In Parlamento

Manovra, Parlamento pronto a discuterla

30
Ottobre 2023
Di Giampiero Cinelli

La manovra c’è. Alla fine le intese sono arrivate verbalmente senza emendamenti formali e con alcuni ritocchi ci si avvia all’iter in Parlamento. Martedì alle 13.30 la Commissione Bilancio del Senato esaminerà il testo, nella fase di discussione generale il governo ha assicurato che terrà conto con la massima attenzione delle istanze delle altri parti politiche. Ma è imperativo fare presto e approvare un documento che rappresenta un importante giro di boa nel mese in cui le agenzie di rating fanno la loro valutazione e si definiscono i contorni della nuova governance economica europea.

Come detto la nuova legge di bilancio si concentra sulle modifiche fiscali che interessano il ceto medio-basso, con la modifica delle aliquote Irpef e lo sgravio di contributi e tassazione sul lavoro. Il canone Rai viene ridotto ma parzialmente compensato da un contributo da 430 milioni, erogato in tre rate a gennaio, marzo e giugno. Sugli affitti brevi passa l’aliquota al 26% per l’affitto dalla seconda alla quarta casa ma resta al 21% per la prima casa. Inoltre bisognerà possedere un codice identificativo da parte dei titolari di immobili. Più alte la tasse per chi vende casa dopo una ristrutturazione con il Superbonus, tuttavia c’è la possibilità di neutralizzare la tassazione della plusvalenza se si vende l’immobile dopo 10 anni dalla fine dei lavori. A sorpresa per il 2024 dovrebbe essere confermata Quota 103, con un tetto e, pur rimanendo il requisito dei 62 anni di età e 41 di contributi, i dipendenti privati dovrebbero aspettare 6 mesi per ricevere il primo assegno e i dipendenti pubblici 9 mesi. Infine restano le polemiche per l’Iva che va al 22% su alcuni beni di prima necessità come i pannolini.

L’esecutivo si è accordato stamane in occasione anche della riunione del Consiglio dei Ministri che ha discusso questioni amministrative. Si è parlato poi delle riforme istituzionali, concordando sulla discussione nel prossimo Cdm della riforma del premierato, su cui sta lavorando il ministro Maria Elisabetta Alberti Casellati e su cui si trovano d’accordo i partiti di maggioranza. L’elezione diretta del Presidente del Consiglio secondo i fautori sarebbe un modo per dare più potere ai cittadini nelle elezioni. Se passasse la riforma verrebbero aboliti i senatori a vita, permettendo a quelli ora in carica di terminare il loro mandato, e sarebbero nominati senatori a vita solamente gli ex presidenti della Repubblica. L’opposizione teme che il premierato possa togliere autorevolezza al Capo dello Stato e al Parlamento.