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Nodo Pac, Padania e Puglia non potranno coltivare grano e mais?
Di Giampiero Cinelli
Una novità che desta sorpresa e necessita di ulteriori approfondimenti. L’Unione Europea ha varato il nuovo testo sulla Politica agricola comune – Pac 2023-2027 – e il capitolo che riguarda l’incentivazione della biodiversità può mettere in seria difficoltà la Pianura Padana e il Tavoliere delle Puglie. Perché, come si apprende da imprenditori locali, la produzione di mais e di grano rischia di essere vietata per un anno sì e uno no, dal 2024.
Lo stop è in funzione dell’abbandono della monosuccessione, verso un principio di varietà delle colture e di rotazione. In soldoni cosa vuol dire? Che la Padania non può continuare a produrre il cereale che la caratterizza da anni, il mais, mentre la il Tavoliere delle Puglie non può ostinarsi a coltivare solo grano duro per la pasta, ma viene chiesto uno sforzo di riqualificazione. Secondo l’Unione Europea la monocultura mette più a rischio l’ambiente, depaupera il terreno e appunto la biodiversità. Motivo per cui, come diffuso in una nota, i Paesi dell’Ue dovranno impegnarsi nel ripristino degli ecosistemi con sistemi efficaci, «in particolare quelli con il maggior potenziale di cattura e stoccaggio del carbonio e di prevenzione e riduzione dell’impatto dei disastri naturali».
Un programma così perentorio è rischioso per le aziende, che possono subire forti perdite economiche e incorrere in problemi nel rapporto coi fornitori, per via di molti contratti vigenti. Una soluzione per le imprese agricole ci sarebbe, quella di non rispettare la norma a condizione però di rinunciare ai fondi europei. Una scelta molto difficile da fare, in quanto i contributi sono molto utili ai piani aziendali e vengono ormai percepiti da molto tempo. Si parla in media di 150 euro per ettaro coltivato nel Tavoliere e di 200 euro per la Pianura Padana. Allo stesso tempo però gli agricoltori temono che le modifiche richieste possano far diminuire i profitti e la fecondità delle coltivazioni.
Il Piemonte ha prodotto 1,2 milioni di tonnellate di mais nel 2022, pari al 26,6% del totale nazionale, di cui il 10,6% nella sola provincia di Torino, la Lombardia 1,17 milioni, pari al 24,9%, il Veneto 1,04 milioni, pari al 22,1%. Per il grano duro, dalla Puglia sono arrivate 802mila tonnellate nel 2022, il 21,4% del totale nazionale, di cui il 16% nella sola provincia di Foggia. La Sicilia ne vanta 682mila, il 18,2%.
Le direttive della nuova Pac potrebbero spingere i coltivatori padani a produrre soia, non perdendo così i sussidi europei, ma andando incontro a raccolti meno densi in tonnellate. Mentre in Puglia l’ipotesi di rinunciare alle risorse comunitarie è più concreta, visto che si dice lo specifico clima e la crescente siccità non diano molte alternative. Ma questa decisione coraggiosa dipenderà anche dalla quotazione del frumento, oggi ribassata.