Fill the gap

Gender gap, la strada è lunga e non si può mollare

09
Ottobre 2024
Di Giampiero Cinelli

Il Global gender gap index ci dice che l’Italia è 86sima nel mondo e 37sima in Europa rispetto al divario di opportunità tra uomo e donna. Il gap di genere all’interno del Paese è nell’ordine del 30%. Una situazione che si riflette più evidentemente nei salari. Innanzi tutto perché le donne lavorano in media meno ore, per via del maggiore ricorso a part time e, ovviamente, alla maternità. Poi perché lavorano maggiormente in settori dove gli stipendi sono inferiori, ad esempio i lavori di cura, scegliendo non frequentemente percorsi di studio nelle materie Stem (scienza, tecnologia, ingegneria, matematica). Le donne iscritte in facoltà Stem In Italia sono il 39%, ancora meno per quanto riguarda l’informatica (15% contro il 19% della media europea). L’intero quadro si traduce in minori opportunità di carriera: solo il 21% delle donne in Italia occupa posizioni dirigenziali. E al di là dei fattori oggettivi e strutturali che abbiamo citato, vi sono anche elementi legati strettamente al pregiudizio, quando ci si trova ad assegnare incarichi o a selezionare personale, come segnalano gli osservatori in ambito di gender gap, che ricordano anche quanto si perde in termini economici dalla disomogeneità di impiego: ben tre miliardi.

Di pari opportunità si è parlato a Largo Chigi, il talk di The Watcher Post. Paola Mancini, senatrice di Fdi e membro della Commissione Affari Sociali, ha detto che bisogna insistere sul fatto che una maternità non può comportare una compromissione di carriera. La flessibilità nella gestione lavorativa può essere un obiettivo perseguibile dalle aziende. In questa fase, ha ricordato Mancini, il governo ha puntato sulla decontribuzione, confermando il congedo di paternità. «Bisogna anche fare leva sulla settimana delle Stem, evento giunto alla seconda edizione. E la donna deve essere incentivata ad assumere ruoli manageriali, in virtù delle caratteristiche di sensibilità diversa ma anche di capacità organizzative».

A Largo Chigi Elena Bonetti, deputata di Azione, ha ricordato l’obiettivo raggiunto della certificazione di pari opportunità nelle aziende, tuttavia il gender gap è un problema che può cronicizzarsi, quindi ci vogliono «interventi multifattoriali e continuativi. I Congedi di paternità fermi da due anni – ha sottolineato Bonetti – E siamo primi nella media Ocse per il divario genere sulle competenze matematiche. Ma ovviamente non si può dire che le ragazze capiscano meno la matematica. Bisogna quindi cambiare l’insegnamento della matematica e incoraggiare le donne a scegliere materie Stem».

Nel talk anche la testimonianza del mondo aziendale. Michela Giampietro, Direttrice Risorse Umane di VINCI Energies Italia, ha spiegato l’impegno attivo dell’impresa dove lavora sulla questione pari opportunità. A partire, oltre che dallo smart working, dalla formazione, con un Academy in cui si disegnano percorsi di formazione e sensibilizzazione riguardo ai bias cognitivi e alle diversità di approccio tra uomo e donna alle procedure, con l’ottica di valorizzare le varie attitudini. Il percorso riesce spesso a far prendere consapevolezza alle donne, manager e non, che le materie scientifiche sono alla loro portata. VINCI Energies si rivolge anche all’esterno, offrendo formazione anche a chi non è ancora parte dell’azienda e che può diventarle. In questo periodo «due ragazze sono entrate nel talent», ha fatto sapere Giampietro.

La puntata integrale di Largo Chigi