Food
La Turchia investe nel turismo gastronomico sostenibile come leva per diversificare la sua offerta
Di Marta Calderini
Si chiude un altro anno di record per la Turchia, che conferma la sua lenta ma decisa scalata verso una posizione sempre più rilevante nello scacchiere internazionale.
Tra i settori in cui il Paese continua a collezionare successi c’è sicuramente il turismo: nel 2024 l’obiettivo era accogliere 61 milioni di turisti stranieri e gli ultimi dati pubblicati dal Ministero della Cultura e del Turismo della Repubblica di Turchia promettono bene. Questa grande crescita è frutto di una strategia vincente mirata a rendere il comparto sempre più attrattivo e resiliente.
Già pioniere del turismo sostenibile con più di 17.500 strutture ricettive verificate e 1.300 certificate secondo i criteri del Global Sustainable Tourism Council (GSTC), il Paese ora sta investendo anche nel turismo gastronomico per diversificare la sua offerta cercando punti di incontro tra il suo ricco patrimonio culinario con le moderne pratiche eco-consapevoli. Una leva che si sta rivelando vincente: secondo un rapporto di Anadolu Agency, nel 2024 il turismo gastronomico dovrebbe aver generato 18 miliardi di euro di introiti, destinati a crescere fino a 25 nel 2025.
Il turista gastronomico cerca esperienze che permettano di esplorare l’offerta culinaria di una regione entrando in contatto con la cultura locale attraverso piatti locali autentici e bevande tradizionali. La Turchia, grazie alla sua collocazione geografica, alla sua morfologia e a una cultura ricca di contaminazioni dall’Europa, dall’Asia e dal Medio Oriente, vanta un’offerta culinaria decisamente variegata sia per quanto riguarda i sapori, sia per le tecniche di lavorazione e cottura delle materie prime. Oggi la Turchia ha registrato ben 2.218 prodotti, provenienti da tutto il Paese, all’Istituto turco dei brevetti assegnando a ciascuno la certificazione di provenienza geografica. Investire nella sostenibilità del settore gastronomico è strategico per due ragioni: da un lato per preservare i sapori autentici del Paese, dall’altro perché la competizione nel settore del turismo gastronomico è molto accesa, soprattutto tra i paesi che affacciano sul Mediterraneo e godono quindi di un clima mite e un ecosistema che favorisce la biodiversità. In questo contesto, la sostenibilità può rappresentare un elemento di diversificazione interessante che, unito alla ricchezza di contaminazioni culturali, può rendere più attrattivo il panorama culinario turco.
Questi sforzi non stanno passando inosservati nemmeno ai palati più esigenti. La Guida MICHELIN, infatti, in soli due anni dalla sua prima edizione turca, ha già assegnato la Stella Verde Michelin a 10 ristoranti, riconoscendo gli sforzi degli chef nel preservare l’eredità culinaria turca, portandola però nel futuro attraverso molte interpretazioni moderne di piatti tradizionali che pongono l’accento sulla sostenibilità.
La Turchia ora sta lavorando di concerto con il GSTC per preparare un nuovo modulo del Programma di Turismo Sostenibile focalizzato proprio sui servizi di ristorazione per accelerare la transizione sostenibile del settore. Questa nuova serie di criteri GSTC servirà come standard globale di sostenibilità nel settore gastronomico. Un obiettivo ambizioso, che conferma il desiderio della Turchia di affermarsi nel panorama geopolitico mondiale giocando tutte le sue carte, anche in cucina.