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Curcuma, jolly in cucina e in salute. Perché dovremmo mangiarla

28
Maggio 2024
Di Giuliana Mastri

Una spezia fino a pochi anni fa sconosciuta nelle nostre cucine, sta conquistando un’attenzione di primo piano all’interno della cultura degli italiani. Stiamo parlando della curcuma, che noi vediamo sempre come una polvere giallo-arancio acceso, che sta bene sia sulla carne, sia sul pesce, sia sui vegetali.

Le proprietà
Ma la curcuma non è solo una spezia versatile e dal sapore interessante, è anche un cibo dalle proprietà benefiche strabilianti. Grazie al suo principio attivo, la curcumina, contenuta nella radice di varie specie di curcuma, in particolare in quella della curcuma longa (o curcuma domestica). La curcumina venne isolata per la prima volta dai rizomi della curcuma nel 1815 da Vogel e Pelletier, che le diedero il nome ancora oggi in uso.

Gli usi
La radice della curcuma è particolarmente sfruttata nella cucina indiana e asiatica per preparare il curry e varie salse tipiche locali, mentre in medicina ayurvedica, grazie al contenuto di curcumina, è utilizza da molti secoli per il trattamento di una grande varietà di disturbi.


Simile alla tonalità dello zafferano, nell’industria alimentare e cosmetica la Curcumina rappresenta un additivo alimentare colorante giallo-arancio, etichettato con la sigla E100. Modeste e ancor più variabili sarebbero le concentrazioni di Curcumina nel curry e negli altri prodotti derivati.

Dal punto di vista chimico-nutrizionale, la curcumina è classificata tra i fenoli (più precisamente polifenoli).

Vendite in aumento
Le vendite annuali della curcumina sono aumentate soprattutto a partire dal 2012, grazie all’aumento della popolarità come supplemento dietetico (integratore alimentare), inoltre, è sempre più diffusa nei cosmetici per la cura della pelle. Il mercato economicamente più rilevante è localizzato in Nord America, dove nel 2014 le vendite hanno superato i 20 milioni di dollari.

I benefici
La curcumina è antiossidante, protegge le strutture cellulari dagli effetti lesivi dei radicali liberi dell’ossigeno, è antinfiammatoria: riduce l’espressione di enzimi coinvolti nello sviluppo della reazione infiammatoria ed è anche antitumorale: da un lato inibendo il processo di neoangiogenesi e dall’altro inducendo il processo apoptotico.

Gli studi
Per questo viene impiegata nel trattamento delle patologie infiammatorie, anche ad andamento cronico, nella prevenzione dell’invecchiamento e delle patologie ossidative come la cataratta, nella gestione della patologia artrosica e artritica, nella prevenzione delle patologie neurodegenerative come l’Alzheimer
e come protezione epatica. Molto interessanti sono gli studi attualmente pubblicati in letteratura sui potenziali effetti preventivi e terapeutici della Curcumina e dei curcuminoidi.
 Sebbene gran parte di questi lavori sia stata condotta su modelli sperimentali, non mancano indicazioni preziose anche in vivo per l’essere umano.


Per il microbiota
L’azione sembra positiva anche in ottica digestiva e di trattamento per l’apparato digerente. La curcumina è impiegata soprattutto nel trattamento dei disturbi digestivi grazie alla sua azione coleretica e colagoga, carminativa e antispastiche, diminuendo il gonfiore e i dolori addominali, migliorando la digestione. A risentirne positivamente è poi il microbiota intestinale, fattore chiave per il corretto funzionamento generale dell’organismo.

A differenza di molti altri antiossidanti, la curcumina ha una duplice attività in quanto è in grado sia di prevenire la formazione di radicali liberi sia di neutralizzare i radicali liberi già esistenti.

Possibile antitumorale
Al di fuori di questo tratto, la limitata biodisponibilità della sostanza pone maggiori dubbi sulle potenziali applicazioni cliniche, assai promettenti in vitro e su modelli animali, ma difficilmente trasferibili all’essere umano in toto. Ad ogni modo, l’abilità della curcumina di indurre la morte di vari tipi di cellule tumorali in vitro, ha poi suscitato interesse soprattutto nella prevenzione di alcuni tipi di cancro, come quello orale, gastrico, epatico, pancreatico e soprattutto colon-rettale.

Dosaggi e modalità di utilizzo
Negli ultimi anni sono sorte diverse forme di curcumina brevettate, dove la sostanza si trova lavorata in modo tale e/o coniugata ad altre molecole allo scopo di favorirne l’assorbimento. Considerato che l’emivita dopo somministrazione orale varia dalle due alle otto ore, è auspicabile l’assunzione di Curcumina in dosi multiple (3 o 4) durante la giornata.
Le dosi normalmente consigliate variano da 400 a 800 mg, da ripetere tre volte al giorno. Se ne consiglia l’assunzione a stomaco pieno.

Effetti Collaterali
Due studi clinici preliminari effettuati in pazienti affetti da cancro, che hanno consumato alte dosi di Curcumina (fino a 8 grammi al giorno per 3-4 mesi) non hanno mostrato alcuna tossicità, anche se certi individui hanno lamentato nausea o diarrea lieve. E all’uso della Curcumina e dei curcuminoidi, seppur raramente, è stata associata la comparsa di dolori epigastrici e gastrite, ipertransaminasemia transiente

Controindicazioni
Controindicazioni all’uso di Curcumina e curcuminoidi ci sono in caso di ipersensibilità al principio attivo, litiasi biliare e patologie ostruttive delle vie biliari.

Precauzioni per l’uso di curcumina dovrebbe essere evitato, data l’assenza di studi a riguardo, durante la gravidanza e nel successivo periodo di allattamento al seno. Un’attenta supervisione medica durante l’assunzione di curcumina, sarebbe invece necessaria nei pazienti affetti da reflusso gastroesofageo od ulcera peptica, data la potenziale azione irritante nei confronti della mucosa gastrica.