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La crescita della birra in Italia tra e-commerce e sostenibilità

13
Luglio 2022
Di Vanessa Gloria

Nella cornice dell’Hotel De Russie a Roma è stato presentato da Assobirra l’Annual Report 2021, anno che per il settore della birra in Italia è stato caratterizzato da luci e ombre. Il comparto birrario italiano, infatti, sta tornando a crescere con risultati positivi sul fronte della produzione, dei consumi e dell’export che si riavvicinano, e in alcuni casi superano, i livelli del 2019.  Questa ripresa deve però fare i conti con il peso dei rincari di materie prime e dei costi energetici che hanno iniziato il loro percorso di aumento proprio nell’estate del 2021.

Il Report 2021 di Assobirra si apre con un bicchiere mezzo pieno che racchiude fatti, opinioni e fotografie di un comparto che può, ma soprattutto vuole, crescere nonostante la complessità e l’incertezza. Il mercato si stima in ripresa e all’apparenza verso il ritorno alla normalità. Una realtà più complessa, se si considera però il 2020, quando il settore ha perso 1,4 miliardi di euro di valore condiviso, che equivalgono a circa 15 mila posti di lavoro. È importante a questo proposito rimarcare come la birra crei opportunità di lavoro qualificate non solo all’interno dei birrifici, ma soprattutto a valle e a monte della produzione: nel 2020, per ogni addetto alla produzione della birra, il settore è riuscito a generare comunque 29,5 occupati complessivi a livello di filiera.

Oggi, invece, dopo la pandemia e con rischi di stagflazione all’orizzonte, è stato avviato un dialogo e un percorso volto a rispondere agli interessi di tutto il comparto e della filiera connessa, con l’obiettivo di riequilibrare la tassazione per tornare a crescere e a creare valore per il Paese. Secondo Assobirra bisognerà avviare un percorso volto a migliorare la cultura della birra in Italia, anche tramite campagne associative che raccontino le birre da prospettive diverse.

Un Paese, il nostro a vocazione birraria, i consumatori hanno infatti, via via sviluppato un palato collettivo sempre più raffinato per la birra, e hanno apprezzato come in Italia si possano produrre prodotti di altissimo livello, inoltre dal 1980 i consumi di alcolici in Italia sono stati dimezzati, e oggi abbiamo il consumo di alcol pro-capite più basso in Europa. La birra ha avuto un ruolo in questo processo, innanzitutto come bevanda alcolica da pasto a minor gradazione, che accompagna gentilmente le nostre eccellenze in cucina, ma senza mai voler prevalere. E soprattutto allo sforzo delle aziende del comparto che, da decenni, propongono campagne e modelli di consumo responsabile all’avanguardia. Anche questo fattore ha contribuito alla cultura della moderazione che caratterizza oggi il nostro Paese, che oggi può essere preso come modello a livello europeo.

Secondo quanto riporta il Report oggi è necessaria una prospettiva che coinvolga il comparto intero e, di più, il contesto allargato delle filiere che contribuiamo ad alimentare, come quelle agricole, del vetro, della logistica e distribuzione. Inoltre, questi due anni di pandemia hanno certamente modificato lo stile di vita degli italiani, specialmente a lavoro: sono circa il 20% i lavoratori che hanno stabilmente cambiato le loro abitudini, con l’introduzione in Azienda della modalità smart, mentre un altro 7% è in attesa di decisione da parte dell’Azienda; in tutto, sono il 30% i lavoratori che possono usufruire oggi di questa flessibilità, con una grande disparità in termini di ruoli (dirigenti e quadri) e anche territoriali (meno al Nord Est, nel Sud e nei piccoli centri sotto i 100mila abitanti). Sebbene oggi si sia quasi tornati alla normalità, gli italiani dichiarano ancora di uscire meno per aperitivi pranzi e cene (58%), un retaggio forse da considerarsi in parte derivante dai comportamenti acquisiti nei mesi passati e in parte dal consolidamento dello smartworking che tiene più “a casa” le persone. Le preoccupazioni economiche influenzano le scelte d’acquisto dei consumatori, che si dichiarano molto attenti ai prezzi 41% (lo dimostra anche la forte crescita delle private label). Si confermano inoltre la forte attenzione ai temi della sostenibilità – valore che il 33% degli italiani dichiara di sostenere anche a fronte di un piccolo sacrificio economico – e il consolidamento dell’e-commerce per lo shopping (30%); inferiore il dato relativo all’e-commerce per la spesa alimentare, con solo il 12% degli italiani che dichiara di farne uso.

Il comparto in cifre – La produzione di birra nel 2021 ha raggiunto quota 17,6 milioni di ettolitri, superando – anche grazie alle esportazioni – i livelli raggiunti nel 2019 (17,3 milioni di ettolitri) e quelli del 2020 (15,8 milioni di ettolitri). I consumi toccano i 20,8 milioni di ettolitri non ancora a livelli 2019, ma superiori alle cifre del 2020 (18,9 milioni di ettolitri). Anche l’export ha ripreso quota, con volumi pari a 3,8 milioni di ettolitri, superiori a quelli del 2019 (3,5 milioni) e del 2020 (3,3 milioni) con la conferma del gradimento della birra Made in Italy in Paesi a forte tradizione birraria, come il Regno Unito che accoglie il 46,9% delle birre esportate, gli Stati Uniti (8,6%) e l’Australia (6,4%), un attestato al merito per i livelli di eccellenza raggiunti dalla produzione nostrana. Si segnala, poi, un calo dell’import rispetto al periodo pre-pandemico, con 7 milioni di ettolitri nel 2021 verso i 7,4 milioni del 2019.

Anche nell’anno in corso la birra in Italia sta riuscendo a mettere a segno risultati positivi, soprattutto in termini di volumi. Tuttavia, gli ingenti rincari di materie prime e utility rischiano di compromettere la ripresa del comparto birrario, faticosamente conquistata dopo la pandemia. Nel 2020 il settore ha già perso 1,4 miliardi di euro di valore condiviso, che equivalgono a 15 mila posti di lavoro, e nel 2021 ha sofferto ulteriori mesi di chiusure dettate dall’emergenza sanitaria. Per far fronte agli impatti della pandemia, il comparto birrario ha già ridotto costi, implementato ottimizzazioni e realizzato investimenti mirati e quindi non è più in grado di assorbire ulteriori aumenti. Scongiurare ulteriori contraccolpi è strategico per mantenere la competitività del comparto e i livelli di valore generato.

Sicuramente la birra in Italia vuole crescere, e commenta Alfredo Pratolongo, Presidente di AssoBirra: «L’auspicio è quello di non interrompere questo percorso, ma di lavorare ancora più uniti per affrontare le sfide e per cogliere le opportunità – a maggior ragione di fronte alla grande in – certezza che caratterizzerà i prossimi anni – per non perdere il valore esistente e soprattutto per generarne di ulteriore. AssoBirra è pronta a fare la sua parte, ancora una volta, insieme».

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