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La Russia manterrà gli accordi sul grano, ma la parola data non basta

24
Luglio 2022
Di Flavia Iannilli

Erdogan non ci pensa due volte a farsi assegnare la vittoria per aver fatto incontrare le parti russe e ucraine in relazione alla crisi del grano. Venerdì scorso Istanbul è stata teatro dell’accordo proposto per alleviare la crisi globale mondiale; la firma tra Ucraina e Russia è il passaggio necessario per permettere al grano di attraversare il Mar Nero.

Gli occhi della comunità internazionale erano puntati sulla capitale turca, l’accordo per la ripresa delle esportazioni di grano ha previsto la firma anche da parte del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. La collaborazione tra Onu e Turchia ha permesso di definire un “pacchetto” di misure per riprendere le esportazioni di grano e facilitare le spedizioni russe sia di fertilizzanti sia del grano stesso. Il portavoce del ministero degli Esteri ucraino Oleg Nikolenko è stato chiaro in merito al documento, il quale costringerà i contraenti a garantire «il funzionamento sicuro delle rotte di esportazione nel Mar Nero» sottolineando però che Kiev firmerà «solo decisioni che garantiranno la sicurezza delle regioni meridionali dell’Ucraina, posizioni forti delle forze armate ucraine nel Mar Nero e esportazioni sicure di prodotti agricoli ucraini».

L’intesa raggiunta venerdì si conquista il plauso degli Stati Uniti che accolgono positivamente lo sblocco dei corridoi. Stando ad una fonte interna, in una prima fase, si prevede lo sblocco delle circa 80 navi con prodotti alimentari che erano ferme nei porti ucraini. Facendo dei rapidi calcoli questo consentirà, nelle prossime settimane, la consegna di circa 25mln di tonnellate di grano ai mercati globali.

Sembrava l’inizio della distensione del conflitto, ma l’incanto non ha tardato a sgretolarsi. Un attacco missilistico su Odessa per ordine di Putin aiuta tutti a tornare alla realtà. In meno di 24 ore Mosca, per dirla con le parole di Nikolenko, ha «sputato in faccia a Onu e Turchia». Dei quattro missili lanciati dalla Russia due sono stati intercettati dalle forze di difesa antiaeree, i restanti due hanno colpito delle strutture infrastrutturali del porto cruciali per il famoso accordo sul grano.

Una linea di azione che preoccupa l’Ue come traspare dal tweet dell’Alto Rappresentante della Politica Borrell: “L’Ue condanna fermamente l’attacco missilistico russo al porto di Odessa. Colpire un obiettivo cruciale per l’esportazione di grano un giorno dopo la firma degli accordi di Istanbul è particolarmente riprovevole e dimostra ancora una volta il totale disprezzo della Russia per il diritto e gli impegni internazionali”.

A Borrell si aggiunge Paolo Gentiloni, Commissario per l’Economia all’Ue, sempre sulla stessa piattaforma social.

Non tarda ad arrivare il commento del Presidente Zelensky: «Dimostra solo una cosa: non importa cosa dica o prometta la Russia, troverà il modo di non attuare l’intesa».

Nikolenko, ad oggi, sottolinea l’importanza per l’Ucraina di poter godere di un’attuazione rigorosa degli accordi sul ripristino dell’esportazione sicura di prodotti agricoli ucraini. Affinchè questo avvenga i porti che devono essere sbloccati sono: Odessa, Chornomorsk e Yuzhnoye. Il portavoce del ministero degli Esteri ucraino chiede che Nazioni Unite e Turchia garantiscano che Mosca rispetti i propri obblighi. Nel caso in cui così non fosse la Russia si dovrà prendere la piena responsabilità dell’aggravarsi della crisi alimentare che riguarda tutto il mondo.

Da Mosca arrivano l’ammissione dell’attacco, ma precisando che le infrastrutture militari erano l’obiettivo dell’attacco sul porto, in virtù di tale chiarimento Lavrov, oggi al Cairo, ha confermato che «la Russia manterrà gli impegni presi sul grano». D’altronde dopo le dimissioni di Boris Johnson, la caduta del “Whatever it takes” che salvò tutta l’Europa tranne l’Italia, il cancelliere Scholz che non gode di larghi apprezzamenti, il Presidente Emmanuel Macron che perde la maggioranza è difficile poter dare importanza alla parola data.