Food
Giornata della Terra, l’impronta ecologica dell’alimentazione
Di Alessio Ambrosino
Il 22 aprile di ogni anno si celebra l’Earth Day, la Giornata Mondiale della Terra. Questa ricorrenza è stata istituita per la prima volta nel 1970 dalle Nazioni Unite per porre l’attenzione sulla salvaguardia dell’ambiente e del nostro pianeta. Il cambiamento climatico è naturalmente al centro del dibattito, non solo in questa giornata ma ormai anche in consessi internazionali come le COP sul clima. La tanto agognata transizione green non dipende solamente dalla diminuzione, ad esempio, delle emissioni industriali: ma anche da una parziale rivisitazione delle nostre abitudini alimentari, che passa naturalmente attraverso la prevenzione dello spreco alimentare.
LO SPRECO ALIMENTARE E LA PERDITA DI TERRENO COLTIVABILE
L’impatto ambientale, ma anche la cosiddetta “carbon footprint” che ognuno di noi ha sul nostro pianeta è in buona parte dipendente dagli sprechi alimentari. Rimanendo solamente in Italia, la FAO ha stimato le perdite agroalimentari a circa il 26% della produzione nazionale, calcolando i dati aggregati tra frutta, vegetali, ed altri prodotti agricoli, sia a livello domestico che nelle diverse filiere. In questo quadro si inserisce anche il rapporto Waste Watcher International Observatory, pubblicato ogni anno a febbraio, che nell’edizione 2022 ha calcolato una media di circa 500 grammi di cibo sprecato per persona nelle famiglie italiane a settimana.
Combattere gli sprechi alimentari è possibile. Alcune best practices come ridurre l’acquisto di prodotti con imballaggi in plastica, o aumentare la raccolta differenziata possono essere decisive per favorire lo sviluppo sostenibile. In tal senso sono fondamentali campagne di sensibilizzazione su questi temi, soprattutto verso le nuove generazioni.
L’allarme lanciato oggi da Coldiretti in merito alla perdita del 28% dei territori coltivati in Italia negli ultimi 25 anni, fotografa anche una situazione in cui il nostro Paese è costretto sempre di più a dipendere dalle importazioni di materie prime. I danni per il settore agricolo italiano sono evidenti: Coldiretti ha sottolineato come la sparizione di terra fertile non pesa infatti solo sugli approvvigionamenti alimentari, ma anche sulla tenuta idrogeologica del suolo, in una prospettiva aggravata pesantemente dai cambiamenti climatici che vedono un costante aumento delle temperature a livello globale.
CAMBIARE DIETA PER IL PIANETA
Il contributo alla salute del pianeta può arrivare anche da una variazione delle nostre abitudini alimentari e della dieta. Come rilevato dall’Istituto Medico Europeo dell’Obesità, questo può avvenire riducendo il consumo di carne, che contribuisce alle emissioni di gas serra, privilegiando quindi le proteine vegetali. Questo non significa passare totalmente a diete vegetariane o vegane, ma bilanciare in maniera più equilibrata i diversi componenti nutritivi attraverso la cosiddetta dieta “flexetariana”. Negli ultimi anni c’è stato un avvicinamento sempre maggiore ad una alimentazione indirizzata sempre di più verso il plant-based: i consumatori italiani sono sempre più propensi all’acquisto di alimenti in base ai valori nutrizionali.
L’impronta ecologica dei prodotti vegetali è senza dubbio minore, richiedendo un utilizzo più contenuto di risorse naturali come acqua ed energia. Nell’ottica dello sviluppo sostenibile, è quindi importante comprendere quanto la nostra alimentazione può incidere sul futuro del pianeta. La Giornata Mondiale della Terra è un’occasione per ricordarci quanto possiamo fare per salvaguardare l’ambiente che ci circonda, ogni giorno.