In Parlamento
Ddl Superbonus, il Senato lavora per rimediare ai pericolosi stalli
Di Giampiero Cinelli
La Commissione Finanze del Senato si è riunita stamane, proseguendo l’esame del Ddl n. 1005, approvato dalla Camera, recante misure urgenti relative alle agevolazioni fiscali in edilizia. Si tratta in pratica della legge sul Superbonus. Il termine per la presentazione degli emendamenti e degli ordini del giorno è fissato lunedì 12 a mezzogiorno. Il disegno di legge è atteso in Aula nella settimana dal 20 al 22 febbraio.
Da quanto emerge, la volontà del governo è di non apportare modifiche al testo prima dell’approdo in Aula. Ma ovviamente una dialettica politica difficilmente si potrà evitare, specie su un provvedimento che ha in ballo le sorti economiche di molti cittadini.
Quando l’agevolazione al 110% non viene persa
Come spiegato nei verbali del Senato, nel Ddl si prevede che, le detrazioni spettanti per gli interventi rientranti nella disciplina del cosiddetto Superbonus, effettuati fino al 31 dicembre 2023 (con le relative certificazioni degli stati di avanzamento), e ove sia stata esercitata l’opzione per lo sconto in fattura, nonché per la cessione del credito d’imposta, non siano oggetto di recupero in caso di mancata ultimazione dell’intervento stesso. Detto più semplicemente: i benefici fiscali o finanziari spettanti a privati o imprese, se rientrano in questa casistica, saranno mantenuti.
Contributo ai redditi bassi
Viene riconosciuto, inoltre, ai cittadini con reddito di riferimento non superiore a 15.000 euro, e che abbiano raggiunto uno stato di avanzamento dei lavori non inferiore al 60% al 31 dicembre 2023, uno specifico contributo.
Alcuni paletti
L’articolo 2, comma 1, «estende il divieto generale di fruizione indiretta, attraverso la cessione del credito o dello sconto in fattura dell’agevolazione, anche agli interventi di demolizione e ricostruzione degli edifici in zone sismiche 1, 2 e 3, compresi in piani di recupero di patrimoni edilizi o riqualificazione urbana, e per le quali non sia stato richiesto, prima del 30 dicembre 2023, il relativo titolo abilitativo».
Assicurazioni nei luoghi sismici
Per i contribuenti che usufruiscono della detrazione al 110% (Superbonus) per interventi effettuati nei comuni dei territori colpiti da eventi sismici, c’è l’obbligo di stipulare contratti assicurativi a copertura dei danni cagionati agli immobili da calamità naturali ed eventi catastrofali.
Le regole sull’abbattimento delle barriere
Si arriva poi alla disciplina delle detrazioni Irpef per l’abbattimento delle barriere architettoniche, che fa capo a leggi precedenti. «Le norme in esame restringono, dal 30 dicembre 2023, l’ambito oggettivo dell’agevolazione: essa viene limitata agli interventi aventi ad oggetto scale, rampe e l’installazione di ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici. È inoltre specificato che per usufruire della detrazione delle spese documentate sostenute, i pagamenti devono essere effettuati con il cosiddetto “bonifico parlante”».
Sconto e cessione del credito per la rimozione barriere
Viene poi chiarito che il rispetto dei requisiti richiesti dalla legge per l’accesso alla detrazione deve risultare da un’apposita asseverazione rilasciata da tecnici abilitati. Si legge nei resoconti della Commissione: «Le modifiche in esame limitano al 31 dicembre 2023 l’operatività delle norme». Qualora vi si rientrasse, è ancora permesso lo sconto in fattura o la cessione del credito riguardo a interventi agevolati di eliminazione delle barriere architettoniche. «Tali opzioni rimangono praticabili per gli interventi dei condomini sulle parti comuni degli edifici e per le persone fisiche, in alcune specifiche ipotesi. Inoltre, lo sconto in fattura e la cessione del credito restano applicabili per le spese sostenute in relazione agli interventi per i quali, in data antecedente al 30 dicembre 2023, risulti presentata la richiesta del titolo abilitativo, ove necessario; ove non sia prevista, ove siano già iniziati i lavori oppure, nel caso in cui i lavori non siano ancora iniziati, sia già stato stipulato un accordo vincolante tra le parti per la fornitura dei beni e dei servizi oggetto dei lavori e sia stato versato un acconto sul prezzo. Ai sensi dell’articolo 4, il decreto è vigente dal 30 dicembre 2023».
Il titolo abitativo
Lo sconto in fattura e la cessione del credito restano applicabili per le spese sostenute in relazione agli interventi per i quali, in data antecedente al 30 dicembre 2023, risulti presentata la richiesta del titolo abilitativo, ove necessario; ove non sia prevista, ove siano già iniziati i lavori oppure, nel caso in cui i lavori non siano ancora iniziati, sia già stato stipulato un accordo vincolante tra le parti per la fornitura dei beni e dei servizi oggetto dei lavori e sia stato versato un acconto sul prezzo. Ai sensi dell’articolo 4, il decreto è vigente dal 30 dicembre 2023.
La situazione
Per intenderci, il governo sta cercando di prorogare alcune possibilità, specificando in quali casi siano considerate ancora valide. Generalmente si parla di tutto quello che era stato fatto entro la fine del 2023. Però non tutti coloro che hanno hanno sfruttato le agevolazioni avevano terminato i loro lavori al 31 dicembre, dunque la richiesta principale era di continuare a consentire le cessioni dei crediti, anche oltre un primo passaggio, in modo da permettere alle imprese di ottenere liquidità tramite le banche e ultimare i progetti. Vedremo se intanto questo provvedimento sortirà dei frutti e se seguiranno altri interventi statali, al fine di scongiurare situazioni di grave difficoltà sia per gli imprenditori che per gli utenti.