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Reddito di libertà per le vittime di violenza: il governo sblocca 30 milioni
Di Ilaria Donatio
Un fondo da 30 milioni per la libertà. Per la precisione si tratta del “reddito di libertà”, appena sbloccato dal governo e che destinerebbe un contributo economico alle donne vittime di violenza per sostenerne l’autonomia e l’indipendenza.
Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, il decreto, con la ripartizione regionale e le istruzioni su come richiedere l’aiuto all’Inps, è stato firmato e bollinato dalla Ragioneria e ora è prossimo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Si tratta di una novità, nonostante sia stato introdotto dal governo nel dicembre 2020, perché la misura si è dovuta scontrare con diversi intoppi. Le risorse destinate al reddito di libertà sono infatti da subito risultate insufficienti per soddisfare tutte le richieste presentate. In aggiunta, la complessità della burocrazia ha allungato ancora di più i tempi.
Necessario rivolgersi a un centro antiviolenza
Il reddito di libertà, previsto dal Dl 34/2020, è stato stabilizzato e finanziato a regime dalla legge di Bilancio 2024. Per accedere a questo aiuto, la donna vittima di maltrattamenti deve essersi rivolta a un centro antiviolenza (Cav): nella domanda del sussidio sono infatti previsti una dichiarazione del responsabile legale del centro, che attesti il percorso di emancipazione e autonomia intrapreso, e una dichiarazione dei servizi sociali del Comune di residenza che attesti lo stato di bisogno della richiedente.
L’ammontare e a chi spetta
Il reddito di libertà è un contributo massimo di 500 euro al mese, per un massimo di dodici mensilità, destinato alle donne vittime di violenza, senza figli o con figli minori, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle regioni e dai servizi sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza. La misura è finalizzata a sostenere prioritariamente le spese per assicurare l’autonomia abitativa e la riacquisizione dell’autonomia personale, nonché il percorso scolastico e formativo dei figli o delle figlie minori.
Risorse ripartite tra le regioni
Il “Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza” è stato rifinanziato dall’ultima legge di bilancio con una dote di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026, scrive Il Sole 24 Ore. Le risorse, che ammontano a 30 milioni di euro – secondo quanto fissa ora il nuovo decreto attuativo firmato dai ministri Roccella, Calderone e Giorgetti – saranno ripartite tra le Regioni in base alla popolazione femminile residente, nella fascia di età compresa tra i 18 e i 67 anni di età.
Come ottenere il contributo mensile
Le domande possono essere presentate all’Inps tra il 1° gennaio e il 31 dicembre di ogni anno. Le istanze possono essere ripresentate se non accettate per mancanza di fondi e devono essere effettuate con il modello di autocertificazione messo a punto dall’Istituto di previdenza e devono essere accompagnate dalla dichiarazione del centro antiviolenza e dei servizi sociali, che attestino il percorso di emancipazione e il bisogno urgente legato alla violenza subita dalla donna. Il reddito è finalizzato a sostenere l’autonomia abitativa e la formazione scolastica e professionale dei figli minori, se presenti.