Esteri
Xi Jinping in Arabia: come evolve l’equilibrio internazionale
Di Mattia Silvestri
l frutto concreto di una partnership strategica. Puo’ interpretarsi così la visita del Presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping, che dopo sei anni atterrerà domani a Riyadh, in Arabia Saudita, invitato ufficialmente del Re dell’Arabia Saudita e Custode delle due Sacre Moschee, Salman bin Abdulaziz al Saud. Cina e Arabia Saudita custodiscono gelosamente da tempo un accordo di cooperazione sempre più strategico, che puo’ contare su scambi commerciali (2021) per 78 miliardi di euro. I media sauditi hanno precisato che all’incontro parteciperà anche il Principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman, per una visita che “avrà lo scopo di esaminare le relazioni tra i Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo e la Repubblica Popolare Cinese per rafforzare la cooperazione nel settore economico e dello sviluppo”.
Il possibile programma della visita
La visita durerà tre giorni, e sarà l’occasione per Jinping di partecipare a quello che potrebbe essere un vero e proprio vertice Cina-mondo Arabo, alla presenza di “almeno 14 capi di Stato arabi”, a quanto rivelato da una fonte diplomatica araba alla CNN e non confermato dagli staff di comunicazione né del governo saudita né del ministero degli esteri cinese. Oppure a una vera e propria Conferenza Cina-Consiglio di Cooperazione del Golfo (Ccg). Il riserbo sul programma della visita è massimo, per un vertice che considerare molto atteso parrebbe riduttivo.
Il timing cinese in Medio Oriente
La visita ufficiale di Jinping in Arabia Saudita cade subito dopo i funerali di Stato dell’ex Presidente Jiang Zemin ed è una delle prime visite ufficiali dopo la recente rielezione di fine ottobre per il terzo mandato di Jinping, sancita dal XX Congresso del Partito Comunista Cinese. L’obiettivo cinese non celato è quello di aumentare “significativamente” gli sforzi per impegnarsi con i Paesi del Medio Oriente, come sottolineato dal rapporto China Military Power del Pentagono USA. Sul piatto della visita di Jinping in Arabia ci sarebbero infatti numerosi memorandum of understanding bilaterali da firmare con diversi Paesi dell’area, a cominciare dalla padrona di casa Arabia Saudita, su sicurezza, investimenti ed energia.
La centralità saudita
Riyadh non sta certo a guardare. Sta profondendo il massimo impegno nel ruolo di mediatore per la pace nel conflitto in Ucraina, grazie da un lato alla partnership strategica con la Russia di Putin in essere da anni e dall’altro alla recente firma di un accordo di cooperazione con l’Unione europea “per rafforzare i legami attraverso consultazioni periodiche sui temi politici, socio-economici e di sicurezza”, frutto della visita in Arabia Saudita dell’Alto Rappresentante UE per la politica estera, Josep Borrell. Non solo. Il Regno Saudita sta anche giocando un ruolo centrale per quel che riguarda l’evoluzione della crisi energetica, guidando le scelte OPEC e OPEC+ di modulazione della produzione petrolifera con l’esplicita finalità di dare stabilità al mercato petrolifero internazionale. La visita di Jinping, dopo quella dello scorso luglio di Biden, di fatto chiude un cerchio. Il cui centro è sempre più arabo.