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Pericolo siccità, Costa: «Ci sono condizioni per stato di emergenza»

21
Giugno 2022
Di Giampiero Cinelli

Il pericolo siccità è concreto e le istituzioni non stanno a guardare. A questo punto il risparmio dell’acqua non è più una fantasia. Il presidente Nicola Zingaretti ha dichiarato oggi durante una riunione in prefettura: «Lo stato di Calamità servirà ad adottare immediatamente le prime misure e a invitare i sindaci alle prime norme di contenimento. Ovviamente dobbiamo prepararci ad una situazione che sarà molto critica che dovrà basarsi sul risparmio idrico di tutte le attività a cominciare dai consumi familiari». Acea (l’azienda idrica di Roma e Lazio) ha fatto sapere che per adesso non sono previste turnazioni. Ma siccome si tratta di fenomeni naturali è comunque opportuno ridurre il consumo di acqua. Lo stato di calamità nel Lazio sarà proclamato ufficialmente entro domani e «darà strumenti utili a prelievi, ci auguriamo limitati, che permettano la non turnazione nel territorio di Roma e provincia». Sempre domani ci sarà un Osservatorio straordinario con Comune, Regione, Consorzio di bonifica e Autorità di bacino del Tevere per affrontare il tema dell’emergenza. Una situazione così è simile a quella del 2017, l’anno più secco dal 1800. Probabile quindi la chiusura delle fontane e il rifornimento solo attraverso autocisterne in alcune zone della Capitale. Ravvisato un importante calo di portata del Tevere. Nella riunione è stato detto che la provincia che più sta soffrendo è il viterbese.

Costa non ha dubbi

A girare il dito nella piaga la già nota percentuale di perdita idrica nelle condutture del Paese, fino al 43%. Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa è deciso: «Credo ci siano le condizioni per arrivare a dichiarare lo stato di emergenza». Costa ha sottolineato che «la preoccupazione delle Regioni è giustificata e il Governo condividerà un percorso con le Regioni. Dobbiamo sostenere il comparto agricolo, che non è solo produttivo ma vitale per il nostro Paese grazie al presidio e alla manutenzione del nostro territorio». Le maggiori criticità al nord. Il Po tocca i livelli più bassi da oltre 70 anni e in Piemonte inizia a svanire anche la speranza per le colture: senza piogge il Vercellese non ce la fa a far maturare i suoi prodotti. 170 i Comuni piemontesi che hanno emesso limiti e divieti. 9 in Liguria. A Bolzano oggi e domani bollino rosso. Preoccupazione anche in Molise per le poche piogge. Mentre L’Emilia-Romagna annuncia una cabina di regia per discutere dell’emergenza. In settimana è prevista una riunione del governo per analizzare la situazione e valutare eventuali misure per far fronte all’emergenza.

Dall’Europa

Gli organi europei hanno espresso piena consapevolezza che la crisi climatica, unita a quella alimentare, esacerbata dalla guerra, può condurre a squilibri serissimi. “L’Ue e i suoi Stati membri sono solidali con i Paesi partner più colpiti e rafforzeranno il loro sostegno come attore globale reattivo, responsabile e affidabile”, si legge in un documento in occasione del Consiglio sugli affari esteri di ieri. L’Ue è pronta a fare il possibile per gli aiuti umanitari e di emergenza. E ha specificato che le sanzioni “non vietano l’importazione e il trasporto di prodotti agricoli russi, il pagamento di tali esportazioni russe o la fornitura di sementi da parte di Paesi terzi, ma si limitano a colpire le persone e le entità sanzionate”, si legge. “Le sanzioni sono specificamente concepite per non colpire i prodotti alimentari e agricoli e, laddove pertinenti, i divieti settoriali includono eccezioni specifiche per tali prodotti“. Possiamo quindi sperare almeno che l’instabilità bellica e lo squilibrio ambientale non si intreccino troppo generando danni ad altri Paesi, con conseguenti reazioni a catena.

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