Esteri

Una nuova Europa è possibile solo se il bilancio europeo verrà trasformato in un bilancio federale

11
Marzo 2024
Di Gianni Pittella

Lo scorso 5 marzo, la Commissione europea e l’alto rappresentante hanno presentato la prima strategia industriale europea in materia di difesa (EDIS) a livello dell’UE, con l’obiettivo di sostenere la competitività e la prontezza dell’industria della difesa europea. Si tratta di un passaggio molto importante, perché fa entrare la Commissione in un aspetto lasciato tradizionalmente agli stati membri, agli organi intergovernativi e alle alleanze internazionali.

Il rafforzamento della difesa è molto importante, anche solo per ottimizzare le spese in mezzi e strumenti militari da parte degli stati membri. L’edizione del 2024 del rapporto sul “costo della non Europa”, in linea con gli studi degli anni precedenti, mostra come il cittadino europeo medio potrebbe risparmiare 380 euro all’anno se l’UE fosse pienamente integrata nel settore della difesa. Il confronto con gli Stati Uniti parla chiaro: gli USA hanno un solo modello di carro armato da battaglia, mentre i paesi europei ne hanno 17, quattro classi di fregate contro le 29 UE, 6 caccia contro i 20 modelli dell’UE. Questo genera inefficienze e sprechi, perché moltiplica gli sforzi necessari all’addestramento e all’approvvigionamento di componenti e munizioni. L’Unione europea, quindi, spendendo meno e in modo coordinato, potrebbe raggiungere una capacità di difesa ben superiore a quella attualmente detenuta dagli stati membri separatamente.

Ma al di là degli aspetti di efficienza, l’integrazione europea della difesa rafforza l’esigenza di un salto di qualità dell’architettura istituzionale europea. Per finanziare il programma europeo per l’industria della difesa (EDIP), verranno mobilitati 1,5 miliardi di euro del bilancio dell’UE nel periodo 2025-2027. Per quanto si tratti di una quantità di risorse rilevante, il dibattito intorno a questa spesa non si è avvertito, quantomeno in Italia. La ragione di ciò va individuata nell’alone di oscurità che ancora permea il quadro finanziario pluriennale (MFF) a livello di opinione pubblica e classi politiche nazionali. Inoltre, va sempre ricordato come la fonte principale di finanziamento del MFF siano i trasferimenti da parte degli stati membri, e non risorse proprie europee.

Per questi motivi – di legittimità delle scelte europee e di autonomia dell’Unione nel reperire le risorse per finanziare beni pubblici essenziali come la difesa – occorre trasformare l’attuale bilancio europeo in un bilancio federale, dotato di risorse proprie consistenti e caratterizzato dal protagonismo del Parlamento europeo. I tempi sono quindi maturi, sia nel settore della difesa, che in quello della governance economica, per dare all’Europa un nuovo volto, più democratico e legittimo agli occhi dei cittadini.

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