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L’essenziale in Terra di Nessuno, un racconto dal Meeting di Rimini 2024

26
Agosto 2024
Di Pietro Cristoferi

Siamo in “Terra di Nessuno”, quel terreno dove durante la Prima Guerra Mondiale si scontravano le forze militari dopo settimane di stagnazione al riparo nelle trincee. Una mostra del Meeting di Rimini di quest’anno racconta la straordinaria vicenda della tregua della notte di Natale del 1914 dove inglesi e tedeschi decisero di sospendere le ostilità uscendo dalle proprie posizioni per festeggiare insieme a quei soldati che fino al giorno prima avevano considerato un nemico. Sono queste vicende, questi racconti che sembrano di un altro mondo, le storie di cui si nutre il Meeting: la sua essenza.

Il tema di quest’anno era “Se non siamo alla ricerca dell’essenziale, allora cosa cerchiamo?” da una frase dello scrittore statunitense Cormac McCarthy. Per i padiglioni della fiera si respira profondamente tutto il significato di questa domanda. L’essenziale è nei volti dei 3000 volontari che decidono, anche in questa 45esima edizione, di donare una loro settimana di vacanze o di ferie alla costruzione dell’evento. In chi assicura un buongiorno al mattino agli ingressi dei parcheggi, in chi serve alla ristorazione, in chi spiega una delle molte mostre ed esposizioni presenti nella fiera, si coglie questa possibilità di respiro.

La vera essenza del Meeting è in questo popolo che partecipa attivamente ad una vita viva che scorre con tutto il suo carico di emozioni in questa settimana. Persone che alle volte si incontrano solo una volta l’anno e lo fanno proprio in questa occasione.

Per raccontare cos’è questa ricerca dell’essenziale vi sono alcuni momenti chiave della settimana che gli organizzatori hanno scelto, come privilegiati. Ad esempio, la visita del Cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini. A lui il compito nell’incontro inaugurale di testimoniare la sofferenza ma anche tutta la speranza di una presenza per la pace in Terra Santa, territori segnati dal conflitto arabo-israeliano. Inoltre da Pizzaballa un forte invito a non vivere una fede asettica ma presente e di testimonianza nel mondo: “la fede non è una risposta a tutte le domande. La fede è una relazione dentro la quale tutte le domande trovano spazio”.

C’è di più: sempre nel raccontare i germogli di una speranza anche in un tempo di conflitto, è assolutamente centrale per cogliere l’“essenza” di questo Meeting 2024, il dialogo con Rami Elhanan, israeliano, e Bassam Aramin, palestinese, entrambi padri, entrambi accomunati dal dolore per la perdita delle figlie; amici in un mondo che vorrebbe far prevalere la logica dello scontro. La loro storia è raccontata nel libro di Colum McCann, “Apeirogon”. Una storia apparentemente impossibile, di come due uomini hanno trasformato un grande dolore in azioni per la pace e la convivenza tra i due popoli.

Il dialogo è aperto anche sulle nuove sfide come quella dell’Intelligenza Artificiale. Su questo centrale il richiamo all’attenzione lanciato da Padre Paolo Benanti, consigliere di Papa Francesco sui temi dell’intelligenza artificiale e dell’etica della tecnologia, riguardo alla “softwarizzazione pervasiva” con una “realtà che inizia ad essere definita sempre di più dal software dove cambiano le catene del potere. E la necessità quindi di capire come fare a democratizzare il potere computazionale”. La necessità di porre al centro l’essenza umana nel dibattito su futuro tecnologico globale.

E la politica? Forse la politica è più presente e pervasiva sui quotidiani, ma passa tra i padiglioni e gli stand allestiti da ogni ministero in fiera. Si può pensare che l’augurio che il Meeting fa ai decisori è quello di cogliere questa ricerca dell’essenziale. Come ogni anno il tentativo è questo: cercare di dare spunti, talvolta anche provocazioni, per rappresentare che un metodo, una modalità di costruire per il bene comune, in maniera “essenziale” è possibile. A questo interrogativo, da sempre presente nel popolo del Meeting, non è dato sapere se ministri e esponenti di maggioranza e opposizione daranno risposta, ma proprio perché è uno dei pochi luoghi che pone domande alla politica, la presenza è quindi irrinunciabile.

Il Meeting di Rimini è questo, come abbiamo detto “Terra di Nessuno”, nel senso che non appartiene ad una parte, ma permette il dialogo tra tutti. Credere in un posto come il Meeting di Rimini significa credere in luoghi dove costruire è possibile.

Proprio dietro questa incessante esigenza di costruire sarà il tema del Meeting del prossimo anno (dal 22 al 27 agosto 2025), a partire da una poesia dello scrittore T. S. Eliot: “Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi”.

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