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Chi sono i capi di gabinetto del governo Meloni. I nomi, le conferme e le novità
Di Alessandro Caruso
Sono la cerniera necessaria tra l’indirizzo politico e l’azione amministrativa, le figure senza le quali il potere esecutivo non riuscirebbe a esercitare la sua funzione. Sono, insomma, i grandi architetti di stato, i commis d’etat o “mandarini”: si tratta dei capi di gabinetto e capi dell’ufficio legislativo dei ministeri, i pilastri dei cosiddetti uffici di diretta collaborazione dei ministri. Normalmente espressione dell’intellighentia giuridico-amministrativa che si articola tra il Consiglio di Stato, l’Avvocatura dello Stato, la Corte dei Conti e la Scuola nazionale dell’amministrazione.
Ebbene se il totoministri è finito, adesso si è aperto il totoministeri. I nomi che circolano in queste ore sembrano confermare quell’aspettativa sulla continuità con il governo Draghi. Una continuità percepibile anche nelle parole scelte dalla Meloni questa mattina nel suo discorso di insediamento alla Camera per raccontare il passaggio di testimone con il suo predecessore: “Ha offerto la sua massima disponibilità per garantire un passaggio di consegne veloce e sereno con il nuovo governo. Così dovrebbe sempre accadere, e così accade, nelle grandi democrazie”.
I NUOVI “MANDARINI”
Molti capi di gabinetto, infatti, potrebbero essere riconfermati rispetto alla precedente compagine governativa. A cominciare da Carlo Deodato, che ha ricoperto il ruolo di capo del DAGL (Dipartimento Affari Giuridici e Legislativi di Palazzo Chigi) con Draghi, probabile segretario generale della Presidenza del Consiglio. Il nuovo capo di gabinetto di Palazzo Chigi potrebbe diventare il professore Gaetano Caputi, capo di gabinetto di Garavaglia al Turismo nel precedente governo, magistrato, direttore generale della Consob dal 2011 al 2015, nonché già capo dell’Ufficio legislativo sia del Mef sia del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. La Meloni dovrebbe quindi affidare il suo inchiostro a uno dei massimi conoscitori in Italia della macchina amministrativa.
Francesca Quadri dovrebbe essere il nome designato al DAGL.
Da quanto risulta a The Watcher Post, dovrebbe essere confermato il professore Alfonso Celotto capo di gabinetto alle Riforme istituzionali, il dicastero affidato a Elisabetta Casellati. Celotto rappresenta l’eccezione che conferma la regola, la sua provenienza infatti, come è noto, non è la magistratura amministrativa. Ordinario di Diritto costituzionale, è stato capo di gabinetto e capo Ufficio legislativo dei ministri Bonino (Politiche europee), Calderoli (Semplificazione normativa), Tremonti (Economia), Barca (Coesione territoriale), Trigilia (Coesione territoriale), Guidi (Sviluppo economico) e Grillo (Salute).
Per quanto riguarda il Mef il condizionale è d’obbligo, come per il resto delle “indiscrezioni”: si fa il nome di Daria Perrotta come capo o vicecapo gabinetto e di Stefano Varone come capo dell’Ufficio legislativo, con attività di coordinamento di finanze e tesoro. La sua nomina d’altronde non sarebbe una sorpresa poiché con Giorgetti ha un rapporto collaudato dalla sua ultima esperienza di capo gabinetto al Mise. L’alternativa a Daria Perrotta al Mef potrebbe essere Glauco Zaccardi, attuale capo dell’Ufficio legislativo dello stesso ministero, oppure una condizione immutata che vedrebbe la conferma dell’attuale Giuseppe Chiné.
Alle Infrastrutture Salvini porterà con sé Alfredo Storto come capo gabinetto, già capo dell’Ufficio legislativo di Daniele Franco nel governo Draghi. Mentre Ermenegilda Siniscalchi, già capo di gabinetto alla Famiglia quando il ministro era Lorenzo Fontana, attuale presidente della Camera, potrebbe approdare agli Affari Ue, con Raffaele Fitto.
Alla Giustizia Nordio sembra avere già scelto il suo capo di gabinetto, si tratta di Alberto Rizzo, presidente del Tribunale di Vicenza, che prenderà il posto di Raffaele Piccirillo.
Per il ministero della sanità il nuovo ministro Orazio Schillaci avrebbe indicato il suo capo di gabinetto: Arnaldo Morace Pinelli, professore di Diritto Privato a Tor Vergata, l’Università di cui Schillaci è Rettore.
All’istruzione potrebbe rimanere Luigi Fiorentino. Invece come capo gabinetto allo sport, con Abodi, circola il nome di Giovanni Panebianco, già capo di gabinetto alle Politiche giovanili durante il governo Draghi.
Al ministero del Lavoro si fanno più nomi come futuri capi di gabinetto. Il più quotato, al momento, sembra quello di Mauro Nori, già direttore generale dell’Inps, consigliere di Giovanni Tria e attualmente consigliere del Cnel. Ed è proprio dal Cnel che potrebbero uscire nuove candidature per questo ruolo.
Al ministero dello Sport, Abodi potrà contare su Massimiliano Atelli come capo di gabinetto. Magistrato della Corte dei Conti, Atelli è già stato capo di gabinetto, capo dell’Ufficio legislativo e capo della Segreteria tecnica con diversi Ministri dell’Ambiente.
I governi passano, i commis rimangono. Queste figure, in fondo, rappresentano una continuità che non si ferma al governo Draghi, ma va molto oltre: la loro competenza, riconosciuta a livello trasversale, rappresenta una radicata garanzia del funzionamento dello stato.