In Parlamento
Ponte sullo Stretto. La Camera vota la fiducia al Disegno di Legge
Di Giampiero Cinelli
Il Ponte sullo Stretto si farà. Forse. Ma intanto oggi la Camera ha posto la questione di fiducia, con 206 sì e 124 no, sul disegno di legge che converte il decreto recante disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra Calabria e Sicilia.
A contare è stato il voto delle forze di governo, che hanno registrato una forte perplessità tra le opposizioni. Domani ci sarà il voto finale su tutto il testo, mentre oggi si è votato sull’articolo unico del ddl senza emendamenti e subemendamenti.
Anche il Terzo polo, che nella fase di dichiarazione di voto aveva ribadito la sua volontà a collaborare, alla fine ha espresso volontà contraria attraverso l’intervento di Giulia Pastorella, dato che permangono «perplessità di tipo progettuale» ma non ideologiche, ed è pesato per il gruppo l’essersi sentito poco ascoltato nel lavoro nelle commissioni, nonostante loro sostenessero la necessità di adeguamenti.
Le critiche le conosciamo: i costi, che ora dovrebbero attestarsi a 13,5 miliardi, 15 secondo l’opposizione, mentre dodici anni fa erano 8,5, il pericolo sismico ed eolico, l’assenza di coperture allo stato attuale (che in verità il Def certifica non esserci, ma l’obiettivo è individuarle nella Legge di Stabilità), il monito dell’Anac della possibilità di contenziosi con la vecchia società concessionaria e con la Corte di Giustizia Europea nel caso si dovesse superare il 50% dei costi rispetto al contratto originario. Poi la delicatezza di un’opera assegnata senza gara. A tutto questo la maggioranza ha risposto in Aula dicendo che la vecchia società ha rinunciato a ogni azione legale – su tale punto bisognerà approfondire –, che il superamento del tetto al costo non ci sarà perché ci si basterà sugli indici Istat e su un parametro basato sulla media delle variazioni di valore dei primi quattro progetti banditi da Rfi e Anas nel 2022 e 2023 al netto dell’inflazione, e che i tecnici hanno rassicurato sul tema della staticità.
Il Ponte sullo Stretto sarebbe lungo tra i 3,3 e i 3,5 chilometri, arrivando ad essere tra i ponti sospesi più lunghi del mondo, assimilabile a quello di Akashi in Giappone. Quello giapponese però non ha le ferrovie, previste nel progetto italiano. L’idea di far passare i treni è stata poi abbandonata dai nipponici che non l’hanno ritenuta idonea, e su questo punto battono le opposizioni. Mancano le ferrovie anche nel primo ponte per lunghezza al mondo che è quello sullo Stretto dei Dardanelli. Ad ogni modo la campata unica sarebbe concepita per permettere il transito anche alle grandi navi nelle acque sottostanti. Il progetto nostrano quindi non è forse così irrealizzabile come da anni viene propagandato. Tuttavia questo disegno di legge, anche se venisse approvato, si concentra maggiormente su passaggi preliminari di ordine gestionale, come ad esempio la riattivazione della società del ponte sullo Stretto e ancora non permette di avere un’idea molto concreta della fase di costruzione. La prima pietra, nell’ipotesi più rosea, verrebbe posta l’anno prossimo.