Fill the gap
Maternità, la Roccella introduce il codice di autodisciplina per le aziende
Di Gaia De Scalzi
Solo tre macro direzioni, semplici e chiare, volte a favorire – all’interno delle aziende private – politiche a sostegno sia della maternità sia dei percorsi di carriera delle mamme lavoratrici. Così si propone il codice di autodisciplina voluto dalla Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Maria Roccella, e presentato oggi a Roma in occasione dell’evento “La maternità (NON) è un’impresa”. Accanto a lei la collega e reggente del dicastero del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone. In platea centinaia di aziende pronte a sottoscrivere un codice che si affianca alla Certificazione della parità di genere alle imprese, prevista dal PNRR.
Non un obbligo bensì una scelta libera per far decollare l’empowerment femminile nel nostro Paese, ancora troppo assente nel mercato del lavoro, soprattutto quando di mezzo ci sono i figli. Infatti, secondo i dati dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, l’85% delle lavoratrici si dimette perché impossibilitata a conciliare la carriera con la cura della prole. Ed è così che, anche nel 2022, il crollo demografico non ha subito battute d’arresto con quasi 7 mila nati in meno rispetto all’anno precedente (dati Istat). Un caso, anche stavolta, tutto italiano, considerato che in paesi come Francia e Germania la denatalità si combatte a colpi di politiche pro-procreazione e servizi per la prima infanzia.
Parte della soluzione sembra risiedere nei 4,4 milioni di aziende che costituiscono l’ecosistema industriale nostrano e che da oggi si impegneranno, con maggior forza, a: favorire la continuità di carriera delle madri, attraverso formazione e neutralizzazione del gender pay gap; garantire iniziative di prevenzione e cura dei bisogni di salute, con pacchetti di assistenza sanitaria integrativa e attenzione alla medicina di genere; assicurare l’adattamento dei tempi e modi di lavoro, grazie a flessibilità d’orario e copertura delle spese per la prima infanzia, l’educazione e l’assistenza domestica.
Perché se è vero – come ha ricordato la Ministra Roccella – «Il governo sta facendo la sua parte su questo fronte», è altresì vero che «c’è bisogno di un’alleanza, di creare anche nel mondo del lavoro un clima amichevole nei confronti di chi è genitore, sostenendolo in un lavoro che è socialmente utile e per il bene di tutti. Non abbiamo la fissa dei piani quinquennali, non siamo dirigisti. Crediamo nella sussidiarietà» – ha poi aggiunto.
Della stessa opinione anche la Ministra Calderone che commenta: «Per le donne poter vivere l’esperienza lavorativa e della maternità, senza dover fare scelte e senza vedersi precludere la possibilità di carriera, deve essere un diritto oltre al fatto che deve essere colta come opportunità – sottolineando che in Italia -se l’occupazione femminile fosse in linea con la strategia di Lisbona potremmo contare sul 7% di Pil in più».
«Futuro e investimento sono le parole chiave di questo patto», così in un videomessaggio anche la premier Giorgia Meloni che, non potendo partecipare per impegni concomitanti, ha voluto ringraziare non solo la Ministra Roccella per l’iniziativa ma anche le imprese schierate in platea. «Nessuno meglio delle nostre aziende – ha detto – sa quanto sia importante fare investimenti produttivi e quanto sia importante scommettere sul domani. Nessuno più di questo Governo crede che l’investimento nella natalità, per invertire il trend demografico, voglia dire scommettere su noi stessi. Perché senza figli avremo un’Italia più povera, sarà a rischio la sostenibilità del nostro welfare e verrà meno quella staffetta generazionale sulla quale si fonda la capacità di portare nel futuro la nostra identità di popolo».
A sottoscrivere il codice di autodisciplina in favore della maternità sono state circa cento realtà imprenditoriali tra cui: Acea, Coca Cola Hbc Italia, Enel, Leonardo, Lottomatica, Organon, Pirelli, Prysmian, Utopia e Vinci Energies Italia.