Esteri

Venezuela, Maduro vince le elezioni presidenziali: i possibili scenari

30
Luglio 2024
Di Beatrice Telesio di Toritto

Il Consiglio elettorale del Venezuela ha dichiarato lunedì che il presidente in carica Nicolás Maduro ha vinto il suo terzo mandato nelle elezioni presidenziali di domenica. Secondo i dati forniti dal Governo, Maduro avrebbe preso il 51,2% delle preferenze contro il 44,2% del suo principale rivale, Edmundo González. Prima e dopo la chiusura dei seggi, l’opposizione, che nei sondaggi indipendenti era data avanti di oltre 20 punti percentuali, aveva parlato di diffusi brogli elettorali. Maduro, infatti, che governa il paese in modo autoritario dal 2013, ha aumentato in modo esponenziale negli ultimi anni la repressione del dissenso, arrestando oppositori politici e contestatori e limitando a più riprese la libertà di stampa. Se la sua vittoria è stata quindi riconosciuta dai suoi storici alleati regionali – come i presidenti di Cuba, Nicaragua, Bolivia e Honduras – in molti paesi occidentali si è messa in discussione la trasparenza dell’intero processo elettorale. In particolare, il segretario di stato degli Stati Uniti Antony Blinken, l’alto rappresentante dell’Unione Europea Josep Borrell e il ministro italiano degli Esteri Antonio Tajani hanno espresso dubbi sul risultato e chiesto una verifica indipendente dei voti sui tabulati elettorali.

Non a caso, gli Stati Uniti hanno guardato con attenzione – e con apprensione – a questa tornata elettorale.  Queste elezioni, infatti, sono state indette lo scorso ottobre a seguito di un lungo negoziato tra il governo e l’opposizione, con il contributo americano. Venezuela e Stati Uniti non hanno relazioni diplomatiche dal 2019, ma nonostante questo negli scorsi anni l’amministrazione americana di Joe Biden ha lavorato intensamente per trovare un accordo capace di stabilizzare la situazione nel paese. A ottobre il regime promise che avrebbe quindi indetto nuove elezioni libere e in cambio gli Usa acconsentirono ad eliminare buona parte delle sanzioni, volte a colpire il settore petrolifero e altre risorse economiche cruciali per il governo di Maduro​, e a sbloccare parte dei fondi venezuelani congelati all’estero.

Gli effetti sugli USA
Ad oggi, quindi, la questione venezuelana irrompe nella politica americana alle  prese con una campagna elettorale a dir poco vivace. La percezione collettiva è che la rielezione di Maduro e la conseguente instabilità politica del paese potrebbero esacerbare la crisi dei rifugiati proprio negli ultimi mesi prima delle elezioni di novembre, diventando potenzialmente un problema per l’attuale amministrazione Biden. A maggior ragione che i sondaggi suggeriscono che l’immigrazione e il confine rimangono uno dei principali punti deboli della vicepresidente e nuova candidata democratica Kamala Harris e i repubblicani hanno chiarito che intendono far leva proprio su queste tematiche.

Quali sono quindi i possibili scenari futuri? Essenzialmente tre. Il primo vede l’opposizione venezuelana determinata a non cedere alla vittoria “farsa” e ad alzare il livello dello scontro nel paese con diffuse manifestazioni e scioperi, facendo leva sulle pressioni internazionali e sul ripristino delle sanzioni contro Maduro. Il secondo, invece, raffigura una seppur sofferta accettazione dell’opposizione alla situazione attuale, rinunciando così all’attacco frontale. Nel terzo scenario il paese è destinato a sprofondare in una guerra a bassa intensità che accentuerebbe la crisi economica e politica già in corso. Le prossime settimane saranno cruciali in tal senso a stabilire il destino del Venezuela.

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