Esteri
Ucraina: Kiev porta la guerra in Russia con un attacco nell’area di Kursk, possibili conseguenze
Di Giampiero Gramaglia
Dieci giorni di ansia e di angoscia, ad aspettare la risposta sciita al doppio attacco di Israele del 29 e 30 luglio, a Libano e a Teheran. E, intanto, l’attacco che non ti aspetti avviene sul fronte di guerra dimenticato dell’Ucraina, anzi in Russia: Kiev lancia un’offensiva nell’area di Kursk, in territorio russo; centinaia, forse un migliaio di militari ucraini, occupano e tengono per almeno cinque giorni una porzione di territorio russo. Mosca invia rinforzi e, nella notte tra venerdì e sabato, un bombardiere supersonico Su-34 sgancia sulle forze ucraine una bomba da mezza tonnellata.
La Russia dichiara lo stato di emergenza nell’area interessata dall’attacco ucraino, lanciato martedì scorso 6 agosto. Droni ucraini raggiungono Lipetsk, circa 300 chilometri oltre il confine, nell’area di Kursk, danneggiando una base aerea. La Russia continua i bombardamenti notturni sul territorio ucraino e colpisce un supermercato a Kostyantynivka, nell’area di Donetsk – una quindicina le vittime e oltre 40 i feriti -. Kiev teme una rappresaglia di Mosca su largajj scala e ordina l’evacuazione di migliaia di persone nell’oblast di Sumy, al confine con l’area di Kursk.
L’azione ucraina è probabilmente dimostrativa, ma suscita allarme a Mosca e interrogativi fra gli alleati di Kiev. Gli Usa, che dicono di non essere stati preventivamente informati delle intenzioni ucraine, e i Paesi europei si pongono problemi sull’uso fatto delle loro armi da parte ucraina. Difficile, ad esempio, dire se durante l’attacco siano state impiegate o no armi italiane.
E’ però chiaro che gli strumenti bellici consegnati dalla Nato all’Ucraina sono parte di un arsenale impiegato in un’azione offensiva, non più solo difensiva e di resistenza all’invasore: la stampa americana segnala il ricorso a mezzi corazzati forniti dai Paesi Nato. Euronews s’interroga su se e come l’azione ucraina prefigura una nuova fase della guerra (e se può quindi porre interrogativi agli alleati di Kiev). I ministri degli Esteri e della Difesa Antonio Tajani e Guido Crosetto ribadiscono che le armi italiane sono fornite per essere utilizzate solo per operazioni difensive.
L’Amministrazione Biden non ha sollevato obiezioni all’operazione nell’area di Kursk, ma sui media è aperto il dibattito se il ricorso ad armi fornite dall’Occidente per un attacco sul suolo russo non vada oltre i paletti posti. L’Ue ha preso posizione sull’operazione intrapresa dalle truppe ucraine nell’area di Kursk: per un portavoce della Commissione, Kiev “sta combattendo una legittima guerra di difesa contro l’aggressione illegale” della Russia “e, nell’ambito del diritto a difendersi, ha il diritto di colpire ovunque ritenga necessario il nemico, sul suo territorio, ma anche sul territorio nemico”.
Secondo l’Institute for the study of war, un ‘think tank’ americano filo-ucraino e anti-russo, soldati e mezzi di Kiev sono avanzati fino a 10 km nell’area di Kursk. Secondo fonti russe, ci sono state vittime fra i civili e decine di feriti, gli evacuati sono decine di migliaia.
Nelle stesse ore, le autorità russe hanno fatto sapere che i primi caccia F-16 forniti da Paesi occidentali all’Ucraina hanno sorvolato il distretto di Kakhovka, a Sud di Kherson, una zona attualmente occupata dai russi. E vengono pure segnalati da Minsk droni ucraini abbattuti nello spazio aereo bielorusso.
L’attacco nell’area di Kursk è parso cogliere di sorpresa i russi. Gli ucraini non ne forniscono dettagli, ma è chiaro che si tratta della maggiore incursione ucraina in territorio russo dall’inizio dell’invasione, il 24 febbraio 2022, e che potrebbe segnare l’inizio di un nuova fase del conflitto, entrato in una sorta di stallo e dove si percepivano aperture al negoziato dall’una e dall’altra parte.
Le truppe russe, impegnate da mesi in offensive a bassa intensità, con guadagni sul terreno modesti, intorno a Kharkiv, nel Nord-est dell’Ucraina, devono ora respingere quella che il presidente russo Vladimir Putin giudica “una provocaione su larga scala”, che comporta “il bombardamento indiscriminato di edifici civili, aree residenziali e ambulanze”. L’obiettivo di Kiev potrebbe essere quello di indurre i russi a richiamare nell’area di Kursk riserve e forze impegnate altrove, riducendo la pressione sulle difese ucraine nelle regioni orientali, e di rimontare il morale della popolazione molto provato da 30 mesi di guerra. Ma il rischio, per contro, è di assottigliare ulteriormente il presidio della linea del fronte estremamente estesa, mentre i russi dispongono di riserve più importanti degli ucraini, E, secondo fonti d’intelligence occidentali, Putin stimola il patriottismo dei volontari che s’arruolano con un bonus del valore di 22 mila dollari.
A conferma della percezione di un miglioramento delle relazioni, o almeno dei canali di dialogo, tra Russia e Usa, c’era stato, la scorsa settimana, il più importante scambio di detenuti dalla fine della Guerra Freedda, cioè da 35 anni in qua, che ha interessato 24 persone di diverse nazionalità. L’accordo, negoziato con la mediazione dell’intelligence turca, ha, fra l’akltro, consentito la liberazione di americani detenuti nelle carceri russe, fra cui due giornalisti, Evan Gershkovich e Alsu Kurmasheva, l’ex marine Paul Whelan, dissidenti politici russi come Vladimir Kara-Mnurza e ilya Yashin.
L’accordo, presentato dall’Amministrazione Biden come un grande successo – ad accogliere gli americani di ritorno, c’erano il presidente Joe Biden e la sua vice Kamala Harris -, è stato contestato dall’opposizione repubblicana, che lo giudica troppo favorevole al Cremlino, e anche dai dissidenti russi coinvolti, che si sono trovati liberi, ma esuli, apparentemente contro la loro volontà.