Esteri

Uk vira a sinistra, l’Olanda a destra, l’Ue verso conferma di Ppe e Pse

03
Giugno 2024
Di Giampiero Gramaglia

Una virata a sinistra in Gran Bretagna, dove le elezioni convocate per il 4 luglio vedono i laburisti largamente avanti nei sondaggi sui conservatori al potere ininterrottamente dal 2010, sia pure ruotando cinque premier diversi. Un nuovo governo più di destra che di centro-destra in Olanda, dove, dopo oltre sei mesi di complicati negoziati, il leader xenofobo e islamofobo Geert Wilders riesce a mettere insieme una maggioranza, a prezzo, però, della rinuncia ad essere premier.

L’Europa continua a mandare segnali politici contradditori a una settimana dal voto per il rinnovo del Parlamento europeo, alla cui composizione i britannici non concorrono più dopo la Brexit.

Europee, Ppe avanti, Pse dietro, terzo posto incerto
Il Ppe, Partito popolare europeo, si dovrebbe confermare come primo gruppo al Parlamento europeo con 180 eurodeputati, rispetto ai 177 attuali. Il Pse, Partito socialista europeo, dovrebbe mantenersi in seconda posizione con 138 deputati, rispetto agli attuali 140. Lo prevede un sondaggio pubblicato a fine maggio da Europe Elects. Nel Ppe c’è Fprza Italia, nel Pse il Partito Democratico.

Dietro i due maggiori gruppi, che sommati non raggiungono la maggioranza dei 720 eurodeputati, la situazione è più fluida. I liberali di Renew Europe dovrebbero scendere da 102 a 86, scontando l’uscita dal gruppo dei liberali olandesi del Vvd: Renew ne voterà il 10 giugno l’espulsione, proprio a causa dell’alleanza stretta in Olanda con l’estrema destra. In Renew, dovrebbero confluire eventuali eletti delle liste Bonino/Renzi e Calenda.

A destra, il gruppo di Ecr, i conservatori, dove c’è Fratelli d’Italia, dovrebbe passare da 68 a 75, bilanciando guadagni italiani e perdite polacche. Il gruppo di Id, i sovranisti, dove c’è la Lega, salirebbe da 59 a 68, pur scontando l’espulsione dell’AfD.

A sinistra, i Verdi dovrebbero scendere da 72 a 56 euro-deputati. Il gruppo delle Sinistre dovrebbe, invece, salire da 37 a 39. In queste previsioni, 78 eletti dovrebbero inizialmente trovarsi nel gruppo dei non iscritti, che ora sono 50; ma non è escluso che alcuni di essi trovino diversa collocazione, come non sono esclusi rimescolamenti nelle aggregazioni dei gruppi, specie a destra.

Gran Bretagna: laburisti favoritissimi
Il parlamento britannico si è formalmente sciolto giovedì 30 maggio,  in vista delle elezioni generali del 4 luglio. Tutti i 650 seggi sono ora vacanti. Il nuovo parlamento si riunirà il 9 luglio.

Il premier conservatore Rishi Sunak e il leader dell’opposizione laburista Keir Starmer si affrontano domani nel primo dei due dibattiti televisivi della campagna elettorale su Itv. Il secondo confronto avverrà sulla Bbc. Sunak spera di recuperare terreno proponendo di reintrodurre un servizio di leva parziale; ma non è affatto detto che questa sia una carta vincente.

I sondaggi danno per favoriti i laburisti sui conservatori, che, secondo un sondaggio, starebbero però tamponando l’emorragia di consensi e avrebbero ridotto il distacco a 14 punti: 27% a 41%. Dietro, sopra il 10%, i centristi liberaldemocratici e i populisti ultra-brexiteer di Reform Uk e al 7% i Verdi, che fanno concorrenza alla linea moderata dei laburisti da posizioni più progressiste e pacifiste.

Altri sondaggi, però, confermano un distacco fino a 22 punti fra laburisti e conservatori e danno Reform Uk fino al 14%, i LibDem al 9% e i Verdi al 6%. Il sistema elettorale uninominale maggioritario secco non ripartisce i seggi in misura proporzionale alla forza dei singoli partiti.

In Scozia, in particolare, i laburisti potrebbero tornare a essere la prima forza, superando, dopo quasi vent’anni, gli indipendentisti dell’Snp, investiti da scandali e dilaniati divisioni interne.

Olanda: la vittoria dimezzata di Geert Wilders, Rutte lascia a Schoof e va alla Nato
In Olanda, sarà Hendrikus Wilhelmus Maria – detto Dick – Schoof, un ex capo dell’anti-terrorismo, a guidare il primo governo a trazione ultra-nazionalista, succedendo al liberale Mark Rutte, premier più longevo nella storia dei Paesi Bassi – 13 anni e quattro elezioni vinte -, destinato a diventare segretario generale dell’Alleanza atlantica, al posto del norvegese Jens Stoltenberg. Rutte parla così del suo successore: «Io sono abbastanza intelligente, ma lui è molto più intelligente».

«Sarò il premier di tutti, voglio contribuire a unire i Paesi Bassi», dice Schoof, figura ‘super partes’ e indipendente, parlando anche ai quattro partiti di governo, la cui concordia va sperimentata. Entro fine giugno – Schoof scommette entro il 26, quando un vertice europeo dovrà indicare i nuovi leader dell’Ue –, saranno definiti il nuovo esecutivo e un programma di coalizione che prevede fin da ora uno strappo con Bruxelles sulla politica di migrazione.

Il sogno di Wilders di diventare premier, dopo il trionfo elettorale di novembre 2023, era tramontato a marzo. L’intesa di governo, rimasta nel limbo per sei mesi, è stata trovata il 15 maggio. I negoziati per scegliere a chi affidare la guida del Paese hanno preso altre due settimane.

La roulette dei nomi alla fine s’è fermata su quello di Schoof, 67 anni, origini cattoliche – è l’ultimo di sette fratelli -, un passato ormai superato tra i laburisti, ora ai vertici del Ministero della Giustizia. Il primo a rivendicarne la scelta è Wilders, «felice e orgoglioso» di un candidato che, dal suo punto di vista, «ha una buona esperienza sui temi giusti ed è al di sopra dei partiti»; e che mette d’accordo anche i liberali di destra (Vvd) del premier uscente, ora guidati da Dilan Yesilgoz, i centristi (Nsc) di Pieter Omtzigt e il movimento degli agricoltori Bbb.

I “temi giusti”, nel programma già concordato dalla coalizione di governo e definito da Schoof «eccellente per tutti gli olandesi», puntano a una stretta sui migranti, con la richiesta di una deroga (opt-out) sulle politiche d’asilo dell’Ue. Ma il nuovo premier dovrà anche gestire le fughe in avanti prevedibili di Wilders.

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