo riferimento si lega alla strategia di Londra di riaffermare il proprio «soft power» in Europa, come sottolineato dal biografo Robert Hardman: il viaggio a Roma è «cruciale» per rinsaldare i rapporti con gli alleati europei.

Altro tema centrale è stato il cambiamento climatico, una questione che Re Carlo ha definito «tristemente confermata dagli eventi». Ha ricordato i moniti lanciati sedici anni fa in Italia, evidenziando come «tempeste estreme» e la minaccia all’ecosistema, con «moltissime specie a rischio estinzione», rendano la posta in gioco «altissima». L’Italia, con la sua ricca biodiversità, è stata citata come esempio virtuoso, e il re ha lodato la cooperazione tra i due Paesi nella tutela ambientale, un appello che risuona con le priorità globali del 2025, anno del nuovo Giubileo e di crescenti pressioni per azioni concrete contro la crisi climatica.

Il discorso ha avuto anche un forte accento emotivo e personale. Re Carlo ha reso omaggio alla partigiana Paola Del Din, che «ottant’anni fa, proprio oggi», si lanciò con il paracadute per una missione con le forze britanniche, celebrandone il coraggio a 101 anni. Ha ricordato inoltre Giovanni Falcone, simbolo della lotta alla mafia, e la visita della madre Elisabetta a Capaci dopo l’attentato: «L’Italia sarà sempre nel mio cuore, come lo fu per la mia adorata madre». Questi riferimenti hanno scatenato standing ovation, rafforzando il legame affettivo con l’Italia.

Nonostante un piccolo incidente – lo speaker ha interrotto il discorso pensando fosse concluso, suscitando il sorriso del re che ha replicato «Non ho ancora finito» – l’intervento è stato un successo. In un’epoca di tensioni geopolitiche e ambientali, Re Carlo ha offerto una visione di unità e impegno condiviso, rendendo il suo discorso un momento significativo per l’attualità del 2025.