Food
UE, la nuova bozza sulle emissioni CO2 preoccupa gli allevamenti
Di Giampiero Cinelli
A Bruxelles si aggira una nuova proposta per la riduzione delle emissioni industriali. Ma non è una buona notizia per gli allevamenti di suini e di pollame. A svelarlo il sito Euractiv che fa riferimento a un documento della Commissione europea, a quanto pare mostrato al gruppo di lavoro ambiente in vista del Consiglio europeo di marzo. In sostanza, si tratterebbe della revisione della direttiva, presentata nell’aprile 2022, che mira a ridurre le emissioni nocive provenienti dagli impianti industriali. Il novero viene ampliato arrivando ad includere alcuni dei più grandi allevamenti di bestiame dell’UE. Secondo gli addetti ai lavori, però, anche le piccole e medie imprese potrebbero esserne sfavorite.
Il nodo è rappresentato dalla definizione di “industriale”, in base al calcolo delle unità di allevamento. Se verrà fatto riferimento all’indagine del 2020 sulla quantità e la dimensione degli allevamenti industriali in Europa, ad essere colpiti sarebbero più della metà degli allevamenti di suini e pollame, in bassa percentuale invece quelli di bovini. Per capirci, stiamo innanzi tutto parlando di abbassare le soglie entro le quali un’azienda è considerata inquinante e a rischiare sono anche le ditte che trattano più di 150 bovini. Coldiretti aveva già espresso la sua contrarietà. Ma è più probabile che si utilizzerà lo studio del 2016, comunque stringente e da molti criticato sulla sua attendibilità. In questo caso ad adempiere sarebbero il 18% degli allevamenti suini, il 15% di quelli di pollame e il 10% di quelli ovini.
Non è difficile individuare capienze del genere, e anche se le imprese non dovrebbero cessare l’attività dall’oggi al domani, sarebbero costrette a rinfilarsi nel girone della burocrazia e a fare altri investimenti, attestando di utilizzare ad esempio sistemi di ventilazione, mangimi sostenibili, con la riduzione dei consumi energetici. Come spesso capita nello sviluppo di direttive così dirimenti, in sede europea scoppia la bagarre, non tutti sono d’accordo e non stupirebbe vedere un Parlamento europeo che tergiversa. Il responsabile europeo di Coldiretti Paolo Di Stefano ha attaccato apertamente la Commissione lamentando un’evidente approssimazione nello studio d’impatto. Ma ci sono Paesi, anche se non viene subito da pensarci, i quali essendo meno competitivi di altri sul settore zootecnico, non sarebbero poi così contrari a danneggiare il mercato della carne, favorendo nuovi prodotti.